Capitolo 67

I giovani raccomandati dalla questura e accolti da Don Bosco - Pratiche per ottenere dalla Questura i fogli di via, per gli alunni dell'Oratorio: supplica di Don Bosco al Ministro degli interni: il Ministero fa chiedere a Don Bosco il Programma dell'Oratorio e i motivi della supplica: risposta di Don Bosco: il Ministero non accorda il favore: Don Bosco si raccomanda al Prefetto di Torino - Giovani del Regio Ospizio Generale di Carità in Torino consegnati a Don Bosco: convenzione: favore concesso ad alcuni di questi giovani per la loro tenera età e privi d'ogni istruzione - Il Consiglio scolastico invita la tipografia dell'Oratorio a prender parte, con una statistica delle opere da lei stampate, al Congresso Pedagogico di Napoli - Il Provveditore agli studii raccomanda a Don Bosco un giovanetto - Due letterine del Servo di Dio a giovani ecclesiastici - Alcuni avvisi e invocazioni scritte dietro le immagini di Maria Ausiliatrice.

Capitolo 67

da Memorie Biografiche

del 05 dicembre 2006

Altro affare importante aveva tra mano Don Bosco, nel mese di aprile. Sovente la Questura gli raccomandava giovanetti miserabili, abbandonati, o in pericolo di esserlo, con danno del buon costume e della civile società. Il Venerabile accondiscendeva facilmente a queste raccomandazioni; e gratuitamente, o quasi, li accoglieva nell'Ospizio. Ad esempio, nell'aprile del 1870 la Questura scriveva a Don Bosco:

 

Questura del Circondario di Torino.

N. 3396.

 

Torino, 11 aprile 1870.

 

Nel porgere infiniti ringraziamenti al sig. Direttore per la condiscendenza usatami, di accettare il giovanetto contro indicato (Germagnano Leopoldo), di cui nella sua in data del 3 corrente, essendo stato da Acqui qui accompagnato, lo faccio presentare a codesto Oratorio per il suo ritiro.

Spiacemi poi che il medesimo non sia stato fornito del corredo di cui accenna la nota stessa, ma solo di un'offerta di L. 10, fattagli da una caritatevole persona, e che qui accludo, avendo la detta Prefettura di Acqui, come mi partecipa, solo potuto provvederlo del vestiario completo che indossa.

Per il Reggente

P. Bocco.

 

Da sua parte, la Questura prestavasi a rilasciare fogli di via a que' giovanetti, che per qualche motivo dovevano rimpatriare, quand'ecco emanarsi dal Ministero un decreto che vietava una tale accondiscendenza. E il Venerabile scriveva al Ministro degli Interni Giovanni Lanza:

 

 

Eccellenza,

 

Permetta che rispettosamente mi presenti all'E. V. per supplicarla di un favore riguardante ai poveri giovani ricoverati nello Stabilimento detto di S. Francesco di Sales.

Quando le Ferrovie dell'Alta Italia appartenevano al Governo, questa casa godeva di varii notevoli favori tanto pei maestri, assistenti e Direttori, quanto pei giovani qui ricoverati. Ed anche dopo che le Ferrovie passarono in proprietà dei privati si continuò a godere dei varii favori per mezzo della Questura che ci rilasciava dei fogli di via, allorchè rendevasi necessario il rimpatrio di alcuni di questi poveri giovanetti. Tali favori venivano largiti, sia perchè i ragazzi, ivi raccolti in numero di circa 800, sono della classe povera, la maggior parte orfani di padre e madre: sia eziandio perchè molti assolutamente poveri ed abbandonati vennero qui ricoverati dietro raccomandazione di alcuno dei Ministeri, o della Prefettura, o di altre autorità dello Stato. Se non che ultimamente la Questura, da noi pregata per fogli di via di urgente necessità, rispose che per decreti emanati in questi ultimi mesi non poteva più rilasciarceli.

Ora mi fo animo a supplicare rispettosamente V. E. a voler prendere in considerazione quest'Ospizio di poverelli e dare benevola disposizione, affinchè non abbia a rimanere privo di quegli aiuti che prima godeva e che gli sono di stretta necessità, altrimenti sarà costretto a non più dare ricetto a non pochi giovanetti delle provincie più distanti, dove per lo più si manifesta maggior bisogno.

