In chi ti riconosci? Nella persona Valida o in quella Non-valida? In chi è stato programmato geneticamente, ha una lunga aspettativa di vita, è sano, robusto e intelligente e, se i genitori sono stati premurosi, ha una predisposizione innata ¬≠ letteralmente ¬≠ per le scienze, lo sport o le arti?
del 02 aprile 2009
Lo hanno definito “fantascienza” ma non è un film di genere. In questo nostro possibile futuro imminente, l’umanità si divide nei figli della provetta, perfetti, a cui sono destinati i ruoli di spicco nella società; e i “figli di Dio”, concepiti alla vecchia maniera, tra un uomo e una donna che si amano, inevitabilmente imperfetti. Vincent e Anton Freeman sono fratelli. Anton è un Valido, Vincent (Ethan Hawke) un Non-Valido. È miope, ma soprattutto gli hanno diagnosticato un grave difetto cardiaco: le sue probabilità di morire giovane sono altissime. Ma Vincent ha qualcosa che quasi nessun Valido possiede: un sogno, e la ferrea volontà di realizzarlo. Il suo sogno è volare tra le stelle, partecipando alla spedizione verso Titano, satellite di Saturno. Per farlo, deve però diventare un altro, tramutarsi in Valido… Così incontra Jerome Eugene Morrow (Jude Law), un Valido che ha smarrito il senso della vita e in Vincent vede proprio ciò di cui non è capace: un sogno. Vincent si spaccia per Jerome Eugene. In un mondo dove la tua identità viene controllata infinite volte con test genetici, la dissimulazione è la più ardua delle imprese, ma riesce. Vincent entra a Gattaca e partecipa al programma spaziale. Qui incontra Irene Cassini (Uma Thurman), i due si innamorano, e…
Non andiamo oltre. Chi ha visto il film ne conosce gli sviluppi. Chi non l’ha visto è giusto che possa goderselo senza conoscere troppo della trama. Gattaca ­ acrostico delle quattro basi azotate che compongono il Dna: Guanina, Ademina, Timina e Citosina ­ è una distopia, o utopia negativa, su una società dominata dal totalitarismo della tecnoscienza e della biopolitica. E Vincent Freeman ­ letteralmente: Uomo Libero Vincente ­ è il sogno e la volontà che sconfiggono il determinismo genetico. «There’s no gene for fate», il destino che tu decidi di costruirti con i tuoi sogni e la tua determinazione non è programmato geneticamente; per dirla in altri termini, io sono il mio Dna ma il mia Dna non sono io, io sono anche altro, io sono di più.
Se cercate su Internet, su siti dal chiaro orientamento ideologico troverete recensioni che negano che Gattaca sia un film sui pericoli di un mondo dominato da tecnoscienza e biopolitica. Addirittura si arriva a scrivere che nel mondo immaginato da Niccol non c’è ingegneria genetica, ma soltanto «selezione degli embrioni». Proprio quella che è negata dalla nostra legge 40… In realtà, nelle prime sequenze del film si vede perfino un pianista con sei dita, un Valido che i genitori hanno voluto grande esecutore… «selezione degli embrioni»?
È vero, non è un film contro la tecnologia né contro la scienza, per fortuna. Ma contro la loro dittatura sì, per fortuna. Dimostra come tecnoscienza e biopolitica non siano neutrali ma capaci, se non governate, di modellare la società, incidendo in profondità nei modelli di pensiero e di comportamento. Questo racconta Niccol dimostrando una dolente simpatia innanzitutto verso Jerome Eugene ­ Eu-Gene, più chiaro di così… ­ uomo perfetto costretto su una sedia a rotelle a sognare i sogni di Vincent. Che alla fine corona il suo sogno di amore con Irene Cassini ­ Irene, pace; Cassini, da Gian Battista Cassini, grande astronomo del Seicento, direttore dell’Osservatorio di Parigi, scopritore di quattro satelliti di Saturno e della cosiddetta “divisione di Cassini” nei suoi anelli ­ e riesce a partire per lo spazio grazie anche all’aiuto di altri uomini buoni e generosi. Perché la tecnocrazia non riesce a cambiare abbastanza gli uomini, né a programmarli a tal punto da estirpar loro l’anima.
 
Umberto Folena
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