Il fisico e filosofo francese Bernard d'Espagnat ha vinto il Premio Templeton per la sua ricerca sull'esistenza della dimensione spirituale. D'Espagnat è famoso per il suo concetto di “realtà velata”, una realtà al di là del mondo che possiamo vedere e toccare. Il suo lavoro sulla meccanica quantistica comprende esperimenti che dimostrano che l'essenza della realtà va al di là di quello che può essere spiegato dalle tre dimensioni.
del 02 aprile 2009
Il fisico e filosofo francese Bernard d’Espagnat ha vinto il Premio Templeton per la sua ricerca sull’esistenza della dimensione spirituale. D’Espagnat è famoso per il suo concetto di “realtà velata”, una realtà al di là del mondo che possiamo vedere e toccare. Il suo lavoro sulla meccanica quantistica comprende esperimenti che dimostrano che l’essenza della realtà va al di là di quello che può essere spiegato dalle tre dimensioni. Le particelle subatomiche si comportano infatti in un modo molto strano che può essere spiegato solo con l’esistenza di ulteriori dimensioni. Quando il fisico francese Alain Aspect ed i suoi collaboratori in Francia ed in Svizzera hanno condotto esperimenti su fotoni nei primi anni ottanta, hanno scoperto che un cambiamento nella polarizzazione di un fotone poteva essere rilevato quasi istantaneamente — persino oltre la velocità della luce — in un altro fotone a chilometri di distanza. Scoperte come questa non sono nuove. Già agli inizi del XX secolo, Niels Bohr affermò che le particelle subatomiche sono interconnesse, al tempo in cui Einstein sosteneva che nulla poteva viaggiare più velocemente della luce. Questa comunicazione istantanea tra particelle solleva molte domande: com’è possibile che i fotoni possano comunicare così velocemente attraverso grandi distanze? Che cosa li connette? Le leggi della fisica sono assolute? Qual è la natura ultima della realtà? Tramite i suoi esperimenti tra gli anni sessanta ed ottanta sul teorema delle Disuguaglianze di Bell, d’Espagnat studiò le strane proprietà delle particelle subatomiche, scoprendo che il mondo fisico sembra essere una mera apparenza, un velo sopra una realtà molto più grande. La scienza, secondo d’Espagnat, può aiutarci a spiegare la natura dell’universo solo fino ad un certo punto. «La meccanica quantistica ha introdotto un nuovo punto di vista, che consiste essenzialmente nel fatto che lo scopo della scienza non è quello di descrivere la realtà ultima com’è realmente», dice d’Espagnat. «Piuttosto, lo scopo della scienza è quello di spiegare la realtà così come ci appare, tenendo in considerazione i limiti della nostra mente e dei nostri sensi». Gli esseri umani sono intuitivamente consapevoli di questa realtà spirituale, sostiene d’Espagnat, il quale crede che arte, musica e spiritualità sono tutti modi che aiutano a connetterci a questa “realtà velata”. Nidhal Guessoum, direttore del dipartimento di fisica presso l’American University di Sharjah negli Emirati Arabi, ha scritto che d’Espagnat «ha messo insieme un’opera coerente che mostra il perché sia credibile che la mente umana è in grado di percepire realtà nascoste». I naturalisti metafisici della comunità scientifica potranno anche rifiutare l’idea della dimensione spirituale ma, nel campo della fisica quantistica, tale dimensione può quasi essere vista nella luce sprigionata dalla collisione atomica. Il premio Templeton viene assegnato ogni anno a chi contribuisce ad affermare la dimensione spirituale della vita. In passato il premio è stato assegnato a scienziati quali il cosmologo John D. Barrow ed il fisico Paul Davies, ma anche a leader spirituali come Madre Teresa e Billy Graham. I vincitori del premio non sostengono una particolare dottrina teologica, ma affermano semplicemente che la realtà va al di là di quello che percepiamo con i nostri occhi. D’Espagnat riceverà il premio a Buckingham Palace a Londra il 5 maggio.
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