Il “prossimo digitale” è moralmente vicino per condividere un bene spirituale come l'amicizia o la solidarietà anche se fisicamente si trova a centinaia di chilometri...
Chi è il mio “prossimo digitale”? La domanda può far breccia dopo aver letto il Messaggio scritto da papa Francesco 48ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ma è anche un quesito inespresso che interroga da tempo quanti cercano di comporre insieme vita digitale e Vangelo. L’ingresso dell’elettronica nelle nostre vite sta trasformando anche l’antropologia del quotidiano. I rapporti mediati dall’elettronica restituiscono la percezione di un contatto immediato, una vicinanza reale che, pur non essendo fisica, riesce a ridurre ansia e solitudine anche solo parzialmente e momentaneamente.
Come l’utilizzo del telefono ha consentito a molti di gestire e rafforzare rapporti e relazioni, anche gli altri strumenti di contatto elettronico ci introducono in complesso sistema di relazioni che possono essere vere e profonde, anche se vissute attraverso la mediazione di plastica, alluminio e circuiti integrati.
Chi potrebbe essere, dunque, questo “prossimo digitale”?
Il “prossimo digitale” è moralmente vicino per condividere un bene spirituale come l’amicizia o la solidarietà anche se fisicamente si trova a centinaia di chilometri. È il comunicatore sapiente che non tira dritto ma si ferma per lenire le ferite. Non è il risolutore definitivo della situazione, anche lui affida il ferito a qualcun altro proprio perché pienamente consapevole del limite della comunicazione e della presa in cura.
don Marco Sanavio
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