Il racconto di un'espereienza a Chisinau da parte del gruppo ADS di Chioggia assieme alla comunità salesiana e al cammino di tanti giovani che anche in mezzo a molte difficoltà hanno la voglia di sorridere. Tante cose da fare ma soprattutto tante cose da imparare e vite di giovani animatori da incontrare.
del 09 settembre 2009
 “Ma…con tutti i voli che vengono cancellati…proprio il nostro aereo doveva arrivare???”; questo è quanto rimbalzava nella nostra testa quando era giunto, inesorabile, il momento di tornare in Italia, a Chioggia, alle nostre occupazioni e alla nostra quotidianità. Si, perché le due settimane passate al Centrul Don Bosco di Chisinau, in Moldavia, hanno lasciato qualcosa dentro ognuno di noi, e qualcosa di grande! Saranno stati quegli splendidi bambini, che con un sorriso ti fanno sobbalzare il cuore; o la preghiera costante, che ha scandito le nostre giornate e ci ha accompagnato in tutto quello che facevamo; o magari il lavoro, che ci ha permesso di essere gioiosamente al servizio del prossimo e ci ha fatti sentire partecipi dell’importante missione svolta dall’unica casa Salesiana in terra moldava.
E sono stati proprio i Salesiani (Don Sergio, Don Jacek, Don Janusz e Daniele) ad accoglierci al nostro arrivo al Centrul Don Bosco. Dobbiamo sicuramente ringraziare anche loro se abbiamo potuto vivere così intensamente la nostra esperienza: ci hanno fatti sentire davvero a casa, creando un ambiente e un’atmosfera sempre accogliente e dimostrandosi disponibili con noi in ogni occasione. In questo modo i pasti diventavano momenti di condivisione, di confronto…ma anche occasioni per un sacco di risate!! Insomma, non ci hanno certo fatto sentire a 1500 km da casa! E di sicuro vivere tutti i momenti della giornata insieme a loro nella preghiera ci ha dato modo di diventare, sebbene con stretti limiti sia spaziali che temporali, una piccola comunità.E a questo di certo hanno contribuito inizialmente il gruppo della C.P. e di alcuni genitori di Udine che abbiamo trovato al nostro arrivo, ma soprattutto i nostri amici di Verona che ci hanno raggiunto a Chisinau alla fine della prima settimana. Con loro abbiamo avuto modo di instaurare da subito un bel rapporto d’amicizia; sebbene le età fossero le più diverse ci siamo sentiti subito a nostro agio, grazie alla loro simpatia e alla loro semplicità. Nel gioco, nel canto, nella preghiera abbiamo condiviso tanto, così come nei momenti di lavoro, in cui è stato bello e facile faticare gomito a gomito anche grazie alla loro umiltà e alla loro voglia di fare del bene e di donarsi gratuitamente al prossimo.Perché da fare ce n’era e ce n’è ancora tanto, in un’opera sorta solo due anni fa. Il nostro lavoro consisteva nelle più svariate occupazioni, dal biancheggiare sala giochi e palestra, al “disboscare” delle aree inutilizzabili a causa della folta vegetazione, al ripulire alcuni angoli di oratorio dalle montagne di rifiuti e materiale edile scartato…abbiamo perfino dissotterrato l’armatura di un furgone! Anche i momenti di lavoro (a volte anche discretamente faticoso) diventavano spesso occasione di unione e condivisione profonda di uno stesso carisma, quello di Don Bosco, che aveva portato tutti noi ad incontrarci a migliaia di Km dai nostri oratori. Ma ciò che ci ha permesso di vivere tutto questo nostro daffare come un gioioso servizio piuttosto che un faticoso lavoro è stata senza dubbio l’Eucarestia quotidiana. Il momento della comunione con Gesù era quello che ci permetteva di vivere nel vero senso della parola tutti gli impegni, tutti i momenti e tutti gli incontri della nostra giornata. E di sicuro la consapevolezza che l’Eucarestia giornaliera rappresenta un tesoro inestimabile, entra nel prezioso bagaglio che Chisinau ci ha regalato e che ci permetterà (speriamo!!) di vivere con un’ottica diversa le nostre giornate italiane. Le giornate moldave, invece, si concludevano