Comunicato Migrantes: « Lo affermiamo in nome del Vangelo».

Sulla questione dei Rom. «Non si comprende, in particolare, perché le impronte digitali vengano prelevate soltanto ai minori di questa minuscola etnia Rom, quando proprio in questi mesi si è spesso informati di bande minorili italiane, che scorrazzano per le vie e parchi delle nostre città lasciando tracce di violenza non solo verbali».

Comunicato Migrantes: « Lo affermiamo in nome del Vangelo».

da Attualità

del 30 giugno 2008

ha promosso in questi giorni a Verona un “Corso di Pastorale migratoria”, pastorale che ha fra i suoi principali obiettivi la pacifica convivenza fra italiani e stranieri, fra maggioranze e minoranze, nel rispetto della legalità, dell'accettazione e comprensione reciproca.

Con forte preoccupazione invece si registra il persistere, anzi l'estendersi di un clima di tensione. In questo contesto si stanno predisponendo misure intese a rimuovere le paure degli italiani, si è invece convinti che queste misure, oltre ad essere inefficaci, vadano in direzione contraria.

Si assiste di giorno in giorno, nei confronti di immigrati e Rom, al paventare provvedimenti restrittivi e discriminatori che, prima ancora di essere attuati, destano allarme ed agitazione generale con la previsione di tempi burrascosi per tutti: per chi è fatto bersaglio diretto di tali provvedimenti, per chi con maggiore o minore insistenza li ha reclamati e per tutta la nostra società italiana.

Si continua ad annunciare lo smantellamento dei campi Rom senza indicare sotto quale tetto essi possano sopravvivere; di voler tradurre una irregolarità amministrativa in un reato da inserire nel codice penale e prolungare, sia pure sotto copertura comunitaria, fino a 18 mesi la reclusione e poi la drastica espulsione di grandi masse di lavoratori che con un filo di speranza sono in cerca una qualche regolarizzazione; si vuole compromettere di fatto le vie di accesso a chi chiede asilo o protezione umanitaria; si preannuncia, da parte del Parlamento Europeo, la possibilità di reclusione ed espulsione anche dei minori non accompagnati e, da parte italiana, il prelievo delle impronte digitali ai bambini Rom.

Tutto questo non significa smorzare le paure e dare tranquillità alla nostra gente ma porre le premesse per riesumare una specie di xenofobia o peggio di discriminazione razziale, di cui anche in Italia si è fatta amara esperienza e della quale non si sa chi possa beneficiarne.

Non si comprende, in particolare, perché le impronte digitali vengano prelevate soltanto ai minori di questa minuscola etnia Rom, quando proprio in questi mesi si è spesso informati di bande minorili italiane, che scorrazzano per le vie e parchi delle nostre città lasciando tracce di violenza non solo verbali.

Tutti sono chiamati a vivere in una società basata sui principi della legalità e non vengono messe in discussione le sanzioni, valide per tutti coloro che escono dalla legalità.

Il rischio è che l'adozione di misure severe abbia come diretto bersaglio solo alcune categorie come gli immigrati e i Rom che diventano facile capro espiatorio dei mali e dissesti della nostra società che hanno ben più profonde radici. Così non si tranquillizza la gente, non si smorza il clima di paura e di agitazione ma lo si rende ancor più incandescente.

Ci stanno a cuore la sicurezza, l'incolumità e la privacy, allo stesso modo, dei Rom, dei Sinti, degli immigrati e quella di tutti gli altri cittadini.

Siamo persuasi che l'esigenza profonda di tutti non sia lo scontro ma l'incontro nella comprensione reciproca, la pacifica convivenza nel rispetto della legge come pure nel rispetto di ogni persona.

In questa sede, a Verona, lo affermiamo in nome del Vangelo ribadendo che questa è una esigenza pienamente conforme al dettato di un'elementare vivere civile che si ispira al meglio della nostra tradizione nazionale.

Fondazione Migrantes

http://www.chiesacattolica.it/cci_new/PagineCCI/index1.jsp?idPagina=1458

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