Si celebra oggi la Giornata Internazionale del Volontariato, proclamata dall'Onu per il riconoscimento dell'opera di milioni di persone che nel mondo contribuiscono alla pace e allo sviluppo... Nel suo messaggio, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ricorda...
Si celebra oggi la Giornata Internazionale del Volontariato, proclamata dall’Onu per il riconoscimento dell’opera di milioni di persone che nel mondo contribuiscono alla pace e allo sviluppo, oltre che alleviare le sofferenze e sopperire alle difficoltà di quanti sono nel bisogno materiale e morale. Nel suo messaggio, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ricorda che tutti possiamo essere volontari: da chi milita a tempo pieno per una causa, al cittadino che dona il suo tempo quando può. Roberta Gisotti ha intervistato Gianfranco Cattai, presidente della Focsiv, la Federazione degli organismi cristiani di volontariato internazionale:
D. – Dott. Cattai, quanto è importante il volontariato per chi lo fa e per chi ne beneficia?
R. – Noi siamo testimoni del fatto che cambia la vita. Dare il proprio tempo è una delle cose fondamentali. Noi sappiamo che sono in crisi i nostri modelli di sviluppo e da questo punto di vista il volontariato porta con sé una capacità propositiva e progettuale molto importante. Come Focsiv, abbiamo impegnato in questi anni 15 mila persone, che hanno dedicato a questo scopo da 2 fino a 30 anni della loro esistenza. In questo momento, abbiamo mille persone impegnate in 80 Paesi del Sud del mondo.
D. – La crisi che stiamo vivendo a livello planetario ha aumentato il numero dei volontari o piuttosto questo numero è diminuito?
R. – Assolutamente aumentato, proprio perché c’è la consapevolezza diffusa, radicata nelle associazioni di volontariato – ma direi di più nel terzo settore – e in quanti militano nell’economia civile e sociale che il volontariato possa essere una soluzione: il volontariato come laboratorio di progettazione e di proposte, non soltanto nella messa a disposizione del tempo, ma nella qualità di rapporto con le persone, di proposta sociale, che è fondamentale.
D. – Ban Ki-moon nel suo messaggio mette in luce anche le nuove possibilità offerte al mondo del volontariato attraverso la rete Internet. Voi riscontrate queste possibilità?
R. – Sì, assolutamente. Noi intercettiamo con queste nuove forme soprattutto il mondo giovanile, ma sappiamo anche abbattere le barriere della distanza tra forme di volontariato della nostra realtà italiana e nei Paesi impoveriti, dove siamo impegnati. Quindi, crediamo senza dubbio che questo discorso crei effettivamente nuove opportunità. Avendo anche dei limiti, evidentemente, perché le relazioni interpersonali sono comunque la cosa per noi fondamentale.
D. – Ogni anno, la Focsiv premia un volontario in occasione di questa Giornata. Chi ha meritato il premio quest’anno?
R. – Mauro Platè, dell’Associazione Ipsia delle Acli, che con la moglie e la loro bambina sono impegnati in Albania, a Scutari, in un progetto di migrazione e ritorno degli albanesi in Italia e non solo.
D. – Si parla poco di volontariato, secondo lei, nei mezzi di comunicazione sociale?
R. – Certo. Forse anche noi del volontariato dovremmo mettere di più l’accento sul senso di quello che siamo e non soltanto su quello che facciamo – importante sì – ma anche sul senso di una riposta ai modelli di vita della nostra società. E, soprattutto, in questo periodo di crisi economica, ma soprattutto culturale e politica, dovremmo essere capaci tra sistemi di comunicazione e sistemi esperienziali, e cioè noi, di raccontare di più le potenzialità e il senso di quello che noi siamo.
Roberta Gisotti
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