Al Signor JACQUES DIOUF Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).
del 01 gennaio 2002
Al Signor JACQUES DIOUF Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO)
1. La celebrazione, oggi, della Giornata Mondiale dell’Alimentazione è una buona occasione per rinnovare il mio apprezzamento per l’attività portata avanti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il cui sforzo per combattere la povertà nel mondo rurale è ben noto, soprattutto favorendo lo sviluppo di coloro i quali in questo ambito realizzano il loro quotidiano e spesso duro lavoro.
Il tema di questa Giornata, “La biodiversità al servizio della sicurezza alimentare”, segnala un modo concreto per la lotta contro la fame e la denutrizione di tanti nostri fratelli e sorelle. Per raggiungere l’obiettivo di un’adeguata sicurezza alimentare, infatti, è necessaria una corretta gestione della diversità biologica in modo da poter salvaguardare le varie specie animali e vegetali. Si tratta di uno sforzo che richiede una considerazione della questione dal punto di vista etico e non soltanto tecnico e scientifico, anche se questi ultimi aspetti sono indispensabili, di modo che si possa assicurare la sopravvivenza di queste risorse ed il loro uso in modo conforme alle esigenze concrete della popolazione mondiale.
2. Purtroppo esistono ancora molti ostacoli all’azione internazionale volta a tutelare la biodiversità. Nonostante l’esistenza di regole sempre più idonee, altri interessi sembrano ostacolare il giusto equilibrio tra la sovranità degli Stati sulle risorse presenti nel loro territorio e la capacità delle persone e delle comunità di preservare o gestire queste risorse in funzione delle necessità reali. E’ quindi necessario che tra le basi della cooperazione internazionale si riaffermi il principio secondo il quale la sovranità sulle risorse genetiche presenti nei vari ecosistemi non può essere esclusiva né trasformarsi in causa di conflitti, ma deve essere esercitata in base alle regole naturali dell’umanità che reggono la convivenza tra i diversi popoli che formano la famiglia umana.
Sono queste le basi ideali che orientano l’azione della FAO ed hanno permesso, tra le altre cose, di promuovere le norme del Trattato sulle risorse filogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura, strumento valido per raggiungere i loro effetti tanto attesi. Questo tutela anche i diritti degli agricoltori, garantendo la loro partecipazione ai processi decisionali ed incoraggiandoli a preoccuparsi non solo della quantità degli alimenti, ma anche per la loro qualità.
In questo contesto è necessario ricordare, soprattutto, le comunità e i popoli indigeni, il cui vasto patrimonio di cultura e di conoscenze legate alla biodiversità corre il rischio di scomparire per l’assenza di una tutela adeguata. Si percepisce, infatti, il pericolo reale di uno sfruttamento abusivo delle loro terre e della distruzione del loro habitat tradizionale, come anche la mancata protezione della loro proprietà intellettuale, la cui importanza per la salvaguardia della biodiversità è nota.
3. Da più parti si sottolinea il bisogno di rielaborare lo schema seguito fino a questo momento nella tutela delle immense e insostituibili risorse del pianeta, cercando lo sviluppo non solo sostenibile, ma anche e soprattutto solidale. La solidarietà, intesa correttamente come modello di unità capace di ispirare l’azione degli individui, dei Governi, degli organismi e delle istituzioni internazionali e di tutti i membri della società civile, lavora per una giusta crescita dei popoli e delle Nazioni ed ha per obiettivo il bene di tutti e di ciascuno (cfr. l’enciclica “Sollicitudo rei socialis”, 40). Questa solidarietà, superando anche atteggiamenti egoistici in relazione all’ordine della creazione e ai suoi frutti, tutela i vari ecosistemi e le loro risorse, le persone che vi vivono e i loro diritti fondamentali a livello individuale e comunitario. Basata solidamente su questo riferimento alla persona umana, alla sua natura e alle sue esigenze, la solidarietà è capace di consolidare progetti, norme, strategie ed azioni pienamente sostenibili.
Uno sviluppo solidale può offrire anche risposte agli obiettivi della sostenibilità, tenendo presente non solo una semplice difesa dell’ambiente o un riferimento astratto ai bisogni delle generazioni future, ma piuttosto le esigenze della giustizia, dell’equa distribuzione delle risorse e dell’obbligo di cooperare. Sono esigenze essenzialmente umane che la Chiesa cattolica è sempre attenta ad appoggiare e rafforzare nella loro realizzazione in modo corretto e completo.
Il comando del Creatore rivolto all’umanità affinché domini la terra ed utilizzi i suoi frutti (cfr. Genesi 1,28), considerato alla luce della virtù della solidarietà, comporta il rispetto per il progetto della creazione stessa, mediante un’azione umana che non presupponga sfide all’ordine della natura e alle sue leggi per raggiungere sempre nuovi orizzonti, ma che al contrario preservi le risorse garantendo la loro continuità ed il loro utilizzo da parte delle generazioni successive.
4. Sono queste alcune riflessioni che desidero offrire a quanti, in qualsiasi parte del mondo, festeggiano la Giornata dell’Alimentazione e a tutti coloro che, con vari impegni e responsabilità, lavorano per contribuire a liberare l’umanità dal dramma della fame e della malnutrizione. Bisogna sperare che la celebrazione di oggi aiuti a favorire, a livello globale e locale, il progresso di una rinnovata “condivisione” dei frutti della terra.
Su di Lei, Signor Direttore Generale, e su quanti con impegno e dedizione collaborano per portare a termine gli obiettivi della FAO, invoco abbondati benedizioni dell’Altissimo.
Vaticano, 15 ottobre 2004
IOANNES PAULUS II
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