Parlate di D. Bosco - Mezzi per riuscir bene negli studi: 8° Occuparsi esclusivamente di cose riguardanti il nostro studio primo mezzo per conoscere la propria vocazione è una condotta irreprensibile - Prepararsi all'eternità con, una buona confessione - Un sacerdote scopre quelli che si appressano alla sacra mensa col peccato nell'anima La festa dell'Immacolata e il Sillabo - Due altri mezzi per conoscere la vocazione: la testimonianza favorevole de' famigliari e il consiglio dei confessore - Il SS. Viatico portato al confratello Lagorio: far buon uso della sanità - Vergogna e dolore di que' giovani che per colpa loro debbono allontanarsi dall'Oratorio: guai a chi muore in peccato: gridare al lupo: pregare per Lagorio moribondo - La morte di Lagorio: importanza delle preghiere pe' defunti - La novena del Santo. Natale: avviso per chi spreca il pane; dare un, bacio a Gesù Bambino - Mezzo principale per riuscire negli studii la divozione a Maria SS.; donare il cuore a Gesù.
del 04 dicembre 2006
  Don Bosco continuava ad esporre i mezzi che repu­tava profittevoli ai giovani per riuscire con facilità negli studii, ma la festa ormai  imminente dell'Immacolata lo indusse a dar principio ad altro argomento.
Giorni prima aveva promesso d'insegnare in qual modo cia­scuno potesse conoscere la propria vocazione: nello stesso tempo esortava tutti ad onorar Maria SS., accostandosi ai sacramenti col pensiero dell'eternità, ricordando la morte quasi improvvisa accaduta poc'anzi di un loro compagno.
 
5 Dicembre. - Ottavo mezzo per studiare con profitto si è: Occuparsi esclusivamente di cose riguardanti il nostro studio. Pluribus intentus minor est ad singula sensus. Non si acquista mai alcuna scienza sfiorando nello stesso tempo molti libri. Interrogato S. Tommaso d'Aquino conte avesse fatto per riuscir così dotto, rispose: - Col leggere un sol libro.
Bisogna che ci fissiamo in mente che gli studii estranei alle nostre scuole devono essere messi da parte. Se uno che studia la lingua latina volesse nello stesso tempo studiare l'inglese e il francese, quale lingua saprebbe al fine dell'anno? Il programma della scuola di latinità è già tale da preoccupare un ingegno svegliato per tutto il tempo delle scuole. Vi sono dei giovani che leggono molto, ma tanto leggere non s'avvedono che non fa altro che imbrogliare la loro mente. Molti sono che leggono poeti, racconti, storie, prose classiche non prescritte; cose buone se volete, ma intanto lasciano troppo da parte il loro dovere, trascurando di acquistare le cognizioni necessarie.
Ma conte passare il tempo, voi direte, quando è fatto il lavoro, è studiata la lezione? Quando avrete fatto il vostro dovere, se vi resta ancora qualche ora di tempo libero, ripassate le spiegazioni degli autori già fatte, ritornate su certe regole di grammatica che vi sono sfuggite, leggete una facciata del libro di testo prescritto, ma leggetela con attenzione. Insomma non perdete il tempo con leggere le gesta di Guerrin - Meschino, la vita di Gianduja, o quella di Bertoldo.
Dandovi però questi consigli, noti disconosco l'importanza ed i vantaggi di moderate e giudiziose letture; ma è necessario che nel leggere teniate queste, due regole: I° Non si leggano altri libri finchè non si siano compiuti i doveri di scuola. 2° Che non si leggano prima di aver chiesto consiglio al proprio maestro e ad altri capaci di darlo, affinchè non vi avvenga di leggere libri inutili, oppure libri che oltre l'essere inutili siano scritti in lingua cattiva, ovvero libri che siano riprovevoli e che vi guastino la mente ed il cuore con insinuarvi cattive massime.
