Sì, Giovanni Paolo II è stato proprio un maestro di umanità a partire dalla genuina comunicazione del Vangelo. Per questo oggi tanti si sentono orfani. La folla che si fa attorno alle sue spoglie dice che questo Papa è stato un padre. Giovanni Paolo II ha risposto alla sete di paternità...
del 05 aprile 2005
 
Giovanni Paolo II parla ancora, e in modo fragoroso, nonostante il silenzio e il distacco imposti dalla morte. Non ci fa velo qui l’affezione personale. È l’evidenza della realtà a rivelarlo. Già le sue ultime ore di vita sono state accompagnate da una grande folla partecipe nelle adiacenze di piazza San Pietro. Tanti, inoltre, e in tutto il mondo, hanno seguito quegli stessi ultimi istanti. E ora in tanti si apprestano a venire a Roma per rendere omaggio alla sua salma, affidargli di persona il loro estremo saluto, o addirittura per essere presenti al funerale. La misura di questa partecipazione è già oltre ogni generosa previsione, e va al di là dei confini della Chiesa cattolica o dei 'simpatizzanti' di Wojtyla.
 
Ma perché questo Papa è riuscito a toccare tanta gente? Azzardiamo una risposta: egli è stato il Papa dell’incontro. Non interessano qui i record, conta capire un fenomeno. Giovanni Paolo II ha visto milioni di persone, ha loro parlato, in molti casi ha stretto la loro mano, le ha ascoltate, le ha toccate. Uomini e donne di tutti i tipi e di ogni provenienza si scopre che hanno oggi un ricordo 'personale' di questo Papa, una parola detta che loro hanno sentito rivolta in particolare a se stessi, un atteggiamento che li ha colpiti e che loro hanno elaborato, un’espressione, un gesto. Non è poco, scusate. Karol Wojtyla ha 'perso' tanto del suo tempo ad incontrare gli uomini e le donne. Forse, nel mondo, è il personaggio che in assoluto è stato visto dal numero più vasto di persone. Le ha incontrate dentro gli scenari più diversi. Ha visitato le parrocchie e le comunità di Roma. E Roma, da sempre avvezza ai grandi, si sa, è entusiasmabile a fatica, e tuttavia, proprio Roma, ha risposto con una grande commozione. Oltre Roma, c’è il mondo intero a testimoniarlo. Il Papa non ha incontrato tanti per populismo o demagogia, ma ha incarnato con passione la figura del pastore. Non per nulla aveva il culto e il gusto di ogni frammento di umanità. E questa umanità si è ora ricomposta attorno a lui. Sapevamo della sua grande popolarità, che è andata aumentando negli ultimi anni, ma non pensavamo che davvero tanta gente lo amasse così.
 
Il Papa però non ha suscitato una così grande unità attorno a sé, svendendo i contenuti del proprio messaggio. L’unità non è stata raggiunta con sintesi vaghe. Giovanni Paolo II è stato il testimone del Vangelo, senza aggiunte e senza riduzioni. Ma proprio per questo, per questa sua parresia, ha mostrato come i cristiani possono servire l’unità delle genti. Tanti, dicevamo, lo hanno ascoltato. E hanno visto in lui un maestro di umanità pur se non condividevano il suo messaggio o avevano altre posizioni ideologiche. Sì, Giovanni Paolo II è stato proprio un maestro di umanità a partire dalla genuina comunicazione del Vangelo.
 
Per questo oggi tanti si sentono orfani. La folla che si fa attorno alle sue spoglie dice che questo Papa è stato un padre. Giovanni Paolo II ha risposto alla sete di paternità, che è una domanda profonda degli uomini del nostro tempo: avere un padre ed essere fratelli, nonostante le differenze, il retaggio della storia, il peso delle distanze. Oggi, attorno a Giovanni Paolo II, sgorga libera e forte una domanda di paternità, incomprimibile nelle differenti identità o istituzioni.
 
L’albero antico della Chiesa cattolica, su cui si sono abbattuti tanti fulmini della storia, si rivela ancora una pianta santa, che ha dato per frutto la vita e la testimonianza di Giovanni Paolo II. In queste ore, amiamo di più la Chiesa e ci stringiamo attorno a lei. Essa appare come un albero secolare piantato nel mondo, quasi l’antico ulivo nel giardino del Getsemani, testimone di tanto soffrire, di tanto pregare, di tanto sperare. È germinato da quest’albero un frutto prezioso: un padre e un profeta del nostro tempo. Giovanni Paolo II ci insegna ad amare di più la Chiesa. E ci mostra quanto sia preziosa, questa, per gli uomini.
Gliene siamo grati, per averci invitato e indicato a servire l’unità del genere umano con il Vangelo.
Andrea Riccardi
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