Una lista molto particolare di cose da chiedere al nuovo anno...
Cosa chiedereste al vostro 2016 se poteste fare la lettere come quella che si fa a babbo natale?
Io, più o meno, chiederei queste cose qui:
PIÙ SCONTRI E MENO PACE. Sì, meno pace. Meno pace perché a volte la pace è data dalla solitudine o dal silenzio. È data dal fatto che non si comunica, non si parla, non si esprimono le proprie idee con forza. E allora, caro 2016, spero vivamente di avere da te tanti giorni di vivi scontri, di scambi di opinione dai quali uscire più ricca e più amata. Perché solo così potrò trovare davvero pace.
PIÙ FATICA E MENO LAVORO perché non è il lavoro a nobilitare l’uomo ma la fatica, quella che gli fa capire di essere vivo e di esperire a qualcosa. E allora, caro 2016, credo di essere stata abbastanza infaticabile quest’anno, tanto da meritare ancora un po’ di fatica, di quella che ti spezza la schiena, non ti fa oziare e non ti fa credere di aver vissuto una giornata invano. Ma meno lavoro, perché il lavoro mi rende acida e a volte arida. E lo so, ultimamente lavoro tanto… Ma è proprio per questo che te lo chiedo…
TANTI DOPOCENA, SENZA CENA. Di quelli nei quali scambi due parole, giochi, guardi la TV, ti rilassi, ti godi l’aria fresca, vai a guardarti un bel film al cinema… Perché il dopocena non è un obbligo al quale adempiere, non è scontato, spesso non c’è tempo per il dopocena, ma alla fine è l’unico momento per il quale vale la pena vivere la cena. Quindi, mio buon amico 2016, io rinuncio volentieri alle formalità della cena e arrivo direttamente al sodo dopocena, e spero di averne tanti e tutti diversi perché vorrà dire che mi avrai portato tante persone con le quali condividere.
LE SEDIE. Ormai, dopo tanti anni, dovresti saperlo anche tu che mi mancano le sedie. 2016, credo che tu sia l’anno giusto, preposto a portarmele. E faresti davvero un bel lavoro sai? Perché le sedie sono accoglienza, sono ristoro, sono segno di apertura, sono il simbolo del rifugio. Per questo spero tu mi regalerai le sedei, perché vorrà dire che mi regalerai giorni di ristoro, tempo di accoglienza, momenti di riposo, e attimi nei quali potrò donare agli altri un posto dove fermarsi Per ricaricarsi.
GLI ABBRACCI. Quelli veri, sentiti, come i “come stai?” detti per ascoltare davvero la risposta. Di questi non c’è molto da dire: 2016, portamene tanti e fai che me ne vengano chiesti tanti.
UN BIBERON. Potresti portarmelo per tanti scopi, e certo non disprezzerei il suo scopo principale, però il motivo principale per il quale te lo chiedo è che voglio metterlo lì e ricordarmi com’era quando pensavo da bambina. Sì, 2016: tu porterai con te un altro anno ma io voglio sentirmi sempre e ancora bambina. Bambina quando vorrò fare un capriccio, bambina quando davanti a una vetrina di cose che mi piacciono emetterò gli “ultrasuoni” di gioia, bambina quando vorrò andare sulle giostre, bambina quando scarterò un regalo, bambina quando mangerò il primo gelato della stagione, bambina quando guarderò le strade attorno a me e vedrò cartunia.
MENO OCCHI E PIÙ SGUARDI perché gli occhi ti giudicano, gli occhi ti feriscono, gli occhi ti attraversano e forse non ti guardano ma cercano di rubarti qualcosa. Gli sguardi, invece, ti parlano, cercano di capirti, restano lì in attesa di quello che tu vorrai dire o meno. Gli sguardi comunicano, amano. 2016, ho bisogno di una manciata di sguardi, non solo da ricevere ma anche da donare. Gli sguardi giusti per guardare i giovani, osservarli e farli sentire amati e cercarli lì dove loro sono. AI familiari, agli amici e, perché no, anche ai vicini perché il mio prossimo abita proprio sul mio stesso pianerottolo,
UN ROBOT ASPIRAPOLVERE. Ok, 2016, potresti dirmi che quello me l’ha già portato il 2015 e hai ragione. Ma me ne servirebbe un altro: uno per tenere sempre pulite le mie giornate. Avrei bisogno di tenere lontano le ragnatele della maliconia e di non far prendere polvere ai buoni propositi. Avrei bisogno di risolvere tutte le cose nelle quali credo e di lucidare ben bene il sorriso.
UN ACCAPPATOIO per assorbire tutto il bagnato, tutto quello che già c’è e tutto quello che pioverà. Lo voglio asciugare, lo voglio pulire perché la verità, 2016, è che io già lo penso che piove sempre sul bagnato e allora voglio sforzarmi di essere più positiva. E solo tu mi puoi aiutare, regalandomi un accappatoio.
SCARPE NUOVE e comode per camminare lungo i giorni che mi metterai davanti, i tuoi giorni, 2016. Scarpe per stare al passo con chi mi sta accanto, scarpe per seguire chi mi ha insegnato e continuerà a insegnare tanto, scarpe per battere qualche strada poco battuta che, magari, per qualcuno potrà segnare un sentiero.
E scusami 2016, non vorrei essere scortese, ma visto che hai un giorno in più, non è che potresti anche regalarmi un po’ di PENSIERI DALL’ALTO? Perché io, quaggiù, sono una poveretta che prova a viverli tutti al meglio i tuoi giorni ma…come si dice…sono intelligente ma non mi applico…e allora diciamo che di un aiutino ho sempre bisogno. Regalami un pensiero, una preghiera, ogni volta che potrai.
Con affetto,
una tua affezionatissima fan, ogni anno.
Buon 2016 a tutti!
Animatori Salesiani
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