Fiducioso di essere esaudito rendo le più vive grazie anche per parte di questi ragazzi, da Lei già altre volte beneficati, mentre pregandole dal Cielo ogni bene, godo professarmi colla più distinta stima e riconoscenza.

Di V. E.

Obbl.mo servitore

Sac. Giov. Bosco.

 

Il Ministero chiedeva informazioni al Reggente della Questura di Torino, e questi scriveva alla Direzione dell'Oratorio.

 

 

Questura del Circondario di Torino

3746 - Sez. 3ª

Torino, li 22 aprile 1870.

 

Per corrispondere ad analoga richiesta del Ministero Interno, lo scrivente si rivolge a codesta onorevole Direzione, perchè voglia essere cortese di fargli tenere colla maggiore possibile sollecitudine un programma col relativo statuto per l'ammissione dei giovani in codesto Oratorio, non senza in pari tempo declinare le causali che consigliano il rilascio di tratto in tratto di giovani da codesto Istituto, che vengono quindi presentati a quest'Ufficio per essere abilitati al rimpatrio. In tale fiducia, chi scrive, porge alla prefata Direzione anticipati ringraziamenti.

Il Reggente

BIGNAMI.

 

Essendo Don Bosco fuori di Torino, la Questura il giorno dopo replicava la domanda.

 

 

Questura del Circondario di Torino.

 

Si prega la compiacenza di codesta onorevole Direzione a voler, se possibile, far tenere all'esibitore della presente il riscontro alla nota di questa Questura di ieri n. 3746, dovendosi oggi riscontrare al Superiore Dicastero, in ordine ai quesiti proposti.

Pel questore,

GRUDRA.

 

Don Bosco rispose:

 

 

Ill.mo Signore,

 

in riscontro alla preg.ma nota della S. V. portante il numero 3746 comunicatami testè, mi fo premura di rispondere con inviarle, in foglio a parte, trascritto lo scopo di questa casa e le condizioni di accettazione quale si ricava dal piano di regolamento in vigore nella medesima. Qualora occorra il completo regolamento, lo farò a semplice di Lei cenno trascrivere e rimettere alle di Lei mani. Mi rincresce molto del ritardato riscontro, ma fu cagione la mia assenza da Torino. Mi è però assai propizia quest'occasione: 1° per ringraziar di cuore V. S. Ill.ma della bontà che usa a questo Stabilimento; e 2° per pregarla di gradire i rispettosi miei ossequii, mentre ho l'onore di professarmi colla più distinta stima.

Di V. S.,

Umil.mo Servitore

Sac. Gio. Bosco.

 

Il foglio a parte, intestato Oratorio di S. Francesco di Sales, diceva:

 

 

SCOPO DI QUESTA CASA.

 

Fra i giovani che frequentano gli Oratorii della Città, ce ne sono di quelli che si trovano in condizione tale, da rendere inutili tutti i mezzi morali se loro non si porge soccorso materiale.

S'incontrano talora giovani già alquanto inoltrati in età, orfani o privi della assistenza paterna, perchè i genitori non possono o non vogliono curarsi di loro, senza professione, senza istruzione. Costoro sono esposti ai più gravi pericoli, spirituali e corporali, nè si sa come impedirne la rovina, se non si stende una benefica mano, che li accolga, li avvii al lavoro, all'ordine, alla religione. La casa annessa all'Oratorio di S. Francesco di Sales ha per iscopo di dare ricetto ai giovani di questa categoria. Ma siccome non si possono ricevere tutti quelli che si trovano in tale bisogno, così è mestieri di stabilire alcune norme per discernere quelli che per la gravezza delle circostanze devono essere preferiti.

 

 

CAPO I.

Dell'Accettazione.

