Ti può capitare talvolta di avere finalmente chiaro in testa che se vai avanti così la felicità non ce l'avrai mai. L'hai inseguita, qualche volta ti è sembrato di averla raggiunta, ma era un altro inganno.
del 08 novembre 2006
 
Ti può capitare talvolta di avere finalmente chiaro in testa che se vai avanti così la felicità non ce l’avrai mai. L’hai inseguita, qualche volta ti è sembrato di averla raggiunta, ma era un altro inganno. Allora decidi di farti aiutare da chi se ne intende. Hai pur approvato a chiedere a qualche amico che sembra avere successo, ma vi siete trovati tutti e due con una birra in mano seduti di notte sugli scalini di un pub a consolarvi per l'ultimo abbaglio. Il giovane di cui parlano i Vangeli invece va dalla persona giusta: va da Gesù. Chi più di lui può dirgli il segreto della felicità? Lui è sempre contento, dovunque va riesce a dare speranza, chi lo incontra ritorna cambiato dentro, chi soffre riesce a sorridere, chi cerca presso di lui trova e cambia vita.
“Vado anch'io: non mi bastano più i miei quattro soldi. Ho una vita al di sopra della media, ma quanto a gioia sono più depresso dei pezzenti e dei barboni che corrono dietro a Gesù. Che devo fare per star bene come te? Per appagare questa sete di pienezza che mi sento dentro, per non svegliarmi tutte le mattine con questo buco nell'anima? Sono un ragazzo pulito: non rubo, non mi drogo, c’ho un bel rapporto con papà e mamma, prego pure, non faccio carognate agli amici, non vado a donne... ma sento che mi manca qualcosa. Che cosa mi manca per essere felice?
Gesù gli va dritto al cuore. Lo guarda fisso negli occhi, gli vuol leggere nell'anima la sincerità di una vera ricerca di felicità. Non è il solito studente che i farisei gli mandano per farlo cadere in qualche diatriba legalistica. È un ragazzo sincero. Sa quello che chiede. E Gesù, che pure vuol bene anche a un peccatore, a un delinquente, a un'indifferente come noi, a questo giovane dà il suo cuore e alza il tiro.
La sua vita ha bisogno di un colpo di reni, come la nostra che spesso si addormenta. E gli spara quella famosa raffica di verbi: va, vendi, regala, vieni e seguimi.
E lui, non ha il coraggio. Ha paura che gli manchi la terra sotto i piedi. Non si vuol staccare da quel che possiede. È schiavo della sua automobile, nel suo conto in banca, delle sue comodità, di se stesso. Aveva in mano la speranza e l'ha buttata, si è abbarbicato al fumo. E io questa speranza di felicità dove la trovo?
mons. Domenico Sigalini
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