Storie di famiglie divenute culle di vocazioni. Storie di nidi familiari in cui cibarsi di Vangelo vissuto e di dedizione pura hanno generato sacerdoti e religiosi. Case ricolme di benedizioni perché santificate dalla grazia di numerose vocazioni. Se, come diceva Don Bosco, “il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia è un figlio sacerdote”...
del 13 aprile 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
          Qualcuno non esiterebbe a farle entrare nel “Guinness dei primati”. La loro eccezionalità infatti le porta talmente fuori dagli schemi della nostra società – consolidati, ma spesso poco originali – quasi da farle apparire modelli improponibili. Trame da romanzo o da film. Eppure sono semplicemente casi in cui la famiglia è divenuta davvero “culla di vocazioni”, luogo della trasmissione dei valori e di accoglienza della chiamata alla vita consacrata.
          Ne è un esempio quella formata ai primi del Novecento a Pavullo, in provincia di Modena, da Sergio Bernardini e di Domenica Bedonni, per i quali è stata aperta la causa di canonizzazione. Il loro è stato un matrimonio solido, cristianamente vissuto, che è durato ben 52 anni, resistendo alla povertà e alla sofferenza. Da un amore fedele, corroborato dalla totale fiducia in Dio, nacquero dieci figli ai quali se ne aggiunse uno 'adottato'. Sei delle otto figlie scelsero la vita consacrata: una tra le Orsoline e cinque tra le Figlie di San Paolo. I due maschi divennero cappuccini: padre Sebastiano, predicatore e direttore spirituale di tanti giovani e disabili, e padre Germano, missionario. Sacerdote anche l'altro figlio, Felix Ade Job, che diventerà arcivescovo di Jbadam (Nigeria) e nel 1983 consacrerà Germano arcivescovo metropolita della città turca di Smirne. Di fronte alle vocazioni dei suoi figli, mamma Domenica ripeteva spesso: “Dio ci ha tanto benedetti e non lo ringrazieremo mai abbastanza”.
          Ma la storia dei coniugi Bernardini non è l'unica di questo genere. Anche Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, prima coppia a salire agli onori degli altari nell'ottobre del 2001, sono stati sposi e genitori esemplari. Terziari francescani, nel corso della loro vita non mancarono mai di accompagnare gli ammalati a Loreto e a Lourdes con l'Unitalsi (lui come barelliere, lei come infermiera e dama di compagnia). I loro quattro figli abbracciarono tutti la vita religiosa: Filippo (don Tarcisio), sacerdote diocesano, Stefania (suor Maria Cecilia), monaca benedettina, Cesare (padre Paolino), monaco trappista, ed Enrichetta, l’ultima nata, consacrata secolare.
          A Caria di Drapia, un piccolo borgo in provincia di Vibo Valentia, Orsola ed Agostino Pugliese ebbero undici figli, cinque dei quali – tre maschi e due femmine – entrarono a far parte dei Salesiani.
          Sempre nel secolo scorso, particolare pure la famiglia Cavedon di Marano Vicentino. Degli undici figli di Luigi e Maddalena, tre si consacrano. Daniele sceglie la via del diaconato permanente, mentre padre Cristiano è un servita. Dopo aver lavorato per anni come infermiere negli ospedali, è stato in missione in Africa, quindi al Policlinico Gemelli di Roma come assistente ecclesiastico degli studenti di Medicina e attualmente è rettore del Santuario Madonna delle Grazie di Udine. Il fratello Piergiorgio entra nel seminario dei frati minori cappuccini di Thiene nell’agosto 1955 e, una volta ordinato prete, parte per l'Africa. Infaticabile nell’alternare l’evangelizzazione alla denuncia dei soprusi compiuti dai guerriglieri, finisce nel mirino dei potenti locali e a soli 37 anni, nel 1981, è vittima di un'imboscata. La sua auto viene raggiunta da numerose raffiche di mitra: Piergiorgio e l'amico che viaggiava con lui vengono trovati uccisi, denudati e mutilati.
          Per incontrare altre “famiglie speciali” in cui sono sbocciate più vocazioni non bisogna andare infatti troppo lontano nel tempo. Nel 2008 Marco Reschini, di Castellanza in provincia di Varese, viene ordinato sacerdote da Benedetto XVI: la sua decisione matura nel dolore per la morte del padre. Quando la mamma si trasferisce a Roma per abbracciare la vita della comunità dei Figli e delle Figlie della Croce, Marco comincia gli studi di preparazione al sacerdozio, mentre le due sorelle maggiori si consacrano nell’Ordo Virginum.
          Nel 2009, Matteo e Marco Pesce, fratelli gemelli originari di Arenzano, scelgono di diventare Carmelitani e vengono ordinati sacerdoti nello stesso giorno. Un ulteriore contributo della famiglia all'Ordine a cui già appartenevano quattro zii dei gemelli.
          E nel 2010 altri due fratelli, Thomas e Valentin Gögele, si fanno preti. Originari di Merano, entrambi entrano nella fila dei Legionari di Cristo: Thomas, il più grande, terminati gli studi ad Innsbruck muove i primi passi nell'Ordine nel 2000 e Valentin, dopo gli studi in ingegneria, lo segue nello stesso percorso.
          Non a caso è stata chiamata “mamma vocazione” Elizabeth Anikuzhikattil, cattolica siro-malabarese scomparsa nel luglio scorso in Kerala. Sposata con Luke, ha dato alla luce 15 figli, dei quali ben dieci si sono consacrati. Tra le femmine, si contano due Suore del Sacro Cuore a Kerala, una suora salesiana e una suora francescana missionaria di Maria. Tra i maschi, cinque sono sacerdoti e il più anziano dei fratelli è stato nominato vescovo della diocesi di Idukki, nell'India meridionale.
          Storie diverse di nidi familiari in cui cibarsi di Vangelo vissuto e di dedizione pura, piccole chiese domestiche che tanto hanno dato alla società e che restano esempi luminosi per il mondo di oggi. Case ricolme di benedizioni: se infatti, come diceva Don Bosco, “il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia è un figlio sacerdote”, queste famiglie possono giustamente definirsi “ricche”.
Stefania Careddu
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