 

Perchè un giovane possa essere accettato nella casa, si devono in lui avverare le seguenti condizioni:

1° Età di dodici anni compiuti, e che non oltrepassi i diciotto. L'esperienza ha fatto conoscere che ordinariamente la gioventù prima dei dodici anni non è capace di fare nè gran bene, nè gran male; e passati i diciotto anni riesce assai difficile il far deporre abitudini altrove contratte per uniformarsi ad un nuovo regolamento di vita.

2° Orfano di padre e di madre e che sia totalmente povero ed abbandonato. Se ha fratelli, zii od altri parenti che possano averne cura, è fuori dello scopo di questa casa.

3° Che non abbia alcun male schifoso o attaccaticcio, come sono scabie, tigna, scrofole e simili.

4° Sono di preferenza accettati quelli che frequentano gli Oratorii di Torino, perchè è di massima importanza il conoscere alquanto l'indole dei giovanetti, prima di riceverli definitivamente nella casa.

5 ° Ciascuno, entrando deve avere un attestato del proprio parroco che certifichi l'età, lo stato della famiglia, cui il giovanetto appartiene, la fede di aver avuto o no il vaiuolo, e di essere esente da inali schifosi o attaccaticci, o scevro di deformità che lo rendano inabile al lavoro. Alla mancanza del certificato di sanità, può supplire la visita del medico della casa.

6° Se il postulante possiede qualche cosa, la porterà seco nella sua entrata nello Stabilimento, e sarà impiegata a suo favore, perchè non è giusto che viva di carità chi non è in assoluto bisogno.

Ogni giovanetto, entrando nello Stabilimento, dovrà in ogni cosa considerare i suoi compagni come fratelli, e sottomettersi ai suoi superiori in tutte quelle cose, che dai medesimi secondo il rispettivo ufficio sono comandate.

 

 

Accettazione per i giovani studenti.

 

Fra i giovani accolti in casa e raccomandati altrimenti se ne incontrano alcuni, i quali hanno ricevuto dalla natura una speciale attitudine allo studio, o a qualche arte liberale, ma che per mancanza di mezzi materiali il loro ingegno rimarrebbe sterile ed anche dannoso qualora non potesse essere coltivato. La casa dell'Oratorio si adopera anche per aiutare costoro, sia che possano pagare qualche pensione, oppure essendo assolutamente poveri debbano riceversi gratuitamente.

 

La decisione del Ministero fu trasmessa all'Oratorio dal Prefetto di Torino.

Prefettura della Provincia di Torino

 

 

Divis. 3ª - Sez. I

Num. prot. 1778

Torino, li 20 giugno 1870

 

Il Ministero dell'Interno con suo dispaccio delli 14 corr. mese. Divis. 2ª, Sez. 2ª, N. 14702 - 17, mi ha dato incarico di partecipare alla S. V. quanto segue, relativo al chiesto trasporto gratuito pel rimpatrio dei giovanetti uscenti da codesto Oratorio.

“ Il Sac. Bosco Sig. Gio. ha diretto al Ministero un'istanza colla “quale prega perchè venga revocata la determinazione della locale “Questura di rifiutare il trasporto gratuito ai giovani uscenti dall'Oratorio di S. Francesco di Sales.

“ Trattandosi di un Istituto di beneficenza, il Ministero non potrebbe derogare ai principii adottati riguardo ai trasporti gratuiti, per i quali è indispensabile che si verifichi la ragione di “ Pubblica Sicurezza, e perciò il sottoscritto trovasi nella necessità “ di mantenere le norme seguite da codesta Questura.

“ Nel far note queste cose al Sacerdote sig. Don Bosco, Ella vorrà “tuttavia assicurarlo che il Governo prende a cuore le sorti dell'Istituto da lui diretto, e farà il possibile per venirgli in aiuto nei limiti o che gli sono tracciati dai Regolamenti e dalle strettezze dell'Erario.

“ Pel Ministro

F. CAVALLINI”.

 

Tanto in obbedienza all'incombenza avuta.

Il Prefetto

RADICATI.

 

Il Venerabile, accusando ricevuta del foglio Ministeriale, insisteva presso il Conte Radicati.