Un'altra cosa avrei ancora da dirvi. Vi ho promesso di parlarvi dei mezzi necessarii per scoprire la vostra vocazione. Stassera vi dirò poche cose riserbandomi a parlarne poi distesamente altra volta. Molti di voi saran preti, moltissimi resteranno secolari. Ma non bisogna che voi, perchè dite: mi farò prete, vi crediate di riuscire preti; e voi perchè dite: io prete non mi voglio fare, che crediate dover essere secolari. No e poi no. Molte volte Iddio chiama ad essere preti certi giovani che neppur se lo sognavano; e molte volte giovani che si credevano chiamati al Sacerdozio, anzi chierici che avevano già presa la veste, cambiarono strada. Dunque finchè abbiamo tempo preghiamo il Signore che ci insegni la strada per la quale dobbiamo camminare. E primo mezzo per fare certa la nostra voicazione è quello che ci suggerisce S. Pietro: Fratres, satagite ut per bona opera certam vestram vocationem et electionem faciatis. Condurre una vita piena di buone opere, una vita col santo timor di Dio. Tutto quello che facciamo, farlo alla maggior gloria del Signore, e allora il Signore ci dirà quello che vuole da noi, per che strada dobbiamo incamminarci, qual carriera abbiamo da scegliere.
 La sera seguente D. Bosco ritornò sull'argomento della morte di Saracco, insistendo nuovamente sulla gran necessità che si aveva di tenersi preparati al gran passo, non trascurando la frequenza dei Sacramenti. - “ Egli sabato spirava, così D. Bosco, senza potersi confessare e chiamando il confessore replicatamente con voce lamentevole. Domenica il suo cadavere era condotto al cimitero. Io domandai con grande ansietà se quel poveretto avesse fatto l'esercizio della buona morte e mi fu risposto che sì: e ciò mi consolò molto e speriamo che dall'ultima confessione non abbia avuto nessuna colpa grave sull'anima; e poi il vero desiderio che morendo aveva di confessarsi speriamo l'abbia scancellata.
” Ah miei cari figliuoli! Chi ha tempo non aspetti tempo. Dum tumpus habemus operemur bonum. Tutti noi abbiamo da fare un gran viaggio. Ibit in domum aeternitatis suae. Prepariamoci adunque a questo gran viaggio. Saracco aspettava la domenica e non venne per lui. Nell'occasione adunque della olennità di Maria SS. Immacolata aggiustiamo le nostre partite dell'anima, accostiamoci bene ai SS. Sacramenti della Confessione e della Comunione! Miei cari figliuoli, siamo noi sicuri che procrastinando di confessarci, il Signore abbia la bontà di aspettare il nostro comodo? Adunque dopo domani onoriamo Maria ed assicuriamoci il paradiso ”.
Un fatto singolare intanto si rinnovava in questi mesi.
D. Bosco narrò come avvenisse più volte che presentandosi qualche alunno alla balaustra dell'altare per ricevere l'ostia santa, dal celebrante fosse lasciato da parte, passando oltre senza comunicarlo. Se il giovane medesimo incontrando detto sacerdote in cortile gli chiedeva il perchè non lo avesse comunicato, sentivasi rispondere! - E tu col peccato in cuore osi andare alla Comunione? Non vedi come l'anima sia brutta e nera? - Quel prete se ne accorgeva dal colore che prendeva la lingua in quel momento, e più volte avvertì D. Bosco perchè riparasse ai danni delle confessioni mal fatte.
Ed eccoci all'8 dicembre, che in quest'anno segnava un nuovo trionfo per la Chiesa e cagionava una grande gioia a D. Bosco. Il Papa pubblicava un'Enciclica nella quale condannava i principali errori dell'epoca moderna, non solo riguardo alle verità soprannaturali ma eziandio alle naturali, per la loro pravità eretica, e il danno immenso che arrecano anche nell'ordine filosofico, sociale e politico. Coll'Enciclica concedeva il giubileo per tutto l'anno 1865, e le univa un Sillabo, ossia un elenco, di ottanta proposizioni condannate. Pio IX con indomita fermezza continuava coi suo insegnamento infallibile l'opera di Gesù Cristo. Ego in hoc natus ston et ad hoc veni in mundum ut testimonium perhibeam veritati (I). Si era detto che le dottrine della' santa Sede non facevano più nè caldo nè freddo alla civiltà moderna, e alla parola del Papa trasmessa a tutte le Chiese del mondo, l'intera società si commosse fino dalle più profonde viscere. Migliaia di giornali, ed anche i liberali, pubblicarono l’Enciclica ed il Sillabo; le sette bestialmente diaboliche uscirono colle loro stampe e nelle loro assemblee in insulti furiosi e in bestemmie.
