Omelia del Rettor Maggiore nella solennità di Maria Ausiliatrice. «Don Bosco è un prete, un educatore, nella vita del quale, molto presto e con continuità, Maria ha fatto irruzione concretamente e carismaticamente. Ed egli, meditando nel suo cuore gli avvenimenti mariani capitati nella propria vita, si radicherà nella persuasione che Maria è una persona viva, vicina, che riempie la storia della Chiesa con la sua presenza e la sua opera».
del 25 maggio 2008
Omelia nella solennità di Maria Ausiliatrice
Apoc. 12; Gal. 4, 4-7; Gv. 19, 25-27
 
 
 
 
 
Carissimi fratelli e sorelle,
 è una grande gioia trovarci riuniti qui, nella Chiesa Madre della Congregazione a celebrare con la Famiglia Salesiana e con il Popolo di Dio, la Solennità di Maria Ausiliatrice. Da questo luogo privilegiato, dalla Casa della Madonna di Don Bosco, da dove è uscita la sua Gloria, oggi ci sentiamo particolarmente Chiesa, uniti al Santo Padre e ai cristiani di tutto il mondo che pregano per la Cina.
 
Nella lettera rivolta alla Famiglia Salesiana, all’inizio della novena di preparazione della Festa di Maria Ausiliatrice scrivevo: “Il nostro tempo ci appare complesso e difficile, pieno di sofferenza. Come non ricordare qui oggi l’immane dolore, devastazione e morte provocata dal Ciclone Nargis o dal terremoto che hanno colpito il Myanmar o la regione di Sichuan nella Cina, senza contare le vittime delle guerre in corso e della violenza della storia. Ma quando mai i tempi sono stati facili? Possiamo dire piuttosto che i tempi difficili sono i tempi di Maria, donna forte, dalla fede temprata, madre sollecita e guida coraggiosa. L’aveva intuito Don Bosco quando, in tempi calamitosi e irti di ostacoli per la Chiesa, aveva proposto la devozione all’ Auxilium Christianorum quale ancora di salvezza per i credenti e fonte di vita spirituale per i suoi giovani, per i loro educatori ed educatrici. Ce lo ricorda oggi, con felice intuizione, il S. Padre Benedetto XVI che addita la Vergine Ausiliatrice quale madre da invocare perché la Chiesa cinese possa superare le sfide impegnative che si trova ad affrontare: riconciliazione ed unione in seno ad una comunità divisa, il superamento di umilianti controlli da parte del governo e la concessione di una vera libertà di religione. Il Papa chiede ai cattolici cinesi di affidarsi proprio a Lei, l’ Ausiliatrice venerata presso il santuario di Sheshan, vicino a Shanghai, ed invita i cattolici di tutto il mondo a unirsi il 24 maggio di ogni anno in una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina.
 
“Desidero – ha scritto il Papa - che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile”[1]
 
Forse quello che non tutti sanno è che “il Santuario di Sheshan è vicino al cuore della Famiglia Salesiana. La devozione a Maria Ausiliatrice vi crebbe, si può dire, contemporaneamente agli sviluppi della stessa devozione a Valdocco. E’ del 1 marzo 1868 l’inaugurazione della prima modesta chiesetta-oratorio in cima alla collina di Sheshan, proprio quando Don Bosco annunciava per il 9 giugno seguente l’inaugurazione del tempio da lui eretto in Torino. E mentre i cronisti di Valdocco segnalavano un crescente numero di grazie ottenute per intercessione di Maria Ausiliatrice, anche a Sheshan iniziava un movimento di pellegrinaggio popolare nel mese di maggio, e in particolare il giorno 24, che negli anni seguenti avrebbe attirato fino a 10.000-15.000 fedeli. Anche i fedeli cinesi potevano godere della potente intercessione della Vergine Ausiliatrice fin dalle loro prime manifestazioni di fede e venerazione presso il santuarietto a Lei dedicato, come notava lo stesso Don Bosco quando si riferiva a grazie ivi ottenute nel maggio1869:
 
«Il nome di Maria Ausiliatrice risuona ormai glorioso sino nei più lontani paesi. La Cina e’ uno di questi. Pare veramente che Iddio voglia tirare a se’ il mondo intero per mezzo dei prodigi operati in favore degli infedeli ad intercessione della sua divina Madre...»[2]”.
 
Con la stessa fede con cui Don Bosco attribuiva tutto a Maria Ausiliatrice, e raccogliendo l’umile constatazione di Don Luigi Versiglia che ricordava ai suoi missionari che “senza Maria Ausiliatrice noi Salesiani siamo nulla”, qui, nella sua Casa affidiamo a Lei questa terra sognata e bramata dal nostro Padre.
 
