Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Mt 7,11)
del 23 marzo 2007
 
 
 
 
Chiedere sta diventando l’arte di far diventare l’oggetto della richiesta un progetto.
Molti giovani si stanno specializzando nel costruire il proprio curriculum perché il lavoro è talmente precario che occorre continuamente girare a chiederlo. All’inizio si parte tentando il colpo di fortuna, non sai nemmeno tu quello che vuoi, e qualche volta ti va bene, poi se non sei soddisfatto ritenti ancora, hai affinato la tua ricerca, ti si sono chiariti i gusti e soprattutto la capacità professionale e il desiderio di realizzarti in un certo modo. Così a mano a mano che chiedi chiarisci a te stesso che cosa vuoi fare, che cosa ti è necessario, chi vuoi essere.
E’ così anche con Dio. Dio conosce già molto bene quello di cui abbiamo bisogno, solo che noi invece siamo abbagliati da chimere, o siamo scoraggiati e rinchiusi in noi stessi; abbiamo perso e spento i desideri, abbiamo messo la sordina sulla nostra progettualità, viviamo a caso, crediamo che la vita sia un terno di fortuna. Invece Dio è contento di fare da partner nella costruzione del nostro futuro. Chiedete e otterrete, bussate e vi sarà aperto. Chiedere, bussare, pregare, non sono verbi di umiliazione e di passività, ma di desiderio e di progettualità.
E Dio non manca all’appuntamento. La sua paternità è già scritta nelle nostre, non dà sassi al posto del pane né scorpioni al posto dei pesci; non ci inganna, non ci sconvolge la vita se non per il meglio per noi e per la nostra felicità; abbiamo almeno la delicatezza di mettere nel suo cuore quello che da sempre di buono ha seminato nei nostri. Purtroppo tanti ragazzi oggi non possono contare su un papà che li ama, su una madre che si sacrifica per loro, anche se moltissimi papà e mamme sono l’immagine della bontà di Dio. Se guardiamo a queste immagini ci aiutiamo gli uni gli altri ad aprire la nostra fiducia in Dio, ad affidargli con serenità la nostra vita, a vederlo sempre paterno e a braccia aperte per noi. Se c’è una immagine assoluta che Gesù ha voluto far passare lungo tutta la sua vita è proprio stata l’immagine di Dio come Padre, l’immagine di un papà. Così ci ha insegnato a chiamarlo. Dio è un Padre che non ci abbandona mai.
mons. Domenico Sigalini
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