Don Bosco prevede la morte di Pio IX

Il primo Papa con cui Don Bosco ebbe a trattare fu il venerabile Pio IX. Il grande Pontefice dell'Immacolata fu sempre per Don Bosco, più che Papa, un papà: lo stimava, desiderava la sua conversazione, molte volte lo richiese del suo consiglio e desiderò di averlo a Roma accanto a sé, offrendogli alte dignità ecclesiastiche. Don Bosco lo ripagò con un vivo amore filiale.

Don Bosco prevede la morte di Pio IX

da Don Bosco

del 24 gennaio 2006

Dopo aver narrato il sogno, Don Bosco aggiunse che gli era durato tre notti consecutive. Questa particolarità toglie consistenza al dubbio che il racconto sia una specie di parabola da lui escogitata per vestire fantasticamente la sua idea.

 

L’esordio dell’uomo strano dalla testa fasciata gli servì per umiliare se stesso e per eliminare dalla mente degli uditori l’impressione che si trattasse di carismi straordinari.

 

Il primo Papa con cui Don Bosco ebbe a trattare fu il venerabile Pio IX. Il grande Pontefice dell’Immacolata fu sempre per Don Bosco, più che Papa, un papà: lo ebbe in grandissima stima, desiderava la sua conversazione, molte volte lo richiese del suo consiglio e desiderò di averlo a Roma accanto a sé, offrendogli alte dignità ecclesiastiche. Don Bosco lo ripagò con un vivo amore filiale. Fin che visse, parlando dell’angelico Pio IX, come soleva chiamarlo, si commoveva fino alle lacrime; e volle perpetuare la sua riconoscenza al grande Pontefice erigendogli due grandiosi monumenti: uno nella Basilica del Sacro Cuore in Roma e l’altro nella chiesa di San Giovanni Evangelista in Torino.

 

La notte sul 7 febbraio del 1877, esattamente un anno prima della santa morte di Pio IX, Don Bosco sognò. Gli parve di trovarsi a Roma e di recarsi subito in Vaticano, senza neppure chiedere udienza dal Papa. Mentre si trovava in una sala, arriva Pio IX e si siede amichevolmente vicino a Don Bosco.

 

«Io, tutto meravigliato — racconta il Santo —, cercai di alzarmi in piedi per fargli i debiti ossequi, ma egli non lo permise; anzi con premura mi fece forza che stessi seduto accanto a lui e si incominciò questo dialogo». [esso trattarono insieme le modalità di alcune proposte di fondazioni salesiane in Roma].

 

«Poco dopo — continua Don Bosco —, il Santo Padre, ritto sulla persona, con la faccia alta e quasi raggiante di luce, mi stava guardando.

 

— Oh, Santo Padre — esclamai —, se i nostri giovani potessero vedere la vostra faccia! Io credo che resterebbero fuori di sé per la consolazione. Essi vi vogliono tanto bene!

 

— Questo non è impossibile: chissà che non possano veder compiuto questo loro desiderio!

 

Intanto, come se gli venisse male, appoggiandosi qua e là, andava a sedersi sopra un canapé; seduto che fu, vi si stese sopra con tutta la persona. Io credevo che fosse stanco e che volesse riposare, perciò cercai di mettergli un capezzale un po’ elevato sotto il capo, ma egli non lo volle e, stese anche le gambe, mi disse:

 

— Ci vuole un lenzuolo bianco per coprirmi da capo a piedi. Io stavo tutto attonito e stupefatto a rimirarlo: non sapevo che cosa dire né che cosa fare. Non capivo nulla di ciò che accadeva. In quel mentre il Santo Padre si alza e dice:

 

— Andiamo.

 

Arrivati in una sala dove c’erano molti dignitari ecclesiastici, il Papa, senza che gli altri vi badassero, s’incamminò verso un uscio chiuso. Io prontamente aprii l’uscio perché Pio IX, che era già vicino, potesse passare. Vedendo ciò uno dei prelati si mise a scuotere il capo e a borbottare:

 

— Questa non è cosa che spetti a Don Bosco; vi sono addetti per questo ufficio.

 

Il Papa, avendo udito, si volse indietro sorridendo e disse:

 

— Lasciate che faccia; sono io che lo voglio.

 

E passata quella porta, non apparve pi√π.

 

Io mi trovai tutto solo e non sapevo pi√π dove fossi, quando apparve Buzzetti [dei primi ragazzi raccolti da Don Bosco e a lui affezionatissimo]. La sua vista mi fece molto piacere.

 

— Dimmi — gli chiesi —: sai dove siamo? Sogno oppure ciò che vedo è una realtà?

 

— Stia tranquillo che non sogna; è tutto vero quello che lei ve de. Qui siamo a Roma, nel Vaticano. Il Papa è morto. E tanto è vero che ella, volendo uscire di qui, avrà delle difficoltà e non troverà la scala.

 

Allora io mi affaccio alle porte, alle finestre e trovo case infrante e diroccate da ogni parte e le scale rotte, e frantumi in ogni luogo.

 

Ora mi avvedo proprio che sogno: poco fa io sono stato in Vaticano col Papa, ma non v’era niente di tutto questo. — Queste macerie — rispose Buzzetti — furono prodotte da uno scrollo improvviso che avverrà alla morte del Papa, poiché tutta la Chiesa alla sua morte sarà scossa terribilmente.

 

Io non sapevo che dire, volevo a tutti i costi discendere dal luogo dove mi trovavo, ma molti mi tenevano, chi per le braccia, chi per la veste, e uno mi teneva forte per i capelli e non mi lasciava andare a nessun costo. Io mi misi a gridare: — Ahi! mi fai male!

 

E tanto fu il dolore che mi svegliai e mi trovai nel mio letto»

 

Don Bosco raccontò il sogno ai direttori salesiani riuniti, ma proibì loro di parlarne, esprimendo il parere che per allora non si dovesse farne caso. Ma passato un anno preciso, ben si vide che non si trattava punto di un sogno comune. Infatti proprio sul principio della notte dal 6 al 7 febbraio, il grande Pontefice Pio IX, dopo una rapida malattia, rendeva la sua bell’anima al Signore.

 

 

san Giovanni Bosco

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