 

 

Ill.mo signor Prefetto,

 

Ho ricevuto la lettera colla quale V. S. Ill.ma mi comunicava che il Ministero dell'Interno non giudicava di continuare il favore del rimpatrio ai poveri giovani che escono da questo Stabilimento. Siccome Ella, sig. Prefetto, conosce la misera condizione di questa Istituzione, così la pregherei di volere fare noto a S. E. il Ministero dell'Interno lo stato dei giovanetti raccomandati.

Nel numero di circa 800 ricoverati àvvene oltre un centinaio mandato dal Governo e sono gratuitamente qui tenuti. Se dovessi ancora essere privato del favore di rimpatrio, mi troverei in una difficile posizione. Poichè dalle Ferrovie non si può più godere alcun favore; codesto Ministero in altri tempi ci largiva ogni anno un sussidio, che pure da parecchi anni è cessato. Così, dopo aver tenuto gratuitamente in casa un fanciullo, debbo infine ancora farlo rimpatriare a mie spese. Per esempio pochi giorni sono ho dovuto inviare due giovani, uno di Ancona, l'altro di Tortorigi in Sicilia, con una somma per noi vera mente grave, attese le strettezze in cui versa questo Stabilimento. Si noti ancora la tassa di L. 10.000 che dobbiam pagare sul macinato.

Da ciò Ella vede, signor Prefetto, che malgrado ogni buon volere lui troverò nella dura necessità di diminuire il numero dei ricoverati, mentre le continue ed incessanti richieste di ricovero ci costringerebbero all'aumento.

Rimetto ogni cosa ai suoi buoni uffizi, e questi poveri giovanetti non mancheranno d'invocare le benedizioni del Cielo sopra di Lei, come ogni giorno le invocano sopra di tutti i loro benefattori.

Mi creda con gratitudine,

Di V. S. Ill.ma,

Obbl.mo servitore

Sac. Giov. Bosco.

 

Certo il Conte Radicati, grande amico di Don Bosco, tenne in gran conto questa preghiera, mentre il Servo di Dio accettava volentieri due giovanetti da lui raccomandati.

Altri sedici giovanetti egli aveva d'un sol tratto aggregati ai suoi alunni, per una convenzione col Regio Ospizio Generale di Carità in Torino.

 

Convenzione tra il Molto Reverendo Sig. Don Bosco, Fondatore e Direttore dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, e la Direzione del R. Generale Ospizio di Carità, rappresentata dai Membri sottoscritti.

 

 

Art. 1°.

 

Il sig. Don Bosco si obbliga di accogliere presso di sè N. 16 giovani che la Direzione del Regio Generale Ospizio di Carità gli affida per ricevervi una conveniente educazione.

 

 

Art. 2°.

 

La Direzione del Regio Ospizio di Carità corrisponde al sig. Don Bosco mensilmente e per ciascun giovane una diaria giornaliera di cent. 80 fino agli anni 18 compiuti, trascorsa la quale età, cessa la diaria, ed il sig. Don Bosco si assume il carico di provvedere esso stesso all'avvenire di questi giovani presso di sè o altrove, siccome nella sua saviezza sarà per ravvisare meglio convenire.

 

 

Art. 3°.

 

Mediante questa diaria, due mute di vestimenta nell'atto in che i giovani gli vengano affidati, un materasso, una coperta e due lenzuola per ciascun giovane, e per una sol volta, i giovani sono provveduti di vitto, vestito, di tutto insomma che occorra pel mantenimento, per la pulizia e per la educazione religiosa, morale, professionale de' medesimi.

 

 

Art. 4°.

 

La Direzione del R ° Ospizio ha facoltà di pigliare cognizione, sempre quando Le piaccia, del come proceda la educazione de' giovani che affida al sig. Don Bosco e quale ne sia il trattamento, in quella misura che compete ad un padre che, avendo un suo figlio in collegio, conserva tuttavia tutti i suoi diritti paterni.

 

 

Art. 5°.

