Cina, arrestati due preti della Chiesa non ufficiale - India, 5 suore cattoliche bastonate da estremisti - India, nel 2005 oltre 200 casi di violenze anti-cristiane
del 06 novembre 2005
CINA
Cina, arrestati due preti della Chiesa non ufficiale
L’arresto è avvenuto dopo che i 2 hanno concelebrato la messa solenne di chiusura dell’Anno dell’Eucarestia. Entrambi erano già stati fermati nel 1999.
 
Yongqiang (AsiaNews/Ucan) – La pubblica sicurezza cinese ha arrestato 2 preti della Chiesa non ufficiale  della diocesi di Wenzhou, nella provincia orientale del Zhejiang, che avevano appena celebrato la messa conclusiva dell’Anno dell’Eucarestia. Padre Shao Zhumin, vicario generale della diocesi, p. Paul Jiang Sunian, il cancelliere, ed altri 5 preti stavano concelebrando la messa ieri nella parrocchia di Yongqiang davanti a circa 600 fedeli.
Dopo la messa p. Shao ed un gruppo di preti, suore e laici, si sono recati in un ristorante per la cena. Alcuni membri della pubblica sicurezza hanno arrestato p. Shao mentre ordinava il cibo al bancone: i suoi compagni stavano aspettando in un’altra stanza. Spaventati dall’arresto i laici hanno scortato gli altri preti fuori dal ristorante passando dall’uscita di servizio, in cucina. P. Jiang, che non era andato a cena con gli altri per rimanere in parrocchia, è stato invece arrestato ad un casello di Bailou, nella città di Shuangyu.
Secondo alcuni i 2 sarebbero stati arrestati perché leader riconosciuti della comunità: la messa non aveva richiamato infatti tanti fedeli come in un’altra diocesi, dove la celebrazione per la chiusura dell’anno eucaristico si è svolta il 22 ottobre senza problemi. Altre fonti dicono di non capire l’arresto perché la situazione della comunità non ufficiale di Wenzhou “è stata calma” per del tempo e perché una serie di preti arrestati negli anni scorsi sono stati gradualmente rilasciati negli scorsi anni.
La cerimonia del 27 ottobre si è divisa in 5 parti: una breve celebrazione per ricordare la chiusura dell’anno voluto da Giovanni Paolo II; il racconto delle attività svolte durante l’anno da diversi preti; la spiegazione dell’importanza dell’eucarestia per la Chiesa ed i cattolici; una processione ed una adorazione eucaristica e la benedizione finale.
P. Shao, di circa 40 anni, era già stato arrestato nel 1999 ma, ricoverato d’urgenza per una malattia contratta durante la detenzione, era stato scarcerato. Nel novembre del 1999 p. Jiang è stato fermato per aver pubblicato in maniera illegale 120 mila libretti di inni e arrestato formalmente il 23 dicembre. La sua pena doveva essere di 6 anni di carcere ed una multa di 270 mila yuan, ma è stato rilasciato il giorno di Natale del 2003.
Il vescovo della diocesi di Wenzhou, mons. James Lin Xili, è stato arrestato nel settembre del 1999 e si trova tuttora confinato nella cattedrale della Chiesa ufficiale senza libertà di movimento. Non gode di buona salute.
 
 
INDIA
India, 5 suore cattoliche bastonate da estremisti
Una delle religiose, di 68 anni, è gravemente ferita. Gli assalitori le hanno picchiate mentre aspettavano l’autobus.
 
Bhandaria (AsiaNews/Cbci) – Cinque suore cattoliche sono state aggredite a Bhandaria da un gruppo di estremisti forse appartenenti al Sangh Parivar [organismo politico-religioso composto da fondamentalisti nazionalisti ndr]. Una delle suore, madre Rosario (68 anni) è gravemente ferita mentre le altre hanno riportato ferite minori.
L'aggressione è avvenuta il 25 ottobre: gli assalitori hanno colpito le religiose – che appartengono alla congregazione delle Vergini del Signore, le Prabhudasi Sisters - con dei bastoni mentre aspettavano l’autobus su una strada della diocesi di Udaipur, cittadina che si trova nella parte sud dello Stato occidentale del Rajasthan.
Secondo p. Sibi, segretario del vescovo, l'accaduto potrebbe essere in relazione con le proteste di attivisti che “si sono opposti con forza alla processione eucaristica organizzata dalla diocesi che ha portato qui oltre 5 mila tribali cristiani”. La processione “si è però svolta con calma grazie alla protezione della polizia”.
 
 
INDIA
India, nel 2005 oltre 200 casi di violenze anti-cristiane
La denuncia dell’All India Catholic Union: situazione grave negli stati guidati dal fondamentalista Bjp; il governo aiuti a garantire istruzione e lavoro ai giovani cristiani.
 
Mumbai (AsiaNews) – Oltre 200, quest’anno, i casi registrati di attacchi contro i cristiani in India. La denuncia è dell’All India Catholic Union (Aicu), che, comunicando i dati al governo. chiede più garanzie e giustizia per i cristiani nel Paese. Le violenze sono concentrate in quegli Stati dove è al poter il Bharatiya Janata Party (Bjp), che porta avanti una dura politica fondamentalista. Le cifre del 2005 si avvicinano a quelle toccate nel periodo in cui il Bjp guidava il governo centrale.
 
Lo scorso 2 novembre il presidente dell’Aicu John Dayal ha inviato una lettera al primo ministro Manmohan Singh. Nella missiva si ricorda di aver scritto al premier “più volte riguardo alla situazione in Rajasthan, Madhya Pradesh e Gujarat dove la macchina statale è macchiata di violenza”. Secondo quanto scritto, la politica del Bjp “sembra volta a ostacolare l’impegno della comunità cristiana per la sua campagna per la parità di diritti dei dalit (fuori casta) cristiani”.
 
Nella lettera l’attivista informa il governo che “l’Aicu monitora costantemente gli attacchi ai cristiani nel Paese”. Ogni anno, tra novembre e dicembre, Dayal pubblica un libro bianco non ufficiale sulle violenze ai cristiani; l’attivista chiede che il governo faccia lo stesso con un documento ufficiale sulle condizioni di minoranze, tribali e dalit.
 
Finora sia il governo attuale del Congress Party che il precedente del Bjp non hanno fatto niente di simile: “In entrambi i casi la Commissione nazionale per le minoranze non ha fatto alcuna inchiesta effettiva”. La proposta dei cristiani è che New Delhi eserciti “maggiore controllo e pressione sui governi dei vari Stati dell’unione  per assicurare la protezione delle comunità e delle chiese e arrestare i responsabili degli attacchi”.
 
La lettera, firmata anche da altri leader cattolici indiani, si sofferma sulla “vulnerabile” condizione del Rajasthan. Qui il Sangh Parivar (organismo politico-religioso composto da fondamentalisti nazionalisti) ha minacciato di “liberare dai cristiani” un intero distretto a Udaipur. Su questa scia le minacce si sono estese al Madhya Pradesh; il governo locale non ha indagato sulle violenze, ma ha annunciato di voler introdurre una legge anti-conversione.
 
Oltre alla denuncia dei crescenti attacchi, la missiva rinnova la richiesta al governo di “aiutare la comunità cristiana dal punto di vista economico, affrontando il problema dell’occupazione e dell’istruzione giovanili”. I dalit cristiani sono per la maggior parte contadini senza terra; in India centrale l’educazione è ancora privilegio dei ricchi spesso negata alle donne tribali cristiane.
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