«Cristiano, rinnega la tua fede». Accade in Laos...

«Cristiano, rinnega la tua fede»: l'ingiunzione non risuona dai secoli passati, da bocche di antichi legati imperiali di Diocleziano. Quella voce risuona ancora... Strana religione, quella che Cristo ci ha dato. Ebraismo ed Islam ammettono la falsa apostasia del credente se la sua vita è in pericolo. Cristo pretende la pubblica professione della fede...

«Cristiano, rinnega la tua fede». Accade in Laos...

da Attualità

del 21 luglio 2005

 «Cristiano, rinnega la tua fede»: l'ingiunzione non risuona dai secoli passati, da bocche di antichi legati imperiali di Diocleziano. Quella voce, che come noto risuonò solo ieri in oscure camere di tortura alla Lubianka, risuona ancora - sempre giovane voce del rauco Signore di questo mondo. Oggi, accade nel Laos: due cristiani sono stati condannati a tre anni dagli inquisitori di Vientiane, per questo. Ovviamente, come avviene nei regni di menzogna che continuano ad opprimere l'uomo, la motivazione è un'altra: «possesso illegale di armi». Ma quelle due vittime - ne sappiamo a malapena i nomi, Khamchan e Vanthong, e forse non sono cattolici ma cristiani evangelici - facevano parte di un gruppo di undici fedeli, arrestati a marzo, sotto Pasqua; e gli altri sono stati rilasciati dopo aver firmato una rinuncia formale alla loro fede. Non giudichiamo costoro, i deboli, antica figura essi stessi (in passato furono chiamati 'lapsi', gli inciampati): nel lager di Muang Phine, tre anni sono la distanza tra la vita e un'orrenda morte di stenti e di percosse. Ma converrà ai due che non hanno rinnegato l'antico, nobile nome: 'martiri', cioè testimoni.

Strana religione, quella che Cristo ci ha dato. Ebraismo ed Islam ammettono la falsa apostasia del credente (nell'Islam si chiama taqiya, 'dissimulazione') se la sua vita è in pericolo. Cristo pretende la pubblica professione della fede. Nella casa che fu di Shakespeare, è stato trovato nascosto sotto le travi del tetto il testo di una confessione di fede cattolica: era un testo scritto da Carlo Borromeo per assistere i cattolici che si celavano alla persecuzione anglicana. Quel testo, diffuso a rischio della vita da gesuiti francesi nel Regno Unito, negli anni in cui finirono alla forca 70mila 'papisti', era dato al fedele che si celava per paura: per salvarsi l'anima, doveva pronunciarlo almeno in punto di morte, davanti a due testimoni. Quasi di sicuro il padre di Shakespeare pronunciò quella professione. Non si sa se lo fece anche il figlio; ci resta così l'interrogativo se il genio inglese sia morto da cattolico aperto e leale.

Perché così ci ha voluto Cristo: leali, aperti verso Dio e verso gli uomini; perché la dissimulazione avvelena alla radice il rapporto fraterno con il nostro prossimo, ed è nostro prossimo anche il nostro nemico.

Sembra strano, anacronistico? Ma evidentemente, non è così per il «Princeps huius mundi». La sua voce non si stanca di ingiungere, per bocca dei suoi strumenti: «Rinnega la tua fede». In Laos, i cristiani sono a malapena il 2 per cento della popolazione. E il fossile regime comunista che lo schiaccia, il Pathet Lao, dovrebbe avere altre urgenze. A causa sua il Laos vive di carità internazionale, il 20% del suo prodotto lordo viene da donazioni e aiuti.

Da poco il regime ha ricevuto un enorme prestito dalla Banca Mondiale, altrettanto ossigeno per una nomenklatura alle corde. Che pericolo rappresentano due cristiani? Anzi, il rischio è che le grandi istituzioni internazionali possano reagire tagliando i fondi. Ma naturalmente, su quello i persecutori possono stare tranquilli: la Banca Mondiale non farà una piega. Si tratta solo di due cristiani, in fondo. Due testimoni, due martiri cristiani.

