CAPO II

«Nei primi giorni, egli dice, che io sono venuto a questa borgata di Murialdo, vedeva spesse volte un fanciullo di forse cinque anni venire alla chiesa in compagnia di sua ma¬≠dre. La serenità del suo sembiante, la com¬≠postezza della persona, il suo atteggiamento divoto, trassero sopra di lui gli sguardi miei e gli sguardi degli atri.

CAPO II

da Spiritualità Salesiana

del 05 maggio 2009

Morale condotta tenuta in Murialdo - Bei tratti di virt√π - Sua frequenza alla scuola di quella borgata.

 

Qui ci sono cose che appena si credereb­bero, se chi le asserisce non escludesse i no­stri dubbi. Io mi attengo alla relazione che il Cappellano di quella borgata ([1]) ebbe la cortesia dì farmi intorno a quel suo caro a­lunno.

«Nei primi giorni, egli dice, che io sono venuto a questa borgata di Murialdo, vedeva spesse volte un fanciullo di forse cinque anni venire alla chiesa in compagnia di sua ma­dre. La serenità del suo sembiante, la com­postezza della persona, il suo atteggiamento divoto, trassero sopra di lui gli sguardi miei e gli sguardi degli atri. Che se giunto alla chiesa l’avesse trovata chiusa, allor succe­deva un ameno spettacolo. Ben lungi dallo scorrazzare o schiamazzare da sé o con al­tri, come sogliono fare i ragazzi di tale età, egli recavasi sul limitare della porta, si met­teva in ginocchio e col capolino chinato e colle innocenti manine giunte dinanzi al petto fervorosamente pregava finché venisse aperta ha chiesa. Si noti che talvolta il terreno era coperto di fango, oppure cadeva neve o pioggia; ma egli a nulla badava e vi si metteva egualmente ginocchioni a pregare. Maravi­gliato e mosso da pia curiosità ho voluto sa­pere chi fosse quel fanciullo, che era dive­nuto l’oggetto della mia ammirazione, e seppi essere il figliuolo del ferraio Carlo Savio.

«Quando poi m'incontrava per la strada cominciava di lontano a dar segni di com­piacenza, e con un’aria veramente angelica preveniva rispettosamente il mio saluto. Co­minciò egli pure a venire alla scuola, e poi­ché era fornito d’ingegno ed assai diligente nell’adempimento de’ suoi doveri, fece in breve tempo notevole progresso nello studio. Egli era costretto a conversare con giovani discoli e divagati,  ma non mi è mai acca­duto di vederlo in contesa. Se poi fosse av­venuto qualche alterco, egli, sopportando con pazienza gl’insulti dei compagni, tosto da loro si allontanava. Né mi ricordo di a­verlo veduto a prendere parte a divertimenti pericolosi, a dare il minimo disturbo nella scuola. Anzi molti compagni lo invitavano ad andare seco loro a fare delle burle a per­sone d’età avanzata, a scagliar sassi, a ru­bar frutta altrui o a cagionar guasti nelle campagne; ma egli destramente sapeva di­sapprovare la loro condotta e rifiutavasi dal prendervi parte.

«La pietà già dimostrata pregando sul li­mitare della chiesa non venne meno col cre­scere dell’età. Di cinque anni egli aveva già imparato a servire la santa Messa e la ser­viva divotissimamente. Ogni giorno vi andava, e se altri voleva servirla, egli la ascol­tava, altrimenti vi si prestava con un con­tegno il più edificante. Siccome era giovane d'età e piccolo di statura, non poteva tra­sportare il messale; ed era cosa curiosa il vederlo avvicinarsi ansioso all’altare, levarsi sulla punta dei piedi, tendere quanto poteva le braccia, fare ogni sforzo per toccare il leggío. Se il sacerdote od altri avesse voluto fargli la cosa più cara al mondo, doveva, non già trasportare il messale, ma avvici­nargli il leggío tanto che lo potesse raggiu­gnere; ed allora egli con gioia lo portava al­l’altro lato dell’altare.

«Si confessava con frequenza, e come fu capace di distinguere il pane celeste dal pane terreno, venne ammesso alla santa co­munione, che egli riceveva con una divozione veramente ammirabile. Alla vista di que’ belli lavori, che la grazia Divina compieva in quel­l’anima innocente, ho più volte detto tra me: Ecco un giovinetto di ottime speranze. Dio voglia che gli si apra una strada per con­durre a maturità frutti così preziosi.» Fin qui il Cappellano di Murialdo.

 

[1] Cappellano di questa Borgata era allora il sac. Zucca Giovanni di Moriondo; ora domiciliato patria sua.

san Giovanni Bosco

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