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Don Filippo ci scrive.... n°27

Sono tornato a Gambella carico di entusiasmo per l'affetto, la partecipazione, il sostegno, avuto in tantissimi modi, per quanto stiamo realizzando qui a favore di questa poverissima gente. Un grazie sentito di cuore per il vostro sostegno, aiuto, amicizia e vicinanza, sono stato molto contento di vedervi e di conoscerne dei nuovi.


Don Filippo ci scrive.... n°27

da MGS News

del 20 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

Quello che so per domani è che la Provvidenza sorgerà prima del sole

Carissimi amici, come state?

          Un saluto dall’Etiopia e un augurio di un buon nuovo anno a tutti voi. Sono ormai tornato da più di due settimane e ho già fatto un passaggio in quasi tutti i villaggi per rivedere la gente, sentire come stanno e farmi rivedere, naturalmente. Sono tornato alla base a Gambella e fermandomi un poco mi è venuto un senso di ringraziamento per le tante persone che ho incontrato nel mese passato in Italia.

          Prima di tutto tanti salesiani: ho girato parecchie case e ho sempre trovato una grande accoglienza e disponibilità a farmi parlare con i ragazzi, a sostenere qualche progetto per la missione qui a condividere un po’ di passione per i più poveri. Devo dire grazie a tutti i salesiani che mi stanno aiutando e sostenendo. Mi ha fatto molto bene anche a me parlare ai ragazzi, in qualche ritiro o buongiorno, per sentire come sono, mantenere un contatto con i giovani italiani e fare delle belle chiacchierate in italiano, che era da tanto che non facevo.

          Poi la mia famiglia, che ringrazio molto per tutto l’aiuto che mi sta dando, affettivo ed effettivo in tanti modi, davvero posso dire di poter sempre contare su di lei. E poi è sempre una gioia rivedere la mamma, sorella e fratello, insieme a tutti i parenti, anche se, come ha detto mia mamma, sono stato quasi sempre in giro e poco a casa.

          E poi tutti gli amici, tanti che non voglio nominare per non dimenticare nessuno, un grazie sentito di cuore per il vostro sostegno, aiuto, amicizia e vicinanza, sono stato molto contento di vedervi e di conoscerne dei nuovi.   

          Vorrei dire a tutti un grande GRAZIE a tutti quelli che ho incontrato e che ricordandosi di me sono stati ad ascoltarmi e a vedere le foto della missione: sono rimasto colpito di come molta gente si sia interessata ai “nuer”, agli “anuak”, alle loro storie, alla loro vita e non solo, ma interessata dandomi una mano: 

          chiamandomi per una testimonianza, vendendo segnalibri e braccialetti, facendo pubblicità tra i ragazzi, i parenti, gli amici, proponendo un mio progetto ad un’associazione o a delle persone che potrebbero aiutarmi, oppure facendomi un’offerta e tante di queste sono state davvero consistenti considerato il periodo che si sta vivendo in Italia.

          Insomma sono tornato a Gambella carico di entusiasmo per l’affetto, la partecipazione, il sostegno, avuto in tantissimi modi, per quanto stiamo realizzando qui a favore di questa poverissima gente.

Vorrei portarvi tutti qui per vedere questi villaggi e incontrare soprattutto i ragazzi, mai stanchi di sorrisi e abbracci e di tanta vita. 

          E poi eccomi qui, sono tornato in tempo per celebrare Natale in Etiopia, qui da noi è il 7 gennaio, per via del calendario Ortodosso. Sabato 7 ero a Nyinenyang e domenica 8 a Matar e la scorsa settimana nelle varie cappelle sparse attorno a questi grandi villaggi. Davvero abbiamo celebrato Natale: la veglia la sera prima con il coro attorno ad un fuoco, una bella Messa al mattino e poi via per il villaggio con i tamburi e tanti vestiti tipici, cantando e suonando per festeggiare il compleanno di Gesù. E alla fine un bel pranzetto: polenta e carne di pecora, buonissima.

          Ma quello che mi ha colpito di più è stata la marcia che abbiamo fatto nel villaggio: tutti in linee da 6, prima i tamburi, poi gli uomini, poi i chierichetti e il coro e infine le donne e i ragazzi, cantando e inneggiando a squarcia gola canzoni cristiane sul Natale. Tutti nel villaggio meravigliati da tanta energia ci stavano a guardare, molti i bambini che si univano a noi, impressionante, in mezzo ad un turbine di polvere, date le strade e la temperatura, attorno ai 40°, ormai costante. Tanti hanno ricordato il modo di celebrare il Natale quando abitavano in Sudan, prima della guerra civile finita nel 2005, quando i vari villaggi si univano per festeggiare in questo modo il Natale, più di qualcuno poi è venuto a dircelo commosso. I nuer che abitano nella regione di Gambella sono quasi tutti ex profughi, scappati dalla guerra civile in Sudan. Quando i campi profughi sono stati chiusi sono rimasti in Etiopia.

Alla fine delle giornate ho portato i vostri saluti, da parte di tutte le persone che ho incontrato, mi hanno chiesto tanto di voi e soprattutto hanno detto: E quando vengono a trovarci?

E così aspettandovi, vi auguro un buon mese salesiano dedicato a don Bosco, il 31 è anche l’anniversario dell’Ordinazione del nostro Vescovo, che è salesiano, mons. Angelo Moreschi, che vi saluta. 

Un ricordo nella preghiera con un grazie nel cuore a tutti.

Abba Filippo

Don Filippo Perin

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