“Dio è presente qui, adesso!”

Il tempo è compiuto, cioè è giunto alla sua piena maturazione: dalla chiamata di Abramo aveva avuto inizio la lunga marcia della speranza di Israele in un futuro Messia; i profeti avevano tenuto viva questa speranza...

“Dio è presente qui, adesso!”

da Teologo Borèl

del 23 gennaio 2009

Commento alla liturgia di domenica 25 gennaio 2009

 

III domenica del Tempo Ordinario

 

Letture: Giona 3, 1-5.10 1 Corinzi 7, 29-31                Marco 1, 14-20

 

 

 

Con questa domenica iniziamo la lettura continuata del Vangelo di Marco.

Vista la brevità del testo e l’importanza che esso assume all’interno del Vangelo stesso (una specie di solenne portone d’ingresso!), lo commenterò versetto per versetto. Sarà estremamente arricchente, se hai un pizzico di pazienza.

 

Siamo al v. 14 del primo capitolo: precedentemente Marco ha parlato dello scopo che intende raggiungere scrivendo il suo Vangelo (dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio!) e ha presentato la figura di Giovanni il Battista, il Precursore del Messia; segue il battesimo di Gesù e la narrazione delle tentazioni (il tutto in pochissime righe).

Lascio a te ora la lettura del testo (vv. 14-20) fatta con calma e invocando lo Spirito Santo.

 

“Dopo che Giovanni fu arrestato”: Marco usa qui lo stesso verbo che userà per l’arresto (la consegna) di Gesù; dunque un certo legame anche nella persecuzione e nella morte tra Giovanni il Battista e Gesù! Non è ancora iniziata la missione di Gesù e già si stende l’ombra della morte, creando fin dall’inizio un forte senso di drammaticità.  Giovanni è Precursore di Gesù anche nella morte.

 

“Gesù si recò in Galilea”: in Giudea c’è pericolo, essendo Giovanni stato arrestato e dunque Gesù si sposta al nord, dove aveva vissuto fino a poco tempo prima. Uno spostamento tattico, ma non solo: dalla Galilea, luogo oscuro, quasi disprezzato (“Può da Nazaret – in Galilea – venire qualcosa di buono?”), dal luogo della quotidianità inizia il suo cammino verso Gerusalemme, il luogo della sua “gloria”, ma anche della sua morte, del dono totale di sé per l’umanità.

 

“Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino

Convertitevi e credete al Vangelo!”

 

Ci troviamo di fronte ad un compendio della predicazione di Gesù; qui c’è il succo di tutto il Vangelo.

Noterai due constatazioni seguite da due imperativi.

Il tempo è compiuto, cioè è giunto alla sua piena maturazione: dalla chiamata di Abramo aveva avuto inizio la lunga marcia della speranza di Israele in un futuro Messia; i profeti avevano tenuto viva questa speranza. Ora, come dopo una lunga gestazione, si è giunti alla pienezza del tempo e “quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna” (l’abbiamo sentito più volte proclamare nel periodo natalizio). Nota ancora che non si tratta di un tempo cronologico, ma di grazia! Un tempo favorevole, importante come è importante il tempo segnato da un appuntamento, da un incontro.

E infatti il Regno di Dio è qui, è vicino, è Gesù che inaugura il nuovo modo in cui Dio diventa Signore dell’umanità e della storia. Inoltre i due verbi (in greco sono al tempo perfetto) indicano un’azione passata, ma i cui effetti perdurano nel presente. Noi oggi viviamo questa pienezza della presenza di Dio! Il mondo com’è, con tutte le sue fragilità, non è consegnato al caso o alla fatalità, ma riposa misteriosamente nelle mani di Dio. L’abbiamo sperimentato qualche volta nella nostra vita; lo possiamo vedere nella storia. Dio visita la Chiesa e il mondo inviando al tempo opportuno persone che ci ricordano che il Regno di Dio è qui: penso a Francesco d’Assisi, a Ignazio di Loyola,  Caterina da Siena, Francesco di Sales… don Bosco… Madre Teresa…

Se così stanno le cose hanno senso i due imperativi che seguono:

Convertitevi: tornate sui vostri passi, fate dietro front, cambiate mentalità, lasciando quella del mondo e assumendo quella del Maestro. “Non si dà rinnovamento del mondo e delle strutture, non si dà civiltà dell’amore senza la conversione delle persone e dei cuori”  (Paolo VI).

