Partito per l'Etiopia nel 2008, ora è in un villaggio chiamato Pinyudo...
Oggi un graditissimo ospite, a cui noi del MGS Triveneto siamo molto affezionati, ci aiuterà a riflettere sull'opera di misericordia DARE DA BERE AGLI ASSETATI. Stiamo parlando di Abba Filippo Perin!!!! Lo farà raccontandoci un po' ciò che fa in Etiopia, paese per cui è partito nel 2008. Insomma che dire... "giochiamo in casa", facendoci accompagnare in questa terra africana da un Salesiano di don Bosco!
Caro Abba Filippo, grazie per il tempo che hai dedicato a rispondere alle nostre domande; ti ricordiamo sempre con tanto affetto e tanta stima! Conta sulle nostre preghiere per la tua missione e per i tuoi giovani...buon cammino!
Ciao don Filippo, fai una piccola presentazione di te stesso per chi non ti conosce
Sono don Filippo Perin, salesiano e prete, sono partito per la missione di Gambella nel 2008 in Etiopia. In questo momento sono in un villaggio chiamato Pinyudo e lavoro con un altro salesiano don Giorgio in questa missione, che è una parrocchia che ha un territorio grande come il Friuli.
Da salesiano sei stato molti anni in Italia. Cosa ti ha spinto poi a partire per fare il missionario?
Da salesiano ho passato circa 14 anni in Italia, ma poi un giorno ascoltando una conferenza di un missionario che raccontava la sua vita mi sono chiesto se non poteva essere anche la mia. Poi nella scuola di mondialità ho fatto varie esperienza d’estate, un mese con i giovani in alcune missioni e questo ha confermato il sogno che stavo maturando e che Dio mi aveva messo nel cuore ascoltando quel missionario e così un bel giorno mi hanno mandato in Etiopia.
Quali sono le cose più belle dell’Etiopia?
Descrivere un intero paese con la sua gente in poche righe è molto difficile, sicuramente ci sono tantissime cose belle: l’accoglienza delle persone e soprattutto dei missionari che è favolosa, la voglia di conoscersi, incontrarsi, diventare amici, il rispetto e la dignità che c’è in ogni persona, e poi l’umanità che soprattutto i poveri hanno, che ti penetra nel cuore ogni volta che sei con loro.
Quali invece le più difficili?
La situazione di povertà che c’è qui, il villaggio e soprattutto il campo profughi dove vado ogni domenica per dire la Messa nelle varie chiesette che abbiamo, che ti richiede sempre attenzione, prontezza di dono, di risolvere situazioni, di ascolto delle persone. E poi l’essere in pochi, essere solo due salesiani per un grande territorio alle volte porta a stare da soli per dei periodi e questo pesa.
‚ÄãSappiamo che il problema dell’acqua potabile in Etiopia è molto serio. Cosa state facendo per aiutare le persone ad avere accesso a questo bene così prezioso?
Noi, insieme a tanti amici che ci aiutano dall’Italia e al nostro Vescovo abba Angelo, cerchiamo ogni anno di fare 4 o 5 pozzi nuovi, soprattutto nei villaggi dove ancora non c’è l’acqua potabile. Cerchiamo sempre di abbinare la costruzione di una cappella con la costruzione di un pozzo di acqua potabile, accanto alla preghiera mettiamo sempre l’aiuto alla loro vita. Abbiamo inaugurato proprio a agosto il nuovo pozzo di Pinyudo e abbiamo già scelto il villaggio dove fare il prossimo pozzo: Olaw.
DARE DA BERE AGLI ASSETATI. Cosa significa per te vivere questa opera di misericordia, in base alla tua esperienza?
Vivere ai confini del mondo, dove finisce la strada e tutte le comodità che possiamo avere in mente (Pinyudo non esiste in nessuna carta geografica), vivere da una parte con la gente del villaggio che è poverissima e dall’altra con accanto due grandi campi di rifugiati, è vivere ogni giorno, ogni momento il dare da bere agli assetati, ogni giorno tante persone ti chiedono acqua, cibo, vestiti, medicine, un passaggio con la macchina, materiale per farsi la casa, scarpe, soldi, amicizia, fiducia... ogni momento c’è qualcuno che tende la mano verso di te, ogni momento incontri Gesù in mezzo a questa gente.
Noi qui non facciamo miracoli, grandi cose, ma ogni giorno andiamo incontro ad ogni persona cercando dare da bere in tutti i sensi ai pi poveri, a quelli di cui nessuno parla, a quelli che misteriosamente non hanno nulla di attraente in nessun senso agli occhi di nessuno.
Luigi Pintor scrisse un giorno: “Non c'è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”. Questo è quello che cerchiamo di fare ogni giorno. Ci chiniamo perché, stringendoci il collo, loro possano rialzarsi e riprendere il cammino, o addirittura camminare dove mai avevano camminato.
‚ÄãPapa Francesco ha indetto il Giubileo Straordinario della Misericordia. Cos’è per te la MISERICORDIA?
Abbiamo visto domenica 29 a Bangui il Papa aprire la porta del grande Giubileo della Misericordia, ha iniziato dall’Africa, penso perchè abbiamo proprio bisogno di vivere di più la misericordia. Abbiamo già tradotto vari documenti del Papa nelle lingue qui presenti, in una soprattutto Misericordia viene tradotta con: cuore buono, pietoso, caldo, profondo. Ecco il Giubileo della Misericordia è prima di tutto una questione di cuore, di cuore buono, dobbiamo tornare al cuore di noi stessi, di quello che siamo, della nostra identità e persona, parlare con il cuore, ragionare con il cuore, vivere a partire dal nostro cuore profondo. Ed è lì che Dio ha un amore infinito per noi, per la nostra vita, è Lui che prima ha misericordia di noi, ci ama con cuore buono e pietoso. Ecco perchè per mostrare il volto del Padre al mondo dobbiamo mostrare un cuore misericordioso.
Raccontaci un episodio che, in Etiopia, ti ha mostrato concretamente il Volto Misericordioso del Padre.
Non penso che ci siano fatti eclatanti qui, la vita della povera gente è sempre uguale e non fa mai notizia, ma la presenza di Dio è visibile soprattutto nelle donne, che lavorano instancabilmente per i figli, la casa, l’acqua da prendere, il cibo e tante altre occupazioni, nella gioia dei bambini, che anche se non hanno niente, ma veramente niente, sono sempre felici, nella fedeltà di tanti uomini, che invece di lasciarsi andare perchè non c’è lavoro, non c’è futuro, fa caldo, restano fedeli alla famiglia, ai figli, a questa vita al limite della miseria, alla convivenza pacifica tra etnie diverse, tra religioni diverse. Ecco il volto di Dio, la vita è tutta una opportunità per mostrarlo al mondo.
Padre Filippo Perin, missionario in Etiopia from Ass.ne Missioni D. Bosco ONLUS on Vimeo.
Chiara Succol - Don Filippo Perin
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