sempre con il Santo Rosario, un’opportunità per noi di approfondire la nostra affezione a Maria e di concludere degnamente la giornata con l’affidamento alla Madonna; nonostante la stanchezza e gli occhi calanti era appuntamento irrinunciabile, prezioso anche come occasione per affidare tante persone alla protezione della Vergine.'Basta che un giovane entri in una casa salesiana perché sia sotto la protezione di Maria”. Mai come lì a Chisinau questa frase di San Giovanni Bosco ci è sembrata vera! Bambini e ragazzi di tutte le età, con le più disparate condizioni economiche e situazioni familiari si ritrovavano ogni giorno e ogni sera lì in oratorio. Entrando sembrava quasi che lasciassero i propri problemi sulla soglia dell’oratorio, e li avvolgesse invece un’aura gioiosa e spensierata, quella che più si addice a dei bambini della loro età. Era incredibile come, ogni volta che arrivavano, fosse netta per noi la sensazione che fossero proprio i ragazzi ad accogliere noi, e non il contrario! Sorrisi sfoderati con una naturalezza e un’ingenuità indescrivibile, capaci di essere allegri proprio come i ragazzi di Don Bosco; e allora bastava un pallone, alla faccia delle difficoltà di comunicazione a causa della lingua, per stringere un rapporto di amicizia e affetto che con alcuni nostri ragazzi italiani si guadagna dopo mille fatiche! E immancabile arrivava la stretta di mano: “La revedere!”, segno di amicizia, rispetto e stima reciproca. Proprio il rispetto che quei ragazzi mostravano nei confronti della struttura, dei giochi e delle persone è stata una degli aspetti che più ci ha colpiti, perché dimostrava la loro consapevolezza di avere una grande fortuna; la fortuna di potersi ritrovare, divertire, giocare e correre liberamente. Dal primo all’ultimo, dal più piccolo al più grande, si impegnavano dunque nel rispettare le regole che l’oratorio pone per lo stare insieme, determinati a non voler perdere questa loro ricchezza. Come può quindi risultare pesante il servizio per questi ragazzi, che con un sorriso ripagano tutte le fatiche della giornata?E difficilmente abbiamo conosciuto fatica più lieta della Vara Impreuna (Estate Insieme)! Collaborando con gli animatori moldavi nell’organizzare attività, giochi e intrattenimento, si è dimostrata occasione utile anche per conoscere e stringere amicizia con loro. Un gruppo di animatori che deve ancora superare alcune tensioni interne (tutto il mondo è paese…), ma che va sicuramente ammirato per la loro capacità e disponibilità: due anni fa lì non c’era praticamente niente, e ora hanno un bel gruppo di animatori in gamba, che hanno avuto una rapida evoluzione, e che stanno già cominciando il primo anno di Grupul Bucuriei(“Gruppo dell’allegria”, ADS). Resta la difficoltà di cogliere qual è il centro, il motivo per cui si fa animazione, Gesù, ma anche in questo caso…dobbiamo stare attenti alla trave nel nostro occhio prima di guardare alla pagliuzza negli occhi altrui!!Noi, i ragazzi della C.P.,i genitori di Udine, i ragazzi di Verona, i Salesiani, i bambini e gli animatori moldavi ci siamo trovati a Chisinau come figli dello stesso Padre. Nonostante molto diverse fossero i nostri cammini, le nostre ambizioni e le nostre storie, ci siamo sentiti tutti membri di un’immensa famiglia; eravamo tutti lì a parlare la lingua di Don Bosco, la lingua dell’attenzione ai ragazzi, la lingua dell’amorevolezza! In quei giorni abbiamo sentito forte la presenza di Don Bosco in mezzo a noi e siamo convinti che ci abbia accompagnato in ogni momento della giornata.Ognuno di noi è tornato davvero arricchito, la sfida ora per noi sarà quella di non relegare questo tesoro a un’esperienza(per quanto bella) di due settimane, ma di ricrearlo e riviverlo costantemente nella nostra giornata, nei nostri doveri e nei nostri incontri quotidiani.Gruppo ADS Chioggia
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