La riscoperta, la professione e la trasmissione della fede è il tema che più ci sta a cuore. Per questo rilanciamo quella che per noi cattolici oggi dovrebbe essere la notizia del giorno.
del 18 ottobre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
          Uno dei limiti più seri dell'informazione religiosa oggi è il fatto di porre sempre tutto sullo stesso piano. Soprattutto rispetto al magistero del Papa, si fa una gran fatica a distinguere ciò che è un'ordinaria traduzione della dottrina della Chiesa da quelli che sono invece gli interventi chiave, quelli che delineano una prospettiva per la vita della Chiesa.
          Tutta questa premessa è semplicemente per dire che abbiamo paura che oggi troverà ben poco spazio sui media il motu proprio di Benedetto XVI Porta Fidei con cui il Papa ha indetto l'Anno della fede, che vedrà coinvolte le Chiese di tutto il mondo dall'11 ottobre 2012 (cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II) al 24 novembre 2013. Temiamo soprattutto che anche nel mondo cattolico qualcuno faticherà a capire che la vera notizia di oggi per noi dovrebbe essere proprio questa. Allora, dal momento che il tema della riscoperta, della professione e della trasmissione della nostra fede qui su Vino Nuovo ci sta a cuore più di ogni altra chiacchiera, per un giorno facciamo un passo indietro e invitiamo tutti a prendersi un po' di tempo per leggere ciò che ha scritto Benedetto XVI. Magari cominciando anche a pensare a come raccogliere sul serio il suo invito a ripartire dai fondamenti. Cosa che non mancheremo di fare anche collettivamente qui su Vino Nuovo, con il solito confronto aperto sulle risposte possibili.
Qui puoi scaricare la Lettera in forma di Motu Proprio Porta Fidei del Sommo Pontefice Benedetto XVI. Ti invitiamo a leggere il testo integrale!
 
Giusto per i più pigri, però, pubblichiamo qui sotto anche alcuni brani chiave tratti da questo testo. Nella speranza che servano solo da antipasto...
          «Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone». (...)
          «Ho ritenuto che far iniziare l’Anno della fede in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II possa essere un’occasione propizia per comprendere che i testi lasciati in eredità dai Padri conciliari, secondo le parole del beato Giovanni Paolo II, “non perdono il loro valore né il loro smalto. È necessario che essi vengano letti in maniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero, all'interno della Tradizione della Chiesa … Sento più che mai il dovere di additare il Concilio, come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre”. Io pure intendo ribadire con forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo la mia elezione a Successore di Pietro: “se lo leggiamo e recepiamo guidati da una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre di più una grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa”». (...)
          «Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un'occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia, che è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia”. Nel contempo, auspichiamo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno. Non a caso, nei primi secoli i cristiani erano tenuti ad imparare a memoria il Credo. Questo serviva loro come preghiera quotidiana per non dimenticare l’impegno assunto con il Battesimo». (...)
          «L’Anno della fede dovrà esprimere un corale impegno per la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede che trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica la loro sintesi sistematica e organica. Qui, infatti, emerge la ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai Maestri di teologia ai Santi che hanno attraversato i secoli, il Catechismo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede».(...)
          «Giunto ormai al termine della sua vita, l’apostolo Paolo chiede al discepolo Timoteo di “cercare la fede” (cfr 2Tm 2,22) con la stessa costanza di quando era ragazzo (cfr 2Tm 3,15). Sentiamo questo invito rivolto a ciascuno di noi, perché nessuno diventi pigro nella fede. Essa è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo. Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha fine». (...)
Benedetto XVI
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