Smettiamo di innamorarci delle divise, delle targhette, dei colori, dei partitini. Abbiamo bisogno solo di qualcuno che ci ascolti e che risolva i problemi esistenziali, sempre più pesanti e numerosi, fuori dalle stanze e lontano dai buchi...
del 23 giugno 2006
Stiamo riempiendo le pagine dei giornali con la lieta novella che nella regione Toscana si apriranno le cosiddette Stanze del buco. Permetteremmo così ai disperati che da anni si fanno di eroina di continuare tristemente il loro calvario barattato come normalità.
Il ministro Ferrero ha cominciato nel migliore dei modi la sua carriera politico-istituzionale. Come il peggiore degli allenatori, anziché avere una particolare attenzione alla squadra dei titolari che deve scendere in campo, sta perdendo tempo con le riserve. Per uscire dalla metafora di stagione (siamo ai campionati mondiali di calcio) è partito dall'ultima cosa che avrebbe dovuto fare trascurando un vero progetto di lotta alle dipendenze. Mi domando e, qui parlo sul serio, perché dobbiamo copiare il peggio dagli altri Paesi quando, bene o male, l'Italia è stata la prima ad individuare una via percorribile e molto più dignitosa delle Stanze del buco, per i disperati e per i recidivi.
Dove era il Ministro anni fa, quando presso i Sert è stato allestito un servizio di distribuzione di metadone, nato proprio ad hoc? Sul metadone possiamo discutere se a mantenimento o a scalare (io ed altri siamo da tempo schierarti dalla parte del metadone a scalare). Ai Sert possiamo chiedere più efficienza e più presenza, però non possiamo rinnegare una via che ha dato risultati abbastanza positivi a tutta questa tipologia di dipendenze.
È ingiustificata e strana l'esterofilia che ci fa correre sempre fuori Italia per cercare le cose che in Italia già ci sono e sono migliori. Ancora una volta tutto questo serve solo per farci litigare e per ritardare le vere risposte che devono essere date nei tempi brevi a domande sempre più urgenti e incalzanti.
Facciamo bene quello che abbiamo già fatto e diamoci solo da fare per migliorarlo. Cerchiamo di ridurre al massimo la disperazione, lavoriamo in modo più coordinato tra Sert e Comunità. Smettiamola di fare gli scopritori dell'acqua calda. Nel frattempo, se è vero che questo signor ministro ha parlato come fosse una persona qualsiasi, scritta ad un movimento politico non qualsiasi, la deve smettere di tenere questo atteggiamento. Ha voluto ed ha accettato di essere ministro. Dovrebbe accettare anche le normative che la compagine ministeriale si è data. Quando ci si mette a disposizione della gente, meno distintivi esibiamo più è facile che la gente stessa ci stia vicina.
Smettiamo di innamorarci delle divise, delle targhette, dei colori, dei partitini. Abbiamo bisogno solo di qualcuno che ci ascolti e che risolva i problemi esistenziali, sempre pi√π pesanti e numerosi, fuori dalle stanze e lontano dai buchi.
don Antonio Mazzi
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