Credete al Vangelo: date fiducia a Dio, accogliete e fate vostra la buona notizia che Dio cammina con voi nella vostra piccola e grande storia, che vi è vicino come un Padre affettuoso, sempre, anche quando tutto umanamente direbbe il contrario!

La prima parola di Gesù (significativo questo!) non è un comando, ma la proclamazione di una notizia bella e buona; il comando è una conseguenza! È perché il Regno è qui che è possibile la conversione, il cambiamento di mentalità! Solo Lui può darci la forza di fare questo, con la sua presenza che … diventerà così viva e perenne da essere “Eucaristia!”

 

“Passando lungo il mare di Galilea”: chi ha visitato questo luogo non lo dimentica più, non solo per la sua bellezza, ma per la ricchezza di presenza di Gesù-Dio che si respira: Cafarnao, il monte delle Beatitudini, il primato di Pietro, la moltiplicazione dei pani … sembra quasi di vedere la barca in preda alle onde o quella dalla quale Gesù racconta le parabole e predica… qui avvengono incontri significativi e importanti e il vangelo di oggi ce ne presenta alcuni: i primi discepoli.

 

Seguono due scene “speculari”, quasi identiche:

Ges√π vede Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni che stanno lavorando

Gesù parla: “Seguitemi (la traduzione sarebbe: Su, dietro a me!), vi farò diventare pescatori di uomini” ;   li chiamò

La risposta è immediata: subito … lasciate le rete, … lasciato il padre ….  lo seguirono.

 Da notare:

Ø         Il cammino appena iniziato di Gesù, non vede Gesù da solo; parte con qualcuno dietro di Lui. Questi quattro presumibilmente avevano ascoltato la predicazione del Maestro che era stata chiara: convertitevi, voltatevi e credete, cioè fidatevi! I discepoli sanno esattamente questo: si fidano di quell’uomo che li sta chiamando e si affidano completamente a lui. All’inizio del loro cammino (di ogni cammino) c’è un atto di totale fiducia, c’è un mettersi dietro di lui che poi è un modo per esplicitare che cosa sia la conversione: accettare che guidi Lui, che ci sia Lui davanti. Questo è il più radicale cambiamento di mentalità che ci sia!

Ø         Per due volte Marco dice “vide”: lo sguardo di Gesù che seduce, che conduce a sé. “O Signore tu mi scruti e mi conosci…”

Ø         Seguitemi, vi farò diventare…: al discepolo tocca seguire, mettersi in cammino dietro a Gesù. La trasformazione è opera sua! È dono del suo amore!

Ø         Subito! È uno slancio di generosità, è il fascino di un ideale per cui tutto è superato e … si va.

Ø         Lasciate le reti, … il padre: si tratta di abbandonare il lavoro, fonte di sicurezza e di sostentamento; si tratta di lasciare gli affetti, non per negarli o dimenticarli, ma per ordinarli in vista di un amore più grande che chiama. “L’amore di Cristo ci spinge …. Afferrati da Cristo!”

 

 Puoi continuare la tua riflessione seguendo, se vuoi, queste indicazioni di percorso

Ø         A che punto è il “tempo di Dio” nella tua vita; cammina verso la sua pienezza o ristagna?

Ø         Credi al Vangelo? Come?

Ø         Oggi, nella tua situazione concreta, a quale conversione ti chiama il Signore?

Ø         Sei convinto che l’amore di Dio è una buona notizia per te? lo coltivi questo amore? Come?

Ø         Pensa allo sguardo ‘eloquente’ di Gesù posato sul tuo cuore. Lasciati guardare da Lui che passa e ti invita a lasciare qualcosa…

Ø         Accetti che Lui sia davanti, che guidi Lui la tua vita? In concreto cosa vuol dire per te?

 

don Gianni Ghiglione

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