23 gennaio 2002 è morto don Juan Edmundo Vecchi, ottavo Successore di Don Bosco.
del 01 marzo 2002
Nato a Viedma (Argentina) il 23 giugno del 1931, da genitori italiani emigrati nel paese sudamericano all' inizio del secolo, sin da piccolo conosce i salesiani e decide di entrare nella congregazione di Don Bosco, nella quale emette la prima professione religiosa nel 1947. Svolti gli studi teologici presso lo studentato di Torino-Crocetta, viene ordinato sacerdote nel luglio del '58. Nel 1972 inizia il suo lungo servizio alla Congregazione come membro del consiglio generale. Dal '72 al '78 è regionale per l' America Latina-Atlantico; dal '78 al '90 è consigliere generale per la pastorale giovanile; dal '90 al '96 è vicario del Rettor Maggiore; e infine dal 20 marzo 1996 è l'ottavo successore di Don Bosco.
Non è facile ricordare la figura di don Juan Vecchi e presentarla ai giovani, specie a chi l' ha visto solo in fotografia con sotto la scritta: VIII° successore di don Bosco! Uno potrebbe rimaner intimorito solo al saper che è stato ' generale' del pacifico esercito salesiano. Se poi gli si racconta che fu uomo di vasta cultura, di pensiero profondo e che nel leggere i suoi scritti bisognava rileggerli due/tre volte per ben capirli, allora uno potrebbe concludere: non era dei 'nostri' . E invece...
Certo, non era uno che ti dava pacche sulle spalle o ti chiamava con una fischiata. Quando lo avvicinavi però sentivi che i tuoi problemi li aveva davanti, ben presenti, che li capiva e te li snocciolava con tanta semplicità. Sapeva dirti anche come fare per superare le tue difficoltà, come metterti in ascolto di cose più grandi di te e così innamorarti della Verità.
E sai perché trovava facile tutto questo? Perché per tanti anni si era messo a studiare i problemi dei giovani. Dapprima laggiù in Argentina, sua patria, a contatto diretto con tanta gioventù negli oratori e istituti salesiani. Ma lo studio di questi problemi giovanili per lui divenne passione quando fu nominato 'Consigliere generale per la Pastorale Giovanile' che in parole povere voleva dire colui che il Capitolo generale dei Salesiani aveva incaricato di rinnovare metodi e a scoprire nuove tecniche di animazione giovanile alla luce del Concilio Vaticano II°. I Salesiani in quegli anni, sulla spinta dei loro Capitoli, si erano impegnati a riagganciare i giovani sul piano pastorale della fede. I temi vertevano su 'i salesiani evangelizzatori dei giovani' (Capitolo 21°); 'educare i giovani alla fede' (Capitolo 23°). Don Vecchi ne fu l' animatore entusiasta ed instancabile. Il Movimento Giovanile Salesiano (MGS) sorse sotto questa spinta e ha trovato in lui l'anima oltre che l'intelligenza. Così anche per gli Incontri giovanili al Colle Don Bosco che don Egidio Viganò, suo predecessore nell' incarico di Rettor Maggiore, aveva chiamato il 'colle delle beatitudini giovanili' . Se aveva una briciola di tempo, don Vecchi mai mancò a questi raduni, pronto a tracciare nuove esperienze pastorali e ad indicare strade per raggiungerle. Se non poteva parteciparvi, inviava un suo messaggio che era tutto un programma di lavoro per i convenuti.
Don Vecchi, nel mondo salesiano, sarà ricordato per tante sue iniziative, ma i giovani lo ricorderanno soprattutto come loro grande amico e maestro. Proprio come don Bosco.
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