È tutto per i giovani il finale del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si terrà il 24 maggio 2009 e ha come tema: "Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia."
del 04 febbraio 2009
Vorrei concludere questo messaggio rivolgendomi, in particolare, ai giovani cattolici, per esortarli a portare nel mondo digitale la testimonianza della loro fede. Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita!
Nella parte finale del Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2009 sembra di sentire l’eco della voce di Giovanni Paolo II, a Tor Vergata durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, che chiede ai giovani di essere “sentinelle del mattino”; sì, è proprio lì nell’invito ai giovani ad essere “araldi” della fede. Di solito si chiede agli adulti di occuparsi dei giovani, sono sempre i grandi a parlare nei convegni sul mondo e sulle problematiche  dei giovani, il Santo Padre non lo fa! Crede nei giovani, crede in ciò che sono e fanno, ama ciò che loro amano perché loro sentano di essere voluti bene davvero e non per mestiere. Proprio in chat, dopo avere letto le parole del Papa, Valeria scrive a Carlo: “È bello sentirsi voluti bene e vedere che qualcuno ha fiducia in te tanto da affidarti ciò che ritiene più prezioso per l’uomo e la società: l’annuncio del messaggio di Cristo”. Benedetto XVI non lo affida al suo ufficio stampa, né al sito del Vaticano, né ai grandi professionisti della comunicazione, bensì a “cuori giovani per i giovani”, forse inesperti ma “on-line” sul canale della concretezza, dell’entusiasmo, nella novità, della spontaneità, del servizio responsabile, della ricerca della felicità: Voi conoscete le loro paure e le loro speranze, i loro entusiasmi e le loro delusioni: il dono più prezioso che ad essi potete fare è di condividere con loro la 'buona novella' di un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per salvare l’umanità. E’ un messaggio di speranza da portare ai coetanei con coraggio, sintonizzandosi sulla lunghezza d’onda delle loro gioie e dei dolori, alla maniera dei “Santi giovani” di ieri e di oggi. Non si tratta di “cristianizzare” blog, portali, siti, ma di testimoniare valori su cui poggia la vita del cristiano nel quotidiano cliccare o navigare, come l’amore, la condivisione, l’unità, il rispetto della diversità, la comunione. In questa direzione chatta ancora Valeria: “Il primo compito del cristiano è evangelizzare, ed ogni attività di volontariato, ogni singolo istante, dovremmo donarlo per portare la buona novella”. Risponde Carlo: “Hai proprio ragione. Lo stile di vita che, giorno dopo giorno, cerco di vivere è fondato sull'educazione; e in questa io vedo una delle massime espressioni dell'evangelizzazione”.
 
Marco Pappalardo
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