Purificando il tempio dai mercanti, Gesù ha denunciato anche ogni commistione tra religione e denaro, tra culto al Signore e interessi economici. Dio si attende il cuore e l'amore dell'uomo e l'amore è gratuito, si manifesta attraverso doni generosi e disinteressati. Ai discepoli dirà: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi né oro né argento né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche...”
del 11 marzo 2009
Commento alla liturgia di domenica 15 marzo 2009
 
 
III domenica di Quaresima
 
 
Letture:  Esodo 20, 1-17           1 Corinzi 1, 22-25                Giovanni 2, 13-25
 
 
Oggi ci concentreremo sul Vangelo di Giovanni, che ti invito a leggere per tuo conto e a cogliere le espressioni che senti più vicine al tuo cuore: questa Parola è per te! 
1. Inizio a presentarti il contesto, la cornice della scena descritta dal Vangelo.
La scena della cacciata dei mercanti dal tempio è riferita da tutti e quattro gli evangelisti e questo dimostra l’importanza da loro attribuita al fatto.
Nel tempo di Pasqua Gerusalemme brulicava di pellegrini, giunti da ogni parte del mondo per celebrare la festa, offrire sacrifici e adempiere voti. La città, che normalmente contava 50.000 abitanti, in questa circostanza poteva raggiungere i 180.000. Molti pellegrini giungevano da paesi lontani, dopo aver risparmiato, fatto sacrifici e rinunce per anni…  ma al tempio si accettavano solo monete ebraiche, di rame; i denari di Roma erano ritenuti legalmente impuri e dovevano quindi essere cambiati ai tavoli dei cambiavalute!  C’era, è facile capirlo, un grosso giro di affari e tutti cercavano di approfittarne, sacerdoti compresi, i quali sotto i portici del sacro recinto aprivano un loro mercato (vendita di agnelli, buoi o altri animali…). In fondo alla scalinata che introduceva nel tempio stavano i cambiavalute.
Dentro e attorno al luogo santo il viavai era indescrivibile: un vociare di mercanti, allevatori, guardie, pellegrini… La casa di preghiera era stata trasformata, dai suoi stessi ministri, in un luogo di mercato. In questo spettacolo indegno si imbatte Gesù, salito anche lui a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
 
2. Significato del gesto di Gesù: scacciando via dal tempio tutti i venditori e i cambiavalute, sancisce la fine di una religione legata all’offerta di animali e dichiara il rifiuto da parte di Dio dei sacrifici cruenti. Già il profeta Isaia denunciava: “Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi, dice il Signore; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco” (1, 11).
Purificando il tempio dai mercanti, Gesù ha denunciato anche ogni commistione tra religione e denaro, tra culto al Signore e interessi economici. Dio si attende il cuore e l’amore dell’uomo e l’amore è gratuito, si manifesta attraverso doni generosi e disinteressati.  Ai discepoli dirà: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi né oro né argento né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche…” (Matteo 10, 9-10).
 
3. Nasce un tempio nuovo: di fronte a un gesto così clamoroso e violento i giudei vogliono una spiegazione: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” E Gesù risponde: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere!”. Viene inaugurato un nuovo tempio e un nuovo culto. Chiarificatore è il commento dell’evangelista: “Egli parlava del tempio del suo corpo”.
I giudei erano convinti che Dio dimorasse nel santuario di Gerusalemme. Gesù dichiara che ormai questa religione ha compiuto la sua funzione, perché non esistono più spazi sacri e spazi profani, ma tutti i luoghi sono abilitati all’incontro con Dio.  Il nuovo Tempio è il corpo di Gesù, morto e risorto: in Lui l’uomo ha accesso al Padre: “Non più grandiose mura di pietra per la casa di Dio sulla terra, ma un corpo umano. Un corpo attraverso il quale Gesù opera la missione per cui è venuto al mondo, quella della liberazione dell’umanità dalla radice di tutte le schiavitù, il peccato. Missione che porta a compimento col sacrificio della propria vita, Lui, l’agnello di Dio.
L’evangelista Marco annota che proprio nel momento della morte di Gesù il velario che separava il Santo dei santi, cioè la cella della presenza divina nel tempio, è squarciato in due dall’alto in basso. Il mistero inaccostabile di Dio si svela in Gesù”!
Alcuni testi del Nuovo Testamento chiariscono in che cosa consiste il nuovo culto introdotto da Ges√π:
q           “Vi esorto, fratelli, per questa tenerezza di Dio, a offrire la vostra stessa esistenza come sacrificio vivo, consacrato e gradito a Dio; è questo il vostro culto autentico” (Romani 12, 1)
q           “Religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle loro tribolazioni e mantenersi immuni dai vizi di questo mondo” (Giacomo 1, 27)
q           “I veri adoratori renderanno culto al Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca chi lo adora così” (Giovanni 4, 24)
 
4. Il Crocifisso: eccoti una preghiera di un’amica universitaria che consegno alla tua meditazione
“Il volto sfigurato, gli occhi chiusi nella morte, il petto aperto dalla lancia; questa è l’immagine del crocifisso davanti agli occhi del centurione romano, nei tratti che possiamo riconoscere anche nella Sindone custodita qui a Torino. Il mistero di quell’immagine ci conduce al buio del sepolcro in cui Gesù accettò di scendere e ci mostra i segni delle ferite patite per amore nostro. Ma ci riporta anche al mistero che in quel sepolcro avvenne, dove la morte lasciò posto alla vita per opera della potenza creatrice di Dio Padre che risuscitò il Figlio il terzo giorno.
Voglio guardare il tuo volto e i tuoi occhi spenti e abbassati, Gesù, la tua fronte ferita dalla corona di spine, la tua barba intrisa di sangue. Ti guardo nell’immagine che la tua Provvidenza ha dato in custodia alla mia città, e vedo il tuo corpo flagellato e coperto di sangue. E’ questa la casa che hai preparato per me, il tempio dove hai scelto di incontrarmi, distrutto sulla croce ma ricostruito secondo la tua promessa per l’eternità, glorioso e splendente di luce, come ci aiuta a immaginarlo il vangelo della Trasfigurazione di domenica scorsa. Pieno di quella bellezza che hai nascosto sotto il velo delle ferite, degli sputi e delle fratture.
Donami di incontrarti nel tempio del tuo corpo spezzato ancora per me in ogni comunione eucaristica. Guidami in questo mistero del tuo amore, svelami come al centurione chi sei, apri i miei occhi alla comprensione delle scritture e della tua parola, perché possa ascoltarti e accogliere la vita che mi doni. Parla al mio cuore in questa quaresima e conducimi attraverso il tuo spirito a camminare nella libertà che hai conquistato per me con la tua morte. Mostrami le tue ferite con cui ora puoi guarire le mie . Conducimi in questo pellegrinaggio verso la Gerusalemme celeste, la città che non ha più bisogno di un tempio e di una luce esteriore, perché 'il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio… la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello' (Ap 21,22-23)” . 
 
don Gianni Ghiglione
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