Proprio sei anni fa mi ero recato, per prima volta, in veste di Successore di Don Bosco, per consegnare a Maria tutti i confratelli, i membri della Famiglia Salesiana, gli amici di Don Bosco e i giovani che il Signore mi aveva affidato. Sei anni dopo torno, questa volta accompagnato da tutto il mio Consiglio, per porre nelle mani e nel cuore di Maria questo nuovo sessennio dopo il Capitolo Generale 26, che ci porterà con il cuore infiammato dalla passione del “Da mihi animas, cetera tolle” alla celebrazione del bicentenario della nascita del nostro amato Fondatore e Padre. Da parte sua, la Madre Antonia Colombo e il suo Consiglio sono venute a rendere lode e grazie al Signore per la presenza materna di Maria Ausiliatrice sin dall’inizio della vita dell’Istituto e di modo particolare in questo sessennio loro che sta per concludere. Tra le tante grazie, la Madre ha avuto di recente, nel mese di aprile, la gioia immensa di accogliere nell’Istituto le Figlie di Don Bosco, dopo un lungo percorso di preparazione. A tutto ciò si aggiunge il desiderio della Madre e il suo Consiglio di affidare alla Madonna il loro Capitolo Generale, che avrà come tema l’esperienza, l’espressione e le frontiere dell’Amore preveniente di Dio.
 
Quest’anno inoltre, in linea con la strenna del 2008, sentiamo il bisogno di invocare la presenza educativa di Maria nelle famiglie e nella vita di tanti giovani il cui comportamento smarrito, confuso e violento sta provocando tanta sofferenza e preoccupazione, descritta dal Santo Padre come “emergenza educativa”. Non c’è dubbio che il degrado ambientale, personale, sociale, culturale e religioso ci rende bisognosi della presenza materna di Maria.
 
Come al solito, la Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato mentre proclama quanto è grande, profonda e decisiva la presenza di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa illumina e progetta la nostra vita personale, sociale e istituzionale.
 
Nella prima lettura abbiamo sentito l’Apostolo: “Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna …” (Gal. 4, 4). L’incarnazione di Gesù nel grembo di Maria segna la “pienezza del tempo”, il punto culminante della salvezza. Di questa salvezza Maria è, insieme con Gesù, primizia e prima collaboratrice. La pienezza dei tempi non sta ad indicare il grado di maturazione umana o spirituale della umanità e neppure il limite della sua decadenza, ma semplicemente il volere di Dio. Oggi la nostra situazione non è tanto diversa di quella di 2000 anni fa, e oggi come ieri Dio continua ad amare il mondo ed inviare il suo figlio, che ha bisogno però di persone che come Maria lo accolgano, lo incarnino e lo diano all’umanità. Il nostro Dio non ha perso la voglia di salvare, ma necessita di collaboratori che lo rendano presente, vicino, umano, salvatore.
 
In questo delicato compito non siamo soli. Abbiamo la madre e la maestra. In effetti, dall’alto della croce scendono le parole di Gesù: “Ecco il tuo figlio! Ecco la tua madre!” (Gv. 19, 26-27). La Chiesa nasce dal sacrificio di Cristo e subito riceve colei che l’accompagna lungo il suo cammino tra gli uomini. Maria sarà Madre e Maestra, e Ausiliatrice della Chiesa fino alla fine della storia.
 
E’ una storia dove le forze del bene e del male si affrontano in aspro combattimento, come lo descrive con forza d’immagini il brano dell’Apocalisse. La presenza della “donna vestita di sole” (Apc. 12, 1) è segno e garanzia di vittoria per “quelli che osservano i comandamenti e sono in possesso della testimonianza di Gesù” (Apc. 12, 17).
 
Questa è stata l’esperienza vitale e la convinzione di fede del nostro padre Don Bosco. Nel 1871, durante gli Esercizi Spirituali a Lanzo, don Bosco dice ai suoi: “Solo in cielo potremo, stupefatti, conoscere ciò che ha fatto Maria Santissima per noi…, e la ringrazieremo per tutti i secoli eterni”.[3] Sono parole sue, che esprimono bene lo spazio, veramente straordinario, che Maria ha occupato nella storia della umanità, nella vita della Chiesa e non di meno nella vicenda della Famiglia Salesiana.
 
Don Bosco è un prete, un educatore, nella vita del quale, molto presto e con continuità, Maria ha fatto irruzione concretamente e carismaticamente. Ed egli, meditando nel suo cuore gli avvenimenti mariani capitati nella propria vita, si radicherà nella persuasione che Maria è una persona viva, vicina, che riempie la storia della Chiesa con la sua presenza e la sua opera.
 
La Madonna va così acquistando, sempre più chiaramente, agli occhi di don Bosco, i suoi tratti definitivi, quelli dell’Ausiliatrice, e lo conduce a crescere in un fortissimo senso della Chiesa.
 
Basti ricordare che nel decennio 1865-75 la Congregazione salesiana viene approvata, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice è fondato. Poi verrà l’inizio della avventura missionaria, l’ingresso delle Congregazioni salesiane in altri paesi d’Europa, l’organizzazione dei Cooperatori. Maria Ausiliatrice presiede a questa espansione mondiale, facendone comprendere il significato ecclesiale: la Famiglia Salesiana viene inserita nella missione della Chiesa universale e appare così nella sua vera identità.
 