I Governi di Francia e d'Italia con radunanze di Ministri, circolari minacciose ai Vescovi, decreti proibitivi di ristampe e di spiegazioni pastorali, dispacci diplomatici, istruzioni inquisitorie alla polizia, cercarono invano di soffocare la parola del Pontefice, mentre milioni di veri cattolici e i loro Vescovi con un plauso immenso esclamavano: Non con Belial, ma con Ges√π Cristo e col suo Vicario.
La Madonna SS. aveva intanto ricevuto i debiti onori dai giovani di D. Bosco, il quale ne' giorni seguenti parlava ancora delle vocazioni.
 
10 Dicembre. - Abbiamo detto che primo mezzo per scoprire a che stato Dio ci chiami sono le buone opere. Il secondo è quello del quale così parla S. Paolo: - Oportet autem illum et testimonium habere bonum ab iis qui foris sunt. Chi sono costoro che essendo fuori di noi debbono renderci testimonianza? Sono il padre, la madre, il parroco, i compaesani, il Direttore del Collegio o casa di educazione nella quale ci troviamo. Nè per Direttore per es. qui nel nostro Oratorio intendo di parlar di me solo, ma di tutti quelli eziandio che qui entro hanno cura di voi.
I giovani ben presto colla loro condotta dimostrano dove Dio li chiami e secondo questa condotta coloro che foris sunt proferiscono la loro sentenza. Vedendo certi giovani che sono raccolti in chiesa, riserbati nel tratto, affabili con tutti, sentite che si va dicendo di loro: Che buon prete sarà costui! - Di quell'altro si dice: - Che buon soldato diventerà! - E di lui terzo: - Di questo ne faremo un eccellente panettiere? - Voi ridete? Ebbene dite voi: certi giovani poltroni che si trovano qui nell'Oratorio, i quali non ostante che abbiano palle a volontà a pranzo ed a cena; a colazione una porzione di questo che è maggiore di quella che si dà in tutti gli altri collegi, a merenda lui altro gavasso; pure non contenti ancora fanno raccolta a pranzo e a cena di cinque o sei pagliotte, quasi avessero paura di morire di fame, dite voi, questi non hanno tutti i segni più evidenti che la loro vocazione si è di fare il panattiere? E sapete perchè fanno questa raccolta di pane? Ve lo dirò io! Non hanno fatto il lavoro, o non sanno la lezione e per questa o per qualunque altra ragione non vogliono andar a scuola; quindi si dànno per ammalati e per far vedere che manca l'appetito non prendono la colazione; ma poi vanno in camerata ed ivi tranquillamente mangiano il palle raccolto il giorno innanzi. Simile condotta credete voi che faccia un buon nome?
Stiamo attenti a far tutto, eziandio i doveri pi√π piccoli, con diligenza, se vogliamo che il Signore ci faccia conoscere la strada per la quale egli intende che noi camminiamo.
Vi sarà un giovane al paese del quale si sa da tutti che ha intenzione di farsi prete; ma in quanto a studiare studia poco, in chiesa va meno che può e vi sta con poca divozione, giuoca volentieri, frequenta certi compagni si lascia sfuggire certe parolacce. La popolazione parla di lui e dà la sua testimonianza: - Che cattivo prete ha da riuscire costui! - Questo giovinetto viene dell'Oratorio mandato dai parenti e talora senza chiedere consiglio al parroco. Ma ohimè che freddezza! Prendete in mano la censura coi voti. In chiesa medie in scuola medie in refettorio medie in studio medie, in camerata medie, ecc. ecc.. Tanti medie, posson fare un optime? Mai no!
Ah, miei cari! diportatevi belle acciocchè i superiori possano dirvi francamente il loro parere sulla vocazione.. State attenti a quello che vi dico adesso, perchè son cose che nei libri non si trovano, oppure si trovano in libri che voi nel vostro stato presente non potete procurarvi. Abbiate confidenza nei vostri superiori, venite a consultarli, perchè è nostro piacere giovarvi in tutto quello che possiamo. Vi sono giovani che in tutto l'anno non si accostano mai ai Superiori e non si curano menomamente di pensare alla loro vocazione. Vengono le vacanze, si presentano al parroco e domandano consiglio se debbano farsi prete o prendere altra professione. Il parroco domanda loro: - Che cosa ti ha detto D. Bosco? - Non mi ha detto nulla, rispondono essi. - Ed io sfido chiunque a dir loro qualche cosa se non si lasciano mai vedere. E poi cogli occhi bendati prendono uno stato, si fanno preti, per es. senza badare menomamente se Dio li abbia chiamati Che sarà mai di loro, privi delle grazie necessarie?
