“Senza amore è come essere una pianta senza l'acqua!”. Quindi che scelta abbiamo? Potremmo chiederci cosa spinge una persona ad amare e quali aspetti invece portano le coppie a disamorarsi. Il modello a cui faremo riferimento per spiegare cosa succede quando ci innamoriamo è la teoria dell'attaccamento.
del 15 dicembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
L’attaccamento nelle relazioni affettive
          Parlando d’amore potremmo chiederci cosa spinge una persona ad amare e quali aspetti invece portano le coppie a disamorarsi.Il modello a cui faremo riferimento per spiegare cosa succede quando ci innamoriamo è la teoria dell’attaccamento.
          L’attaccamento è uno schema comportamentale attivo fin dalla nascita e che ci accompagna nel corso della nostra intera esistenza. Come disse John Bowlby, autore di tale teoria, ci guida dalla “culla alla tomba”. Ovvero quando stiamo vicine alle persone che amiamo stiamo bene, quando ci allontaniamo possiamo sentirci tristi e soli. Essendo un legame che si sviluppa sin dalla nascita, all’inizio soprattutto con la madre, o con chi ne fa le sue veci, è un sentimento che poi prosegue in età adulta all’interno dei legami di coppia. Come è stato ampiamente dimostrato il coccolarsi e il contatto fisico sono elementi essenziali per lo sviluppo dei legami affettivi.
          La sintonizzazione che viene a crearsi nel legame tra bambino e caregiver, intrisa di atteggiamenti quali il guardarsi, il coccolarsi, lo strusciarsi, rappresenta un elemento molto importante nella relazione che consente di renderla sempre più intima. Pressappoco nelle coppie durante la fase dell’innamoramento accade la stessa cosa. Quando viene a costituirsi una certa stabilità nel legame ed entrambi si vivono come punto di riferimento, diventano l’uno per l’altro un “rifugio sicuro”.In un primo momento possiamo parlare di innamoramento quando l’incontro con l’altro è caratterizzato da una forte componente di attrazione, ma non solo, è qui che si colloca l’inizio della relazione di coppia, in questa fase ritroviamo certamente una componente di idealizzazione della figura che ci sta vicino. Espressioni come “sentirsi al settimo cielo” oppure “toccare il cielo con un dito” esprimono il piacere e il desiderio dell’essere innamorati e talvolta anche se i risvolti possono essere non sempre piacevoli, seppur a costo di vivere delusioni e disperazione, difficilmente rinunciamo alle bramosie dell’amore.
          Questa prima fase è caratterizzata dall’illusione, convogliamo nel partner tutti i nostri bisogni con la certezza che darà ascolto inequivocabilmente a tali bisogni. Come sosteneva Bowlby, questi ultimi vengono convogliati e soddisfatti all’interno dei legami di coppia.L’immagine splendente che abbiamo dell’altro in questa fase dove primeggia l’infatuazione è senz’altro all’opposto di ciò che capita con la delusione.Mi diceva un ragazzo nel corso di una seduta in merito ad alcune considerazioni sull’amore: “Sa dottoressa credo che il problema sia che vogliamo sempre quello che non possiamo avere e che deve sempre esserci qualcosa di frizzante nel rapporto altrimenti non c’è mordente!”, questo è ciò che accade in questa fase di innamoramento dove vogliamo provare emozioni forti e sentirci al centro dell’attenzione. Ma ahimé questo non dura in eterno!
          Solo un passaggio ad una fase dell’amore permette di vivere il rapporto ad un altro livello, è infatti solo in questo caso che la persona che ci sta vicino potrebbe diventare la figura di attaccamento principale.
          Nel passaggio dall’innamoramento all’amore, oltre che di illusione, nei rapporti di coppia si parla anche di disillusione, ovvero nella fase antecedente vedevo il partner solo in quanto rispondente ai miei bisogni, adesso comincio a vivere l’altro come diverso da me, in quanto persona autonoma. Con il tempo si comincia a conoscersi meglio, ed è in questo momento della storia d’amore che la tolleranza e l’accettazione dell’altro cominciano ad essere messi a dura prova.
          Non dimentichiamo che quello che siamo oggi è anche frutto della nostra storia o meglio delle storie di due persone.Si arriva a tutto questo anche in base a quelle che sono state le esperienze infantili di entrambi, al tipo di attaccamento che li ha caratterizzati e a quelle che sono state le modalità di distanziamento dalle rispettive famiglie d’origine.
          Ma allora potremmo chiederci come possiamo superare la disillusione?Dovremmo tentare di superare attese irrealistiche che abbiamo nei confronti del partner cercando di ridimensionarle, non inseguendo il mito di incontrare un partner perfetto. Ci troviamo di fronte a questa difficoltà nel momento in cui decidiamo di avere un rapporto a lungo termine con l’intento di un progetto di coppia da condividere.Come dice la protagonista nel film I giorni dell’abbandono: “Senza amore è come essere una pianta senza l’acqua!”. Quindi che scelta abbiamo?
Delia Piazzese
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