Dialogo con il maestro Francesco Bodrato


IL DIALOGO TRA DON BOSCO E IL MAESTRO FRANCESCO BODRATO (1864)

Testo scritto ad opera del conte Cays e altri, riporta il dialogo sui metodi educativi avvenuto l’8 ottobre 1864 fra don Bosco e il maestro elementare di Mornese, Francesco Bodrato (1823-1880). Il Bodrato, rimasto vedovo, si farà salesiano, sacerdote, missionario in Argentina, dove morì, ispettore, nel 1880.

Testo critico con introduzione, apparati delle varianti e delle note storico-illustrative in Pietro Braido (ed.), Don Bosco educatore scritti e testimonianze. Terza edizione con la collaborazione di Antonio da Silva Ferreira, Francesco Motto e José Manuel Prellezo. Istituto Storico Salesiano, Fonti, Serie prima, n. 9. Roma, LAS 1997, pp. 196-198.

TESTO

Non pago della semplice ammirazione il Bodrato voleva saperne qualche cosa di più, e si è a questo fine richiesto D. Bosco di una particolare udienza, ed ottenutala nell’istessa sera, gli chiedeva il secreto ch’egli avesse per dominare sifattamente cotanta gioventù da rendersela così ubbidiente, rispettosa e docile da non potersi desiderare di più.

D. Bosco se ne sbrigava con due parole: Religione e Ragione sono le molle di tutto il mio sistema di educazione.

L’educatore deve pur persuadersi che tutti, o quasi tutti questi cari giovani, hanno una naturale intelligenza per conoscere il bene che loro vien fatto personalmente, ed insieme sono pur dotati di un cuore sensibile facilmente aperto alla riconoscenza.

Quando si sia giunto con l’aiuto del Signore a far penetrare nelle loro anime i principali misteri della nostra S. Religione, che tutto amore ci ricorda l’amore immenso che Iddio ha portato all’uomo; quando si arrivi a far vibrare nel loro cuore la corda della riconoscenza che gli si deve in ricambio dei benefizi che ci ha largamente compartiti; quando finalmente colle molle della ragione si abbiano fatti persuasi che la vera riconoscenza al Signore debba esplicarsi coll’eseguirne i voleri, col rispettare i suoi precetti, quelli specialmente che inculcano l’osservanza de’ reciproci nostri doveri; creda pure che gran parte del lavoro educativo è già fatto.

La religione in questo sistema fa l’ufficio del freno messo in bocca dell’ardente destriero che lo domina e lo signoreggia; la ragione fa poi quello della briglia che premendo sul morso produce l’effetto che se ne vuole ottenere. Religione vera, religione sincera che domina le azioni della gioventù, ragione che rettamente applichi quei santi dettami alla regola di tutte le sue azioni, eccole in due parole compendiato il sistema da me applicato, di cui ella desidera conoscere il gran segreto.

Al finire di questo discorso, Bodrato riprendeva alla sua volta: Rev. Signore, colla similitudine del saggio domatore dei giovani poledri ella mi parlava del freno della religione, e del buon uso della ragione a dirigerne le azioni tutte. Questo va benissimo; parmi però che mi abbia taciuto di un terzo mezzo che sempre accompagna l’ufficio del domatore dei cavalli, voglio dire della inseparabile frusta, che è come il terzo elemento della sua riuscita.

A questa sortita di Bodrato, D. Bosco soggiungeva: Eh caro signore, mi permetta di osservarle che nel mio sistema la frusta, che ella dice indispensabile, ossia la minaccia salutare dei venturi castighi non è assolutamente esclusa; voglia riflettere che molti e terribili sono i castighi che la religione minaccia a coloro che, non tenendo conto dei precetti del Signore, oseranno disprezzarne i comandi, minaccie severe e terribili che ricordate sovente, non mancheranno di produrre il loro effetto tanto più giusto in quanto chè non si limita alle esterne azioni, ma colpisce eziandio le più segrete ed i pensieri più occulti. A fare penetrare più addentro la persuasione di questa verità si aggiungano le pratiche sincere della religione, la frequenza dei sacramenti e l’insistenza dell’educatore, ed è certo che coll’aiuto del Signore si verrà più facilmente a capo di ridurre a buoni cristiani moltissimi anche fra i più pertinaci.

Del resto quando i giovani vengono ad esser persuasi che chi li dirige ama sinceramente il vero loro bene basterà ben sovente ad efficace castigo dei ricalcitranti, un contegno più riserbato, che ne addimostri l’interno dispiacere di vedersi mal corrisposto nelle paterne sue cure.

Credami pure, caro Signore, che questo sistema è forse il più facile e certamente il più efficace perché colla pratica della religione sarà anche il più benedetto da Dio. A dargliene una prova palpabile, mi fo ardito ad invitarlo per qualche giorno a vedere l’applicazione pratica nelle nostre case. Lo faccio libero di venire a passare qualche giorno con noi, e spero che alla fine dell’esperimento possa assicurarmi che quanto le ho detto è sperimentalmente il più pratico ed il più sicuro sistema. Questo invito parte faceto,

parte anche sul serio fece impressione al nostro Bodrato. Ringraziatone D. Bosco, si riservò ad una più esplicita risposta, portando nel cuore il pensiero che ne avrebbe forse più tardi approfittato con soddisfazione. 

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