In ultimo dirò chi sono quelli dai quali si deve prendere consiglio. Primi i genitori. Essi però non sempre sono consiglieri sinceri, perchè molte volte non prendono per guida del loro consiglio il benessere spirituale del figlio, la volontà del Signore, ma sibbene l'interesse del benessere temporale. Se hanno speranze di una buona prebenda lo spingono al Sacerdozio, se no, lo incamminano per altra carriera e alcune volte si oppongono risolutamente se manifestasse qualche desiderio di farsi prete.
Ma se i parenti vivono da buoni Cristiani allora sono i migliori consiglieri che si possano desiderare. Essi hanno osservati accuratamente molti anni della vostra vita ed il loro consiglio non può essere non giusto e sensato. Comunque sia, domandate sempre questo consiglio ai vostri genitori che in generale se voi lo domanderete come va domandato, vi sarà dato come si conviene. Parlerò un'altra volta dei testimonio interno della vostra vocazione.
 
12 Dicembre. - Abbiamo parlato del testimonio di coloro qui foris sunt, l'ultima volta. Ora parlerò di quello che solo può giudicare le cose interne della nostra anima e questo si è il confessore. A liti perciò dobbiamo aprire schiettamente la nostra coscienza ed egli saprà dirci dove il Signore ci vuole. Scelto che abbiano un confessore dobbiamo con assiduità andare dallo stesso, perchè altrimenti che giudizio potrà fare della nostra vocazione se non ci conosce perfettamente? Quindi non bisogna che voi abbiate due confessori uno pei giorni feriali e l'altro pei giorni di festa; che quando avete sulla coscienza qualche cosa che sia più grave del solito o almeno che vi sembri più grave, andiate a confessarvi da un altro, lasciando il solito; a questo modo accadrà che il vostro confessore si crederà di avere un angioletto e invece avrà un diavoletto e darà un giudizio oh quanto diverso dal vero. Voi quindi vi incamminerete per uno stato per il quale il Signore non vi voleva. Peggio se faceste come certi giovanetti che tutte le volte che si confessano cambiano confessore e sembra che vadano ad assaggiarli tutti per sapere di che gusto sono Quindi, miei cari figliuoli, vi dico schiettamente; mio desiderio è che vi scegliate un confessore e che andiate sempre dallo stesso, se volete sapere ciò che il Signore vuole da voi. Confessori estranei alla casa ne vengono pochi, ma ne avete tanti nella casa che potete scegliere uno che faccia per voi.
Per gli artigiani questa regola non fa di bisogno. La loro vocazione è già determinata; si tratta di martello, sega, torchi, ago e che so io. Ma per gli studenti er i quali la vocazione non è ancor bene determinata corre tutt'altra regola. Tuttavia con ciò non voglio dire che chi muta confessore faccia peccato. Questo no. Anzi faccio notare che se qualcuno di voi avesse per disgrazia qualche grave peccato nell'anima e non avesse coraggio di confessarlo al suo confessore ordinario, è molto meglio, piuttosto che fare una confessione sacrilega, che vada da un altro confessore: cambi anche tutte le volte. È meglio che sia incerto del proprio stato che commettere un sacrilegio, tacendo un peccato in confessione. Ma costui prima di decidere sulla vocazione al fine dell'anno faccia una buona confessione generale. Il confessore lo ascolterà con carità, lo aiuterà a dire ciò che ha vergogna di dire e gli mostrerà qual sia la sua vocazione. Ricordatevi adunque che il primo giudice della vostra vocazione si è il confessore. Se i  vostri parenti, se il parroco, se il Direttore della casa di educazione Vi dicessero di farvi preti; se aveste anche voi una certa inclinazione di farlo, ma il confessore vi dicesse: - Figlio mio, questo stato non è per te. - a nulla valgono tutte le altre testimonianze; è questa sola che voi dovete seguire.
