23 Poi, a tutti, diceva: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. (Lc 9, 23)
del 19 marzo 2007
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Ci mettiamo tutti sulla strada di qualcuno, ci facciamo tutti un ideale da seguire, abbiamo tutti una persona che è per noi una guida, un esempio, un modo di concretizzare i nostri sogni, le nostre attese. Ognuno segue più o meno intelligentemente una strada che altri hanno segnato per lui. Si impara per intelligenza, ma sempre applicata a una esperienza; la creatività è distaccarsi da una sequela pedissequa, inventare una nuova via , ma sempre a partire da quella che abbiamo sotto gli occhi. Da soli non possiamo vivere e non possiamo nemmeno crederci autosufficienti. Le più grandi scoperte sono sintesi geniali del cammino dell’umanità, luci che abbagliano, e che sono state alimentate dal lavoro paziente di secoli.
Ma c’è nel discorso di Gesù qualcosa di più profondo di questo sentirsi tutti far parte di una fila, essere orientati a una sequela. Con Gesù c’è qualcosa di necessario da prendere per stargli dietro, non gli si va dietro a qualche maniera, ma con una croce. Chi vuol venirmi appresso, può starci solo con la sua croce; venire dietro a me non è scaricare il dolore immancabile della vita sugli altri, rifiutare quella sofferenza che spesso tu stesso ti sei procurato. Io non sono una comoda esenzione dalla durezza della vita, ti insegno a portarla invece.
A stare con me cresce la tua responsabilità e la coscienza che il male che hai fatto te lo devi caricare, anzi se vuoi venire con me ti chiedo anche qualcosa di più, di farti carico del male del mondo. C’è troppo male nel mondo. Non è possibile cambiarlo in bene se non con un di più di amore.
A chi mi vuol seguire chiedo di buttare dentro nella vita sacrificio e sofferenza, non meritata e nemmeno immaginata, per quelli che stanno nel mondo da gaudenti a rovinare gli altri. Il buon comportamento, che è già una scelta eccezionale per i tempi in cui viviamo, non è sufficiente a sradicare il male. Occorre un di più di amore, occorre sradicare il male mettendo in campo la capacità di assorbirlo su di sé e distruggerlo.
La logica della reversibilità che prevede che a una azione buona corrisposta un premio, a una azione cattiva una punizione e di conseguenza a una azione ingiusta una ritorsione va superata. Uno accetta la sofferenza perché è innamorato di Cristo e diventa come grazia, dono di salvezza, segno concreto per tutti che Dio non ci abbandona mai.
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