Ogni primo venerdì del mese la redazione donboscoland propone una riflessione sul tema dell’ecologia. Oggi parliamo di Ecologia e Ambiente
“Quando parliamo di ambiente facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati.”
(L.S. 139)
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Il pianeta è malato. E il virus siamo noi. Ma, a differenza del virus, noi possiamo cambiare comportamento ed agire in favore del pianeta e dei suoi abitanti, di oggi e domani. Quali sono le malattie più importanti? Cominciamo da quella più preoccupante, il riscaldamento globale. In realtà, la temperatura terrestre è sempre cambiata. Che cosa c’è di speciale nei cambiamenti climatici iniziati con la rivoluzione industriale del XIX secolo? La causa. Questa volta è la specie umana a provocarli emettendo gas serra, tra cui il più importante è l’anidride carbonica. Per capire cosa sta succedendo, cerchiamo di rispondere ad alcune domande. Che cos’è il clima? Di che temperatura parliamo? Perché è così importante?
Il clima è un concetto medio. Ha senso dire che nella foresta tropicale il clima è caldo e umido, non ha senso dire che il clima nel deserto del Sahara è freddo perché è avvenuta una rara nevicata. Insomma, il clima corrisponde alle condizioni meteorologiche medie di un territorio.
Le migliori informazioni sul clima sono fornite dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC). L’IPCC è stato fondato nel 1988 dal Programma ambientale dell’ONU (UNEP) e dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Insignito del premio Nobel per la pace nel 2007 (insieme all’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore), ha pubblicato sei Rapporti di valutazione (1990, 1995, 2001, 2007, 2014 e 2021). Nell’ultimo, ha affermato che:
- dal 1850-1900 al 2011-2020 la temperatura del pianeta è aumentata di 1.09 °C (di cui 1.07 °C causati dall’umanità);
- dalla seconda metà del secolo scorso, si sono ridotti i ghiacciai terrestri e la banchisa artica;
- dal 1901 al 2018 il livello del mare si è innalzato di 0.2 m;
- negli ultimi decenni, sono aumentati gli eventi meteorologici estremi.
Il dato meteorologico e climatico più importante è la temperatura. Spesso i climatologi, per dare evidenza del riscaldamento globale, mostrano il grafico dell’anomalia della media annuale globale della temperatura superficiale o, brevemente, anomalia della temperatura globale. Ti sei perso? Niente paura, smontiamo pezzo per pezzo questa definizione, solo apparentemente complicata. Ovviamente a noi interessa la temperatura superficiale, quella dell’aria in cui ci muoviamo e che respiriamo, non quella più fredda degli strati atmosferici in cui volano gli aerei. Poi, per avere un’idea riassuntiva di come sono andate le cose in un anno nel pianeta, facciamo la media di tutte le temperature rilevate in quell’anno su tutto il pianeta (media annuale globale). Infine, l’anomalia della temperatura globale è semplicemente la differenza tra la temperatura globale e una media delle temperature globali in un periodo fissato.
Perché è così importante questo aumento di temperatura? In primo luogo, ricorda che stiamo parlando di aumento medio. Sui continenti, è quasi 2°C, sugli oceani è meno di 1°C, a causa della proprietà dell’acqua di assorbire molto calore a parità di aumento di temperatura. Il problema è che in alcune regioni del globo, è più pronunciato: in Germania, ad esempio, l’aumento di temperatura è stato di 2.3°C nel 2020 e, secondo un modello attendibile, sarà compreso tra 3 e 7°C alla fine del nostro secolo.
In secondo luogo, bisogna ricordare tutti gli effetti negativi diretti e indiretti dell’aumento di temperatura. Tra quelli diretti ricordiamo: desertificazione, inondazioni, sprofondamento di zone abitate… tra quelli indiretti: guerre, migrazioni, tensioni sociali…
Il riscaldamento globale non è l’unica malattia del pianeta. Citiamone altre tre:
- inquinamento dell’aria da polveri sottili: si calcola che provochi 9 milioni di morti all’anno, superando la mortalità del covid;
- inquinamento dell’acqua da plastica: ne produciamo mezzo miliardo di tonnellate all’anno. Di questo passo nel 2050 ci sarà più plastica che pesce nei mari e negli oceani;
- perdita di biodiversità: dopo la scomparsa dei dinosauri, stiamo provocando la sesta estinzione di massa (abbiamo già perso quasi la metà delle specie marine e terrestri).
Che fare? Cadere in depressione? No. L’umanità si sta muovendo nella giusta direzione, cominciando dal Protocollo di Montreal del 1987 che ha messo al bando i clorofluorocarburi. Come forse ricorderai, negli anni ‘80 del secolo scorso gli scienziati avevano scoperto che quei gas provocavano il buco dell’ozono. Oggi, il buco si sta chiudendo. Nel 2015, è stato adottato l’Accordo di Parigi che prevede una riduzione delle emissioni di gas serra, in modo da non far aumentare la temperatura del pianeta più di 2°C. Il 2 marzo 2022, l’Assemblea ONU per l’ambiente ha istituito un Comitato intergovernativo di negoziazione (INC) per elaborare entro il 2024 un trattato per la riduzione della plastica. E tu? Puoi fare molto con gli stili di vita, le opzioni di consumo, la scelta dei governanti e le campagne di opinione. Per convincerti che le tue azioni sono importanti, ti racconto una storia (vera) scientifica.
2.5 miliardi di anni fa, l’ossigeno non era presente nell’atmosfera e la vita umana non sarebbe stata possibile. Poi, grazie al piccolo contributo di innumerevoli e (apparentemente) insignificanti organismi unicellulari – i cianobatteri – l’aria si è arricchita di ossigeno fino ad assumere la sua composizione attuale. Grandi tra uno e dieci milionesimi di metro, sono talmente semplici da non avere organelli e da riprodursi per mera scissione ma… contengono clorofilla e producono ossigeno grazie alla fotosintesi.
Per operare la transizione ecologica del nostro sistema socioeconomico occorre il contributo di tutti, come ha scritto il Papa al convegno internazionale di EcoOne del 2020: «Il raggiungimento di un’ecologia integrale richiede una profonda conversione interiore, a livello sia personale che comunitario. Mentre esaminate le grandi sfide che dobbiamo affrontare in questo momento, inclusi i cambiamenti climatici, la necessità di uno sviluppo sostenibile e il contributo che la religione può dare alla crisi ambientale, è essenziale rompere con la logica dello sfruttamento e dell’egoismo e promuovere la pratica di uno stile di vita sobrio, semplice e umile».
Articolo di:
Luca Fiorani
Istituto Universitario Sophia
Docente di Foundations of Civil
and Sustainable Economy
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