 

 

DA ASIANEWS.IT

 

19 Luglio 2005              

LAOS

Laos, due cristiani condannati a tre anni di carcere

 

Due cristiani laotiani, Khamchan e Vanthong, arrestati 3 mesi fa, sono stati condannati a 3 anni di prigione. Yong Chanthalangsy, portavoce del ministero degli Affari Esteri del Laos, afferma che i due sono accusati di “possesso illegale di armi”. Il Movimento Laotiano per i Diritti Umani (Mldu), con sede a Parigi, ha dichiarato invece che Khamchan e Vanthong sono stati condannati per non avere rinunciato alla loro fede cristiana. I due facevano parte di un gruppo di 11 fedeli arrestati il 27 marzo scorso - durante il week-end di Pasqua - in un villaggio della provincia di Savannakhet, nel sud del Paese. Il gruppo era stato incarcerato nella prigione di Muang Phine. Gli altri 9 sarebbero stati rilasciati per avere rinunciato ufficialmente alla propria fede.

Il Laos è governato dal 1975 da un regime comunista. Nel 1991 è iniziato un processo di relativa democratizzazione. La costituzione sancisce la libertà di culto, ma la pratica religiosa deve rimanere nei parametri fissati dal governo. Secondo il Rapporto 2005 di Aiuto alla Chiesa che Soffre, i buddisti sono il 48,8%, gli animisti il 41,7%, mentre i cristiani sono il 2,1%. I cattolici, molti di origine vietnamita, vivono nelle zone centro-meridionali. I protestanti, appartenenti alla Chiesa Evangelica del Laos e alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno, sono sparsi in tutto il Paese.

 

 

7 Settembre 2004              

LAOS

Violenze contro i cristiani a Vientiane e Luang Prabang

 

Quattro cristiani laotiani sono in prigione avendo rifiutato di rinunciare alla loro fede. L’arresto è parte di una campagna più vasta del regime comunista contro le comunità religiose, denunciata in questi giorni da un gruppo laotiano in esilio a Parigi.

Il Movimento Lao per i diritti dell’uomo (Mldu), ha accusato il governo di portare avanti “una campagna di repressione” contro i cristiani del distretto di Kasy, vicino a Vientiane. Secondo il gruppo, 8 famiglie cristiane della minoranza Khmu sono state forzate a rinunciare alla loro fede firmando un documento. Altri due cristiani, di cui si forniscono solo i nomi, Khamphay e Pheng, dopo il loro rifiuto a firmare, dal 2 agosto sono rinchiusi nella prigione di Kasy. In un altro villaggio del distretto, a Ban Viengsamay, le autorità hanno espulso dal villaggio tutti i cristiani.

Il Mldu chiede al governo laotiano di “liberare tutti i cristiani detenuti” e di permettere l’entrata nel paese di osservatori internazionali che possano verificare la situazione  dei diritti umani in Laos.

Il Mdlu ha anche rivelato che dall’11 agosto nella provincia di Savannaketh ai cristiani è proibito di radunarsi in casa per la preghiera. La campagna per costringere i cristiani a rinunciare alla loro fede è attuata anche nel distretto di Nam Bak, vicino a Luang Prabang.

Dal 1975 in Laos il potere è in mano al Pathet Lao, il partito comunista laotiano, che ha espulso tutti i missionari stranieri e ha perseguitato le religioni. Dal ’91 è in atto una “democrazia centralizzata”, guidata dal Partito rivoluzionario del popolo laotiano (una reincarnazione del Pathet Lao). Sebbene negli ultimi anni vi sia stata un’apertura economica, vi è un grande controllo della società e delle religioni. Verso i cristiani vi è una vera e propria campagna per sradicarli dal paese come “seguaci di una religione straniera”. Per questo si vieta ogni diffusione della fede e ogni proselitismo, anche se si accettano alcune forme controllate di culto.

Su una popolazione di 5,8 milioni, il 48,8% dei laotiani sono buddisti; il 41,6% sono animisti; i cattolici e i protestanti sono un po’ più di 100 mila e rappresentano circa il 2% della popolazione.

Versione app: 3.26.4 (097816f)