Don Bosco vivo nei nostri oratori

Chi è don Bosco oggi? Da chi viene incarnato? La domanda è sicuramente di difficile risposta. Sempre a servizio dei ragazzi, in giro per le strade a raccogliere quelli più poveri e abbandonati, cammina con i piedi ben per terra, ma è capace di vedere e cogliere l'invisibile...

Don Bosco vivo nei nostri oratori

da Don Bosco

del 12 febbraio 2004

...sa sorridere anche di fronte ai problemi e nelle difficoltà: più che la descrizione di don Bosco, sembra quella di superman!

Eh sì, qualsiasi animatore, che cerca di vivere in pienezza il suo servizio, e che ha conosciuto la figura di don Bosco, prima o poi si è chiesto che cosa farebbe don Bosco oggi, nel suo oratorio più o meno “scalcagnato”, proprio con quei ragazzi così difficili che gli esauriscono ad ogni incontro le riserve di pazienza! 

Prima di sottolineare qualche aspetto della figura e dello stile del nostro santo ci sembra urgente puntare l’attenzione su un elemento fondamentale che normalmente rimane nascosto (anche se paradossalmente se ne parla e se ne discute molto…)!

 

Se don Bosco entrasse nei nostri oratori e nelle nostre scuole oggi probabilmente esordirebbe così:

“Se  proprio volete essere autentici miei figli, non perdetevi solo ad organizzare mille fantastiche attività e iniziative… sono sicuramente necessarie, ma non sono la cosa più importante. L’importante è che  i giovani non solo siano amati, ma si accorgano di essere amati. E come? Qui viene il bello… L’unico modo per dimostrargli che volete veramente il loro bene è che  tra di voi animatori, salesiani, genitori ed educatori… viviate in comunione!

La divisone che a volte si respira nei nostri ambienti crea tanta sofferenza e rende debole e poco credibile il nostro lavorare per i ragazzi. Il malcontento, la mormorazione, le gelosie, le invidie, l’incapacità a perdonare… chiudono la porta allo Spirito Santo e  aprono pericolose fessure e spifferi al principe delle tenebre… I ragazzi o li  amiamo come comunità o non li amiamo affatto! Valgono più due passi fatti insieme come comunità, che mille passi fatti, in solitaria,  dal singolo educatore. L’educazione, dicevo una volta, è cosa di cuore… oggi aggiungerei che è anche cosa di Chiesa! Problemi e incomprensioni lo so per esperienza non mancano mai… ma vissuti in compagnia di Gesù e innestati in lui diventano occasione di vero dono.

Crescete in umiltà, in  pazienza!  Condite le vostre giornate di  semplicità e bontà! Se volete essere don Bosco oggi siate uniti tra di voi, siate come le dita di una mano… Gareggiate nello stimarvi a vicenda!”.

 

Se oggi si parla tanto di comunione è perché la si vive poco e si è poco pronti a sacrificarsi per lei. La concordia non è qualcosa di naturale, stile pubblicità della Barilla… dove basta metter su la pasta che anche Bin Laden diventa mansueto come un agnellino! In realtà l’affetto fraterno, tra persone che condividono una stessa missione, costa tanto ed è spesso frutto di una lotta senza quartiere all’egoismo e all’orgoglio.

Per non farvi discorsi sulle nuvole, vorrei raccontarvi brevemente la mia esperienza quotidiana di comunità. Da qualche anno mi trovo in una casa salesiana, un po’ strana… uno studentato, in cui i giovani salesiani si preparano a diventare sacerdoti!

 

Secondo me  oggi don Bosco è ben rappresentato da queste ottanta persone che passano la maggior parte (o quasi) del loro tempo a studiare.  Ci sono una serie di personaggi un po’ strani e pazzi. Alcuni da degni figli di don Bosco, al sabato e alla domenica, si spendono in mezzo ai ragazzi poveri ed emarginati per educarli un po’ e far loro sentire quell’affetto di cui tanto sono sprovvisti. Altri nella discrezione si occupano dei servizi più vari della  casa e sono anche loro don Bosco oggi… pulendo i bagni e lavando i piatti!  Altri ancora organizzano attività ricreative e culturali… qualcuno anima la comunità con momenti di festa. Ci si sforza di stare insieme adesso semplicemente, per essere tra qualche anno capaci di stare in cortile, proprio come don Bosco… Si cerca di pregare e  soprattutto di fare esperienza che solo con Gesù possiamo fare tutto, e che senza di Lui si combina davvero poco… anzi nulla!

Il paradiso terrestre? No, è una comunità normale, con tanti limiti… Ma sapete com’è in questo mese dedicato a don Bosco, per essergli veramente fedele mi sono preso l’impegno di vedere gli aspetti positivi della mia comunità e di parlare bene di ogni mio compagno… Siamo proprio compagni, non perché aderenti a qualche partito, ma come dice la parola stessa, perché condividiamo lo stesso Pane.

 

Se volete bene a don Bosco, chiedetevi come sta andando la vostra comunità educativa. Se volete bene ai ragazzi, convincetevi che non potete amarli veramente da soli. Se siete discepoli di Gesù, sappiate che non seguite una dottrina ma siete chiamati ad essere su questa terra il suo corpo vivo… la Chiesa!

Invochiamo il Signore che ci doni il cuore di don Bosco, ad ognuno un pezzettino…

 

Il teologo Cescut

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