Nello stato secolare poi vi sono anche molte gradazioni di mestiere, professione, grado sociale. Anche in ciò è meglio che stiate a ciò che dirà colui il quale conosce bene il vostro interno. Vi potrà dire per es.: Il fare il maestro non è per te; il fare l'avvocato, o il medico o il militare non è per te. Prendi invece questa o quest'altra arte o professione. Il Confessore, uomo di esperienza, ne sa più di voi. Esso vi può anche suggerire i mezzi per fare la vostra carriera. Naturalmente se vorrete farvi per es. avvocato e non ne aveste i mezzi, egli non potrà somministrarveli, ma almeno tante volte potrà additarvi il modo col quale conseguire il vostro fine.
Le parlate che D. Bosco tenne nei giorni seguenti, mentre premunivano i giovani contro la nequizia degli scandalosi, annunziavano gli ultimi momenti e la morte di un confratello secolare della Pia Società. Sì avverava la predizione fatta dal servo di Dio alcuni settimane prima. Il suffragare le anime del purgatorio, la novena del Santo Natale, un ultimo avviso per riuscir bene negli studii, e il pensiero della morte, gli suggerivano eziandio argomenti pe' suoi discorsi.
La cronaca, 13 dicembre, nota “ Stassera il campanello avvisa che si porta il SS. Viatico a Giovanni Lagorio appartenente alla Congregazione e addetto alla biancheria. I giovani si radunano in chiesa onde pregare la Vergine SS. a concedere al povero ammalato le grazie delle quali abbisogna.
” D. Bosco appena data la benedizione sale sulla predella dell'altare e così parla: - Miei cari figliuoli; stassera fu portato Gesù Cristo in sa­cramento ad un nostro fratello gravemente ammalato. Benchè vi sia poca speranza di guarigione, siccome può ancor vivere qualche tempo e può anche morire presto, pregate il Signore acciocchè gli dia forza nel soffrire con rassegnazione la malattia e la grazia di morire santamente. Perciò incominceremo domani mattina a recitare un Pater ed Ave per l'infermo, il quale Pater ed Ave presto forse cangieremo in un Requiem aeternam.
” Figliuoli miei, pensiamo in questo momento ad un massimo nostro dovere: ed è che dobbiamo fare buon uso della sanità in servizio e gloria di Dio. La sanità è un gran dono del Signore e tutta per lui noi dobbiamo impiegarla. Gli occhi debbono vedere per Dio, i piedi camminare per Dio, le mani lavorare per Dio, il cuore battere per Dio, tutto insomma il nostro corpo servire per Dio finchè siamo in tempo; in modo che quando Dio ci toglierà la sanità e ci avvicineremo all'ultimo nostro giorno, la coscienza non abbia a rimproverarci di averne usato a male. ”
La sera dopo D. Bosco salì la cattedra e parlò con voce estremamente commossa.
 
14 dicembre. - Stassera miei cari figliuoli, ho da darvi alcune dolorose notizie. Voi dovete saperle; e se non sapete vi faccio notare che nelle principali novene che noi facciamo, alcuni giovani abbandonano l'Oratorio per andare alle loro case. Nessuno li mandò via, sono essi che se ne andarono, ossia è la Madonna stessa che li allontanò. Alcuni che si volevano ancora tenere per compassione, piuttosto che fermarsi saltarono il muro e fuggirono. E quel che è più doloroso si è che dovettero partire, perchè non potevano più stare insieme con noi, perchè offesero il buon costume. Essi non potranno dimenticare mai Più, finchè vivranno, perchè abbiano lasciato l'Oratorio; il loro cuore sanguinerà al solo pensarvi e dovranno dire: - Colpa di tutto questo sono io solo. - Al paese si domanderà loro: - Perchè avete lasciato l'Oratorio? - E che cosa potranno essi ispondere? Nulla. Se non che sentiranno piombare sull'anima l'unica risposta che dovrebbero dare: - Io lasciai l'Oratorio perchè commisi la più brutta delle colpe! - Si ricorderanno di aver troncati i loro studii, di non aver potuto conseguire ciò che desideravano, di avere d'un tratto veduto svanire ogni più bella speranza della lor vita e dovranno rispondere dolorosamente a se stessi: Io solo ne son la cagione. - Se fatti grandi si incontreranno in qualche antico compagno, il chiodo doloroso nuovamente tornerà a piantarsi nel loro cuore, perchè si vedranno dinanzi il testimonio della loro colpa e della loro vergogna. Che se tanto dolorosa è la ricordanza di questa colpa uando sono robusti e sani, che cosa sarà quando le forze incomincieranno a mancare loro, quando saranno confinati in un letto e vedranno allora la terribile bruttura della loro mancanza? Dovranno esclamare: - Cagione di tante mie pene sono io solo! Questo in faccia agli uomini. E in faccia a Dio che è purità infinita? Oh quanti casi vi potrei citare successi pochi giorni sono, se mi fosse lecito raccontarveli.
