Corso animatori_ PER DARE UN DI PI√ô (3° puntata)

Una buona animazione deve nutrirsi anche di spiritualità per dare una marcia in più e diversa dal semplice divertimento. Crescono così anche la dimensione del servizio e della gratuità

Corso animatori_ PER DARE UN DI PIÙ (3° puntata)

 

del 14 aprile 2014

 

Avere una spiritualità vuol dire semplicemente avere interiorizzato il proprio cristianesimo, avere imparato a sentire la voce dello Spirito dentro di noi e avere iniziato a camminare con le proprie gambe dietro a Gesù.

Non basta però che gli animatori sappiano chi è Gesù ma devono educarsi ad essere cristiani nella loro vita quotidiana. Non siamo animatori di un villaggio vacanze infatti e nemmeno semplici operatori sociali. Siamo dei cristiani che compiono nella Chiesa un servizio specifico verso i più giovani, orientato all’educazione e all’evangelizzazione dei ragazzi loro affidati dalla comunità cristiana di cui sono membra attive, Per questo non è possibile diventare animatori senza iniziare contemporaneamente un cammino di approfondimento della propria spiritualità e del proprio rapporto con Dio e con la Chiesa.

 

SPIRITUALITÀ quindi è:

 

fare esperienza di Dio; percorrere un itinerario per una progressiva identità cristiana; educarsi alla fede e mirare alla santità. Spiritualità, identità cristiana, santità: realtà che si intrecciano fino a identificarsi.

…il modo dì vivere la vita quotidiana” che dal di dentro si schiude alla presenza del Signore, l’impegno per la causa del Regno di Dio, che è causa di pienezza di vita fra gli uomini.

…il modo per incontrare Dio “dentro” la sua attività e non ai margini.

…un ambito dove vivere l’incontro con i giovani e testimoniare il proprio ruolo educativo

 

IL PANORAMA SPIRITUALE CONTEMPORANEO

a) Spiritualità degli intervalli (energia e ricarica…un momento per Dio, ma la vita è altro)

b) Spiritualità dell’intenzione (basta la buona volontà…)

c) Spiritualità del tutto e subito

d) Spiritualità collage (fede: di tutto un po’)

e) Spiritualità dell’animazione (essere per altri=pro-esistenza nel servizio/amore)

 

Ne derivano ATTEGGIAMENTI “SPIRITUALI” per l’animatore

* accettazione di sé (in positivo, con le proprie fragilità) ( = accettare la vita)

* passione per la vita

* stabilire relazioni positive

* aperto alla memoria e al futuro

* passione educativa (è una scommessa…di fiducia)

* il senso del tempo e della semina (superare il senso di vuoto legato al tempo di attesa)

* il senso del tempo spinge alla “qualità” del seme

* cura il “buon senso” nell’adattare ai singoli e alla legge della “gradualità”

 

Alla fine si tratta di chiarire che tipo di animatore vogliamo essere. Per essere veri cristiani e veri animatori occorre vivere profondamente l’esperienza dell’incontro con Gesù, guardare alla sua persona.

 

L'incontro con Dio è sempre mediato. Pensiamo a Samuele, un ragazzo che vuole crescere nelle cose di Dio, abitava nella casa del suo maestro Eli. Una notte viene chiamato da Dio... (1Sam 3). Eli, il maestro, è accanto a Samuele nel momento della sua chiamata e capisce. Riconosce quella voce come quella di Dio. Dio ha avuto bisogno di Eli per comunicare a Samuele cose grandi, Dio ha avuto bisogno dell’angelo per comunicare a Maria che in lei sarebbe avvenuto il mistero più grande di tutta la storia di tutti i tempi: il mistero dell’incarnazione. Dio sceglie tra i suoi figli coloro che saranno i suoi strumenti. Sceglie chi di noi sarà la sua voce. Sceglie noi come sue braccia, come suoi piedi..., come mediatori nel suo voler comunicare la salvezza al popolo per sempre.

 

L’educatore è il mediatore che Dio sceglie per farsi conoscere ai ragazzi, per annunciare il Regno ai ragazzi. Ricordiamoci che per la nostra stessa vita, l’incontro con Gesù è mediato dalla Parola, dai segni liturgici, dalle persone che si sono affiancate nel nostro cammino...

 

L'educatore è una persona capace di gratuità e la gratuità si impara dal rapporto con il Signore.

 

L’educatore è uno che vuole imparare la gratuità e lo può fare solo a partire dal rapporto con il Signore. Il tempo dedicato al Signore è un tempo gratuito, pensiamo alla preghiera. A noi spesso sembra che, se la preghiera non è venuta bene, non abbia avuto valore. Addirittura oggi si usa distinguere le preghiere 'belle' da quelle 'brutte'. Non è vero, è stato tempo per il Signore, donatogli gratuitamente, e questo ha comunque valore. Pregare è cantare e lodare Dio, semplicemente questo. Pensate a quale grande valore che ha il tempo che con fatica ogni giorno dedico a Dio.

 

Cerchiamo allora di individuare itinerari concreti per dare forma alle cose dette fin qui.

1. ASCOLTARE

In un antico documento si legge: 'La natura dell'acqua è molle, quella della pietra, dura. Ma un vaso appeso sopra la pietra gocciola gocciola e fora la pietra. Così anche la Parola di Dio è tenera, ma il nostro cuore è duro. Tuttavia, se l'uomo ascolta spesso la Parola di Dio, il suo cuore si apre a temere il Signore' (Poemen 183). Noi siamo pietra dura eppure anche noi possiamo essere scalfiti, se giorno dopo giorno la Parola di Dio scende in noi.

 

2. VIVERE LA COMUNIONE

Il riconoscimento di Gesù avviene nella comunione: stare a tavola, spezzare il pane. L’educatore non può sfuggire a questa comunione, deve sentire il bisogno di nutrirsi a questa mensa. La liturgia è il luogo dove si fa segno la presenza di Dio. Nel Sacramento della riconciliazione faccio esperienza viva della sua misericordia. Solo vivendo pienamente la liturgia l'educatore può sentire la presenza di Dio come presenza viva, piuttosto che astratta/formale.

 

3. TESTIMONIANZA

La testimonianza comincia dal riconoscimento di Gesù ed è il nostro grazie a Lui. E' bello sottolineare che i due di Emmaus partirono senza indugio: nella gioia. Lo stile dell’educatore è proprio la gioia. Questo atteggiamento è ciò che percepiscono i ragazzi quando ci incontrano: si accorgono se siamo educatori gioiosi! Svolgere un servizio nella gioia è proprio di chi vive l'amore di Dio e va ad annunciarlo. I bambini sono capaci di riconoscere chi è l’educatore che è nella gioia, e chi sta lì come se fosse obbligato. Il loro incontro con Dio è gioioso nella misura in cui noi sapremo comunicare e testimoniare gioia.

 

 

Riferimenti:

Scuola per Animatori – Elledici

Conferenze di Anna Peiretti – responsabile ACR

 

Paolo D. sdb

 

 

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