Certo è che Dio è di grande attualità. Con tutti i nomi, tantissimi, che la cultura, la coscienza, la speranza, l'illusione, la poesia, i miraggi, la disperazione, l'incultura gli danno. Se c'è, se ne deve fare di risate. E se non c'è, è inutile enunciare la sua inesistenza...
del 20 gennaio 2009
 
Dio non è una marmellata. E la marmellata non è divina. Tranne in alcuni casi. Quella che fa mia zia Piera con le mele renette, per esempio. Quella sicuramente è addirittura soprannaturale.
 
Dio non è una confettura, addirittura «Dio non esiste», sostiene la Uaar, Unione degli atei, razionalisti e agnostici, e questa sarebbe una «cattiva notizia». Ma ce ne sarebbe anche una buona. «Quella buona è che non ne hai bisogno». Ma Dio non è un elastico, non è un chewing-gum che lo puoi stirazzare di qui e di là. Se poi non esiste, cosa stirazzi? I Presidenti Onorari della Uaar sono persone di una intelligenza lucida, aguzza, intensa. Margherita Hack, Carlo Flamigni, Laura Balbo, Piergiorgio Odifreddi, Sergio Staino, Dànilo Mainardi e altri non hanno certo bisogno di incenso. Anche perché manderebbe un profumo a loro non gradito, suppongo. Certo è che Dio è di grande attualità. Con tutti i nomi, tantissimi, che la cultura, la coscienza, la speranza, l’illusione, la poesia, i miraggi, la disperazione, l’incultura gli danno. Se c’è, se ne deve fare di risate. E se non c’è, è inutile enunciare la sua inesistenza.
Forse il libero pensiero invocato dall’Uaar non è poi così libero. La pubblicità all’inesistenza di Dio è sempre pubblicità.
 
Nello «statuto» dell’Uaar si proclama che lo spazio mentale dell’uomo è limitato e che deve essere totalmente disponibile alla costruzione di un’intelligenza indipendente senza l’abbandono ad anestesie fideistiche o consolanti coperte di Linus. Strana la necessità di un’associazione per compattare liberi pensatori e ancora più strano mi appare il ricorso alla predicazione. La libertà è un valore assoluto e nel mio pensare utopico differisce dalle ideologie e, soprattutto, non ha bisogno di essere contenuta in ideologismi. Il mondo costruisce i propri conformismi e abusa di azioni e reazioni per validarli o stravolgerli. Mi permettevo la convinzione che le religioni, nella loro essenza, sfuggissero al solito schema. Guerre, ingerenze politiche e sociali, deformazioni psicologiche, limitazioni intellettuali non appartengono alle prescrizioni di alcun Dio, neppure di quello che non esiste, anche se i millantatori ne adottano il vessillo e l’alibi. Ecco, mi sembra di intuire troppa religione nell’ateismo che contesta Dio e troppo conformismo nella costruzione di pagani altari ateici. Si tratterà pure di banalissimi pullman eretici, quelli sui quali si voleva apporre la famosa scritta pubblicitaria, ma, non solo dal punto di vista estetico, assomigliano ai mezzi di qualche campagna elettorale, di qualche crociata, di qualche invasione pubblicitaria di dentifrici, canzonette, arrotini.
 
La marmellata della zia Piera esiste, non fa male e vive senza che alcuno la neghi o la reclamizzi. E adesso dite pure che è meglio che io canti.
Mina
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