Oh quanto sono tremendi i castighi del Signore contro gli immodesti i Ve ne dirà di un solo avvenuto stanotte in Torino. Un giovane morì stanotte di morte improvvisa, mentre peccava. Egli morì e la sua anima dove si troverà ora? Andarono sul far dell'alba a chiamarlo gli amici, lo scossero, lo trovarono morto; e furono tutti testimoni dei come fosse morto. Non vi dico di più perchè sono cose troppo orribili e schifose.
Miei cari figliuoli, aiutatevi gli uni gli altri nel coltivare la bella virtù della purità. Fate patto fra di voi di non far mai il menomo atto, dì non dir mai la menoma parola, di non gettare la menoma occhiata he possa offendere questa bella virtù. Se vedete un compagno che è in pericolo di cadere, correte per carità, correte a soccorrerlo, allontanatelo da certi compagni, avvisatelo, pregate per lui, insomma salvatelo. Ne avrete un merito in faccia a Dio ed a Maria. Se poi vedete che qualche compagno cerca di guastare gli altri, muovetevi tosto contro di lui, strappategli dalle unghie la sua preda, gridate: - al lupo, al lupo. - Che fareste se nella vostra greggia si cacciasse il lupo e incominciasse a sbranare le pecore e non vi sentiste la forza di combatterlo e salvare le vostre pecorelle? Chiamereste aiuto, gridereste, al lupo, al lupo. Così fate ancora contro questi lupi infernali che rovinano le anime dei vostri compagni. Gridate al lupo, al lupo, gridatelo ai vostri compagni e se non basta gridatelo ai Superiori ed essi sapranno combatterli.
Un'altra notizia dolorosa ho da darvi e si è che il nostro fratello Giovanni Lagorio si avvicina sempre più all'ultima sua ora. Egli è perfettamente rassegnato, anzi non ha altro desiderio che di volare al cielo e così liberarsi da tante pene e di corpo e di spirito. Noi abbiamo tutta la ragione di sperare che quando il Signore lo chiamerà, esso andrà a goderlo in paradiso.
È  uomo di molta virtù. Un altro giorno vi racconterò qualche cosa di lui. A tutti i modi preghiamo perchè il suo passaggio sia felice. Stassera fate massimo silenzio nelle scale, nelle camerate; e andando a letto recitate una Salve alla Vergine perchè lo aiuti nel gran passo che è per fare. Domani forse dopo il Pater e l'Ave che diciamo per lui, invece del gloria reciteremo il requiem. Buona notte.
 
15 dicembre. - Stamane verso le due ore il nostro fratello Giovanni Lagorio passava all'eternità. Dite anni fa egli venne nella casa già attaccato dal male del quale morì. Fino a ieri egli credette di poter guarire, ma verso sera si accorse come la morte fosse imminente. Mi ripetè con voce fioca quello che gia mi aveva detto altra volta. - Dica ai giovani che preghino per me, acciocchè lui sia dato di veder presto la faccia del Signore, dica che io lassù in Cielo pregherò continuamente Maria SS. acciocchè interceda per loro presso Dio tutte le grazie delle quali hanno di bisogno. - Io promisi che vi avrei dette queste sue parole e lo incaricai, appena giunto in paradiso, di salutare Maria SS. da parte di tutti noi e di pregarla che faccia sì che tutti noi ci possiamo trovare un giorno uniti a lodarla e ringraziarla in cielo. Egli mi assicurò che lo avrebbe fatto. Preghiamo adunque per lui, acciocchè se avesse ancora qualche piccola macchia da purgare, possa presto essere liberato delle pene del purgatorio. Ha detto il Signore che colla stessa misura colla quale avremo misurato agli altri saremo trattati noi, e che senni avremo avuto misericordia per gli altri, il Signore l'avrà anche per noi. E santo Agostino lasciò scritto che pregando per le anime sante del purgatorio, mentre le togliamo da quei tormenti, prepariamo anche per noi un purgatorio più breve. Se noi preghiamo per i defunti, quando saremo morti anche noi, vi saranno coloro che per ispirazione del Signore pregheranno per noi. Che se noi siamo obbligati a pregare per tutti i defunti in generale, molto più lo siamo per chi passeggiava con noi nello stesso Oratorio, pregava con noi nella stessa chiesa, mangiava con noi lo stesso pane; insomma era nostro fratello. Domani mattina si farà il funerale, si canterà la Messa e si reciterà il rosario da requiem. Tutto il bene che domani si farà nella casa servirà per suffragio dell'anima di Lagorio, Tutte le comunioni sieno a questo scopo; chi non potrà fare la Comunione Sacramentale la faccia spirituale, chè il Signore accetterà anche quella in soddisfazione delle pene delle anime del purgatorio. Siccome piove e non è conveniente per la sanità che tutti andiate all'accompagnamento funebre, così alcuni giovani designati dal Prefetto accompagneranno il cadavere al luogo della sepoltura.
