Si ricomincia con la Didattica a Distanza per tutti o almeno per tanti!
di Marco Pappalardo
Si ricomincia con la Didattica a Distanza per tutti o almeno per tanti! C’è chi il ritmo non l’ha perso, poiché dall’inizio del nuovo anno scolastico ha passato ore in aula ed altre nell’aula virtuale a casa con la didattica integrata per alleggerire il numero degli studenti negli istituti o per superare il problema delle aule troppo piccole per contenerli tutti nel rispetto del distanziamento. Non è il momento di dibattere se sia giusto o sbagliato tornare alla DaD diffusa o se bisogna resistere il più possibile in presenza, perché la scuola è un luogo sicuro, controllato e con regole chiare; non è neanche il momento per accusarsi o giustificarsi a vicenda, dando la colpa alla movida, ai giovani, alle palestre, ai trasporti, all’estate. Dentro e fuori la scuola è normale che ci siano i favorevoli e i contrari, ciascuno con le proprie motivazioni valide, quando espresse in modo equilibrato e da chi opera nel settore; ma anche per tali riflessioni si può rimandare o lasciare tutto alle beghe sui social network. Perché parlarne allora? Solo in vista o in attesa di un decreto o di un’ordinanza che la obblighi? Bisogna affrontare subito il tema guardando in un’unica direzione, cioè la parte dei più deboli! Infatti, tralasciando la questione che è sempre meglio la scuola in presenza per mille ragioni educative e relazionali, non deve essere trascurato il problema dell’accesso o meno di tutti gli studenti ad internet, quindi il vero e più grave limite della DaD come emerso nella primavera scorsa. In questi mesi siamo riusciti ad avere dei numeri chiari? Il Ministero ha spinto gli istituti a monitorare la situazione e a redigere un elenco attendibile? Inoltre, pare che siano state stanziate grosse somme per permettere l’acquisto di device e schede per connettersi da dare in comodato d’uso; se sì, sono state investite bene e la macchina della distribuzione è partita? Durante il lockdown, dopo un inizio difficile per tutti, la DaD è stata poi accolta con favore da molti e sopportata da altri, ma si convergeva sul limite che non permetteva di raggiungere veramente ogni alunno. Ora, visto che la scuola serve per imparare e crescere, siamo stati capaci di imparare questa lezione dell’anno scolastico passato, provando e trovando soluzioni per il presente? Calza così a pennello, visto il tempo difficile dal punto di vista sanitario, una celebre frase di Don Milani: «Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati».
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