 

Il signor Don Bosco comunicherà, in fin d'ogni anno, alla direzione del R° Ospizio una relazione sulla condizione religiosa, morale, igienica, professionale di ciascun de' giovani ad esso affidati, ed in caso di richiamo per parte de' parenti, morte, espulsione, fuga o miglioramento nella condizione di fortuna di alcuno di essi, il sig. Don Bosco sarà compiacente di darne avviso alla Direzione del R.° Ospizio, alla quale, avverandosi alcuna di quelle circostanze, non correrà più l'obbligo di corrispondergli la diaria giornaliera.

 

 

Art. 6 °.

 

Questa convenzione avrà il suo principio il 1° di maggio 1870.

 

 

Torino, li 30 aprile 1870.

Pel Rettore Don Giov. Bosco

Sac. Rua Michele Pref.

Francesco Malines.

Comm. Gianantonio Panarino.

 

Il Servo di Dio desiderando che anche questi suoi nuovi alunni partecipassero ai benefizii di una istruzione necessaria, della quale erano affatto digiuni, scriveva al Presidente del Regio Ospizio:

Ho l'onore di partecipare all'E. V. che di buon grado ricevo in questa casa di beneficenza il giovanetto Bielli, che per mezzo del Comm. Pavarino e del cav. Capello nella sua carità compiacevasi raccomandare.

Questa casa è sempre aperta a que' poveri giovanetti che Ella giudicasse di indirizzarmi.

Ma mi trovo ora in qualche difficoltà, riguardo ad alcuni di quelli già ammessi, cui per assoluto difetto di istruzione difficilmente si potrebbe provvedere alla loro educazione. Qui non vi sarebbe istruzione adattata, dovendo i nostri allievi più giovani aver compiuto gli anni dodici.

Io sarei venuto nella determinazione di mandarli in uno dei nostri collegi di Lanzo, o di Cherasco; ma là vi sarebbe l'aumento di f. 6 mensili per ciascun allievo.

Egli è nel desiderio di provvedere ai poverelli nel foglio a parte nominati, che io ricorro all'E. V. pregandola a volere per lo spazio di anni tre, portare la mesata a f. 30 soltanto per questi sei. Dopo tale spazio di tempo eglino farebbero di nuovo ritorno in questo Stabilimento, dove sarebbero applicati ad un'arte o mestiere rispettivamente adattato.

Io spero che la E. V. prenderà in benevola considerazione l'umile proposta, ed augurando ogni celeste benedizione sopra di V. E. e sopra tutta codesta benemerita amministrazione, reputo a felicissima ventura di potermi professare

Dell'E. V.,

 

Torino 31 agosto 1870,

Obbl.mo servitore

Sac. Gio. Bosco.

 

Il Presidente del Regio Ospizio, Comm. Castelli, Senatore del Regno, accordava per i sei giovani indicati l'aumento di lire sei mensili per due anni. E fu danaro bene speso, perchè tutti fecero buona riuscita ed uno di essi è ora eccellente sacerdote.

Un segno di stima dava a Don Bosco anche l'Autorità scolastica, mandando alla Direzione della Tipografia Salesiana un invito onorevole.

 

 

Prefettura della Provincia di Torino.

Consiglio Scolastico.

Torino, li I maggio 1870

 

Fra i titoli che resero questa nostra Provincia superiore a tutte le altre del Regno per coltura e civiltà, segnatamente della classe inferiore, vi ha pur quello che risulta dal numero delle opere educative, didattiche e popolari che si pubblicarono dai coraggiosi editori di essa, fra i quali la S. V. Ill.ma tiene un posto così distinto.

Volendo il sottoscritto presentare nella prossima mostra didattica che si terrà in Napoli, in occasione del Congresso Pedagogico nel mese di settembre, una statistica delle opere di questo genere che si pubblicarono nel decennio in questa provincia, non poteva certo dimenticare la S. V. Ill.ma, il cui nome figura a buon diritto tra coloro che onorano la nobilissima delle arti moderne.

Alla presente le si unisce un quadro distinto in tanti colonnelli,  nei quali Ella si compiacerà di annotare quelle notizie che si riferiscono ai titoli che lo scrivente ha preso specialmente di mira.

Se la S. V. potrà rimandare il quadro stesso prima della fine del corrente mese, farà cosa gratissima a chi si pregia di dichiararsi

Della S. V. Ill.ma,

Dev.mo

Il R. Provveditore V. GARELLI.