 
16 Dicembre. - Oggi è cominciata la novena del Santo Natale. Voi sapete qual sia l'importanza che io do a queste novene.
Un altro avviso ho da darvi. Qui nella casa si fa grande spreco di pane. Si trova pane sotto i letti, pane nelle scale, pane nei cortili, pane nelle scuole, pane dapertutto. Io apprezzo troppo questo genere necessario per la vita, so quanto costa procurarlo, so che è un dono della Provvidenza, e farei qualunque sforzo perchè non fosse così sprecato. Quindi quando avete qualche tozzo di pane, il quale perchè è duro, o per qualunque altra cagione volete gettarlo via, piuttosto portatemelo; io me lo porrò in saccoccia e ne farò l'uso che stimerò meglio.
In ultimo se volete un fioretto ve lo do. Domani o comunicandovi sacramentalmente o spiritualmente, date un bacio al bambino Ges√π che viene nel vostro cuore.
 
18 Dicembre. - Continuando a parlare dei mezzi per studiare oggi vi dirò il principale. Ricorrere sempre alla protezione di Maria Santissima. Maria è sede della sapienza; quindi avanti di studiare la lezione, prima di incominciare la spiegazione degli autori, prima di fare la composizione non dimenticatevi mai di dire un'Ave alla santa Vergine e poi soggiungere: Sedes sapientiae, ora pro nobis.
Stassera debbo darvi una triste notizia. Un falegname, che tempo fa praticava la casa per cose del mestiere, aveva messo su bottega; stamane andò a distribuire il lavoro ai suoi artigiani ed a mezzo giorno moriva colpito di apoplessia. Non sta bene darvi notizia di morte in tempo di una novena così bella; ma che volete? Se si parla di vita vien subito in mente la morte. Ed eziandio se non ci si pensa essa non manca di venire. Innocenzo III era un gran Papa e di santa vita, ma aveva una paura estrema della morte e non voleva mai sentirne a parlare. Quindi se nella cappella del palazzo Vaticano si faceva predica, proibiva all'Oratore di trattar questo tema: se faceasi leggere alcun libro ordinava che si smettessero quei capitoli che ne parlavano, se leggeva egli stesso, saltava quei capitoli che menomamente l'accennassero. Quando morì, lo scultore che gli innalzò la tomba lo scolpì egregiamente sul sarcofago, prendendo l'idea di questo suo terrore. Il Papa è in atto di morire. La morte è sotto il letto e sporgendo la scarna testa, stende la mano spolpata per abbrancarlo. Il Papa balza seduto, spaventato da quella brutta figura, ma non può fuggire.
Vi sono molti al mondo che non vogliono ricordare la morte. Figliuoli miei, alla morte non pensateci, ma volere o non volere ha da venire.
Finisco col fioretto. Domani domandiamo al buon Gesù la grazia che venga a farei un piccolo furto: e sapete quale è questo furto? Che venga a rapire il cuore di tutti voi ed anche il mio; perchè sarebbe troppa sventura per me se il vostro cuore fosse pieno d'amore di Dio, ed il mio freddo come il marmo fosse in sua disgrazia.
 
 
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