Di questa forte sensibilità ecclesiale, maturata dal nostro padre don Bosco sotto la guida dell’Ausiliatrice, desidero ricordare una manifestazione che la evidenzia con chiarezza e diviene orientamento per noi. Mi riferisco al quadro che possiamo contemplare sopra la porta di entrata, a sinistra, che rappresenta el sogno delle due colonne. Vi si trova tutta l’ecclesiologia e la mariologia di Don Bosco.
 
Nel sogno delle due colonne, la grande nave, che ha per timoniere il Papa, solca il mare in tempesta, è assalita e combattuta, ma giunge ad attraccarsi tra le due altissime colonne sulle quali stanno rispettivamente l’ostia eucaristica e la statua dell’Immacolata con la scritta “Aiuto dei cristiani”. Subito cessano gli attacchi e si fa una grande bonaccia.
 
La nave è – fin dagli inizi del cristianesimo – immagine della Chiesa. Ebbene, non c’è dubbio: per don Bosco, l’Eucaristia e Maria Ausiliatrice sono le due grandi devozioni che sostengono la Chiesa nella sua missione e la difendono dai pericoli. Quante volte egli ha raccomandato ai suoi giovani e ai Salesiani queste due devozioni insieme. A d. Cagliero, appena partito per l’Argentina con i primi missionari, don Bosco scriveva: “Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo fare noi. Confidate ogni cosa in Gesù Cristo sacramentato e in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli”.[4]
 
Anche questo sogno ha una valenza ecclesiale di perenne attualità. In successione, Cristo Risorto, presente nell’Eucaristia, Maria assunta nella Gloria e a Lui associata nell’opera della salvezza, e il Papa pastore e centro visibile di unità nella fede, sono gli intramontabili punti di riferimento per la Chiesa di tutti i tempi. Lo sono per le nostre Congregazioni, per l’intera Famiglia salesiana. Lo sono per tutti noi, fratelli e sorelle. Lo sono per l’educazione dei giovani nella fede. Lo sono per una vita spirituale viva. Lo sono per l’efficacia della nuova evangelizzazione. Lo sono per l’autenticità del nostro senso di Chiesa, quello stesso che don Bosco ci ha lasciato in eredità e che si misura, prima di tutto, su questi punti di riferimento.
 
Carissimi fratelli e sorelle, concludo ringraziando la vostra presenza. Forti della presenza del Risorto, e del suo Spirito, accompagnati da Maria Madre e Ausiliatrice della Chiesa, rinnoviamo il nostro impegno a lavorare per l’educazione dei giovani con quell’umile e tenace speranza che fu del nostro padre don Bosco.
 
 
Vi invito ora a fare nostra la preghiera per la realizzazione del sogno del nostro caro Padre sulla presenza salesiana in Cina:
 
PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
 
Vergine santa, Ausiliatrice,
Madre di Cristo, Patrona e Avvocata della Cina,
intercedi per la Chiesa, per il Popolo e la Giovent√π Cinese
alla tua cura materna affidati.
 
Infondi in tutti
il desiderio di conoscere il disegno di amore del Padre,
il coraggio di accogliere il Vangelo di Cristo,
la volontà  di crescere nello Spirito Santo.
 
Allontana dai tuoi figli ogni tipo di male.
Difendili dai pericoli del materialismoe dell’indifferenza religiosa.
Suscita tra di essi vocazioni sante, 
fedeli al servizio del Regno di Dio.
 
Anche a noi, che attendiamo con fiducia
i miracoli previsti dal nostro padre Don Bosco,
dona la stessa sua fede,
la sua passione  e la sua sete per le anime;
rendici fedeli al nostro carisma
e all’opzione  in favore della gioventù  povera e abbandonata.
 
Dacci il coraggio di sognare,
audacia nell’intraprendere,
saggezza nell’agire con amore,
perseveranza nel donarci totalmente alla missione,
e una purezza di vita che rispecchi la tua.
 
Tu, che a Cana affrettasti il tempo del tuo Figlio,
esercita con premura la tua materna intercessione
ed affretta per il tuo popolo l’aprirsi di nuovi orizzonti
di libertà, di pace e d’ascolto del tuo Figlio. Amen.
 
 
 
Don Pascual Ch√°vez Villanueva
Valdocco, 24 maggio 2008
 
[1] Benedetto XVI, Lettera ai Cattolici nella Repubblica Popolare Cinese, Città del Vaticano, 27 maggio 2007.
[2] Giovanni Bosco, Nove giorni consacrati all’ augusta Madre del Salvatore sotto il titolo di Maria Ausiliatrice, Torino, Tipografia dell’ Oratorio di S. Francesco di Sales 1870, in OE XXII, p. [333-334]
[3] MB X, 1078.
[4] MB XI, 395.
don Pascual Ch√°vez Villanueva
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