Genova, al Liceo Colombo un'intera classe senza religione

A Genova, in pieno boom empatico tra il pianeta e Papa Francesco, ventisei maturandi scelgono di non frequentare l'ora di religione. La classe al completo. Probabilmente la prima Italia a farlo senza una causa scatenante

Genova, al Liceo Colombo un'intera classe senza religione

 

Non è forse un caso che la prima classe a chiedere l'esonero di massa dall'ora di religione sia una quinta del liceo classico "Cristoforo Colombo", quello in cui studiò Fabrizio De Andrè, autore di quel disco, la "Buona Novella", che nel 1969 rappresentava un approccio tanto sofferto quanto rivoluzionario ai capisaldi del cristianesimo.

A Genova, 43 anni dopo, in pieno boom empatico tra il pianeta e Papa Francesco, ventisei maturandi scelgono di non frequentare l'ora di religione. La classe al completo. Probabilmente la prima Italia a farlo senza una causa scatenante.

"C'è un solo precedente nel 2012 al liceo scientifico Fracastoro di Verona - spiega Raffaele Carcano segretario dell'Uaar, Unione Atei Agnostici Razionalistici - ma in quel caso la decisione nasceva da un forte conflitto degli studenti con un insegnante integralista".

Al Cristoforo Colombo, il primo liceo di Genova (festeggia i 205 anni), non è accaduto niente di tutto questo. Nessun contrasto con il docente, un laico, e nessun'altra situazione particolare.

Già negli anni precedenti una buona parte della classe era esonerata, ma con l'inizio della quinta è arrivata l'adesione di gruppo. "Effettivamente è una vicenda eccezionale - spiega il preside Enrico Bado -. Nei primi giorni di lezione, controllando i registri ci siamo accorti che il numero di avvalentisi (il termine tecnico con cui si indica chi frequenta l'ora di religione, ndr) era insolitamente basso. Guardando meglio abbiamo scoperto che una classe aveva effettivamente scelto nella sua totalità di essere esonerata".

Una decisione sorprendente anche perché molti degli ultimi non avvalentisi provengono da famiglie di cattolici praticanti e lo sono loro stessi. "Credo sia un caso più unico che raro - continua il professor Bado - e penso che difficilmente si ripeterà. Tra l'altro la media di avvalentisi nel nostro liceo è molto alta, direi tra l'80 e il 90%. Forse può essere una scelta legata al fatto che si tratta di maturandi all'ultimo anno, quindi alcuni già maggiorenni al momento dell'iscrizione. Certo è un segnale importante per leggere i nostri tempi. Se un tempo chiedere l'esonero poteva essere un passo non facile perché piuttosto raro, che quindi esponeva comunque al giudizio della comunità, in seguito è diventato un comportamento accettato e diffuso, ed oggi arriviamo all'estremo opposto".

L'"esonero di classe" ripropone anche il consueto dualismo tra l'"anticonformista" Colombo e il "conservatore" D'Oria. "Aldilà di stereotipi e luoghi comuni - dice il preside del Colombo che per il 2011 e 2012 è stato premiato per la miglior preparazione dei suoi studenti dalla ricerca Iris svolta annualmente dall'Università di Genova a Medicina e scienze politiche - c'è effettivamente un clima diverso nei due licei. Quello del Colombo più impegnato e vitale, sicuramente meno tradizionalista rispetto al D'Oria, ma questo naturalmente non ha a nulla a che fare con la qualità dell'insegnamento".

I dati della Conferenza episcopale italiana raccontano che in vent'anni la percentuale degli avvalentisi in Italia è scesa di quasi il 5% passando dal 93 all'89%, con numeri più bassi se si guarda alle scuole superiori dove attualmente la percentuale degli studenti che frequentano religione è dell'83%. Valori ancora più bassi se ci si concentra sulle aree geografiche. Boom degli esoneri al nord dove gli avvalentisi scendono al 74% mentre il sud si conferma zoccolo duro con l'87,4%.

"Fra le regioni meno avvalentisi la Toscana (19,6%), l'Emilia Romagna, il Piemonte, la Lombardia e la Liguria (16,2%)". L'effetto Papa Francesco non si è quindi fatto sentire a Genova? "Credo siano scelte maturate in precedenza - risponde il preside - e ritengo che, comunque la si pensi, l'azione di questo pontefice non potrà che essere positiva".

 

 

 

 

Marco Preve

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