Se Maria appartiene alla nostra comunità, lo Spirito di Dio ci appartiene. Se la madre di Gesù partecipa nella nostra vita di preghiera, riavremo il coraggio di essere testimoni di suo Figlio risorto.
del 23 maggio 2007
Narrando gli inizi della Chiesa, Luca rievoca, senza dargli molta importanza, il fatto che Maria condivideva la preghiera e la vita degli apostoli. Nel cenacolo, luogo privilegiato della comunità cristiana, Maria partecipava della paura e della speranza, della preghiera e della convivenza con i discepoli del figlio suo. Per la prima volta, la madre di Gesù si trova tra coloro che sono già testimoni della risurrezione.
 
Quest’immagine è l’ultima istantanea della madre di Gesù che la prima generazione cristiana ci ha conservato. Durante il ministero di Gesù, raramente si contempla Maria che accompagna i discepoli di suo figlio. Dopo la sua risurrezione non sappiamo nulla di lei, eccetto che pregava con gli apostoli del Risorto.
 
Il dettaglio non può essere casuale. Non soltanto è l’unico ricordo di Maria che vive già la nostra esistenza di credente, cristiana tra i cristiani; quest’ultima rievocazione della Maria storica diventa la migliore immagine ricordo, quello che meglio ci rimane, il più limpido che possiamo avere di lei. Si direbbe che Luca ha voluto indicarci dove è rimasta Maria e che cosa dovremmo fare per sentirla vicina; rimase tra apostoli non ancora ricuperati per la missione e li accompagnava nella loro preghiera.
 
La preghiera apostolica ci ridona Maria, la madre di Gesù. Condividere, quindi, la vita di preghiera con chi già condivide per comando del Risorto (At 1,8) il mondo come missione, è il vero modo cristiano di avere Maria come compagna. 
 
Gli apostoli, che pregano accanto a Maria, si rendono conto che, prima ancora di ubbidire al mandato del Risorto, debbono ricostruire la comunità; il progetto di Gesù era rimasto compromesso per il tradimento di un eletto ed essi sentono la responsabilità, nella sua assenza e anche senza un suo esplicito mandato, di restaurare il gruppo. Non bisogna vedere alcuna connessione causale tra la presenza di Maria e la decisione apostolica di completare il numero dei testimoni voluti da suo figlio. È però assai significativo che fosse durante quei giorni, in cui potevano contare su Maria, che essi riconobbero di non essere quanti Gesù aveva voluto e che cercassero una soluzione leggendo la Scrittura (At 1,16). Nella parola di Dio trovarono la ragione del tradimento dell’amico e il modo di eleggere il suo successore.
 
L’identificazione dell’ apostolo mancante, quello che, senza essere stato eletto personalmente da Gesù, è testimone della sua vita e della sua morte, fu affidata alla preghiera e alla sorte (At 1,25-26). Può sembrare sorprendente, ma si dà il caso che essa fu preceduta dalla presenza di Maria accanto agli apostoli in preghiera.
 
 Gli apostoli che pregano con Maria vivono l’attesa dello Spirito, aspettando che nasca la Chiesa. E Maria, esperta nella nascita dello Spirito, ha un posto assicurato lì dove si desidera il battesimo dello Spirito di Gesù e dove sta per nascere il corpo di Cristo. La preghiera degli apostoli, per quanto disorientati e colmi di paura, deve essere la migliore preparazione per ricevere lo Spirito di Dio, l’unico che può rendere possibile la nuova incarnazione del Figlio. Ricuperare Maria nella vita comune apostolica, sperimentare la sua presenza mentre ci prepariamo per la venuta dello Spirito, condividere l’attesa e la speranza con lei, la preghiera e i timori, ci farebbe ripetere la sua personale esperienza: lo Spirito scenderà sugli apostoli che lo aspettano accanto a Maria, come il primo giorno.
 
Se Maria appartiene alla nostra comunità, lo Spirito di Dio ci appartiene. Se la madre di Gesù partecipa nella nostra vita di preghiera, riavremo il coraggio di essere testimoni di suo Figlio risorto, in un mondo che può esserci ostile ma che non cesserà per questo di essere il destino della nostra vita. Con Maria, l’assenza di Gesù è più sopportabile, la comunità apostolica si rifà senza tanto sforzo e lo Spirito di Gesù ci sarà sempre quando cadono e cadranno i nostri timori e codardie. Se Maria avesse un posto nella nostra vita e nella nostra comune preghiera, saremmo gli apostoli di Cristo che mancano al mondo e avremmo il mondo per missione.
 
 
Juan José Bartolomé
“Beata colei che a creduto”, Elledici
don Juan José Bartolomé
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