 

Non ci consta ciò che Don Bosco abbia fatto in questa occasione; ma quel Regio Provveditore agli studii, che fu poi sempre un sincero e grande amico del servo di Dio, pochi giorni dopo gli scriveva la seguente lettera.

 

 

Ufficio della Presidenza del Consiglio Scolastico

della Provincia di Torino.

 

Torino, addì 6 maggio 1870.

 

Illustrissimo signore,

 

La signora Coccorda Fortunata, direttrice di un asilo infantile in Buriasco, ha estrema necessità che qualche persona caritatevole venga in soccorso di lei per provvedere all'educazione del suo figlio Giuseppe, orfano di padre.

Niuno, certo, può far miracoli di carità, come la S. V. Ill.ma: epperò con tutta fiducia la dirigo a Lei raccomandandola.

Mi creda a' suoi ordini,

Dev.mo servitore

V. GARELLI

Provveditore degli studii.

 

In tutti questi affari il movente di Don Bosco era sempre lo stesso: la gloria di Dio e la salute delle anime. Ciò gli rendeva soavi anche le occupazioni materiali e finanziarie, le quali non lo raffreddavano menomamente nell'esercizio del sacro ministero. Dal suo cuore scaturiva un fonte di acqua viva, che saliva alla vita eterna.

Al Sac. D. Cesare Thornasset di Aosta, già allievo dell'Oratorio, che gli domandava consigli a fine di ben comportarsi nello stato sacerdotale, scriveva:

 

 

Carissimo,

 

Si può fare una prova:

Divota preparazione e ringraziamento della S. Messa. - Ogni mattino seria meditazione. - Lungo il giorno visita al SS.mo Sacramento.

Lettura Spirituale. - Prego per te Maria Ausiliatrice e il buon Ges√π. - Fratres, sobrii estote.

Prega pel tuo aff.mo

Sac. Giov. Bosco.

 

A un chierico seminarista, tormentato dagli scrupoli, rispondeva:

 

 

Carissimo,

 

Non voglio lasciare la tua lettera senza risposta, pregherò per te, fa' bene la tua meditazione, frequenta la santa comunione e ti libererai da ogni pericolo.

Nelle prossime vacanze vieni qualche giorno all'Oratorio e ci parleremo di tutto.

Fa' degli associati, ovunque tu possa, alle Letture Cattoliche, ed avrai la benedizione del Sommo Pontefice e con esso avrai pure la benedizione del Signore.

Dio benedica te e le tue fatiche; prega per me che ti sono

 

Torino, 16 aprile 1870,

Aff.mo in G. C.

Sac. Giov. Bosco.

 

Anche dietro ad immagini di Maria SS. Ausiliatrice egli scriveva avvisi, giaculatorie, benedizioni colla sua firma. Ne abbiamo alcune di varii tempi.

 

A Giuseppe Zanetti di Verona in occasione della sua vestizione clericale: - O Maria portate la santa benedizione al vostro caro figlio e guidatelo sempre per la via del cielo.

Caro mio Quaranta. - Fuggi l'ozio, ama la virtù, ed il lavoro. L'ubbidienza è la chiave di tutte le altre virtù; Dio ti benedica.

Al sig. Michele d'Agliano. - Dio benedica voi e tutta la vostra famiglia. Maria vi guidi tutti per la strada del Paradiso.

Al sig. Giuseppe Gris i Rodali. - Dio benedica voi e tutta la vostra famiglia e ricompensi largamente la vostra carità. E Maria Ausiliatrice sia a voi tutti di guida al cielo.

Alla Damigella Carolina Denina, Via Garibaldi, N. 28 p. 2°, Torino.

O Maria, pregate per noi e liberateci dai pericoli dell'anima e del corpo.

Ad un giovanetto. - Maria ti porti la santa benedizione.

Alla Contessa Antonia Cays di Giletta. - Amala come figlia; Ella sarà a te e ai tuoi di aiuto in vita, di conforto in morte, di gaudio in Cielo. - 7 maggio 1870.

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