La gioventù cristiana di Aleppo sfida ogni difficoltà e si raduna nel nome del Signore Gesù. La fede nella presenza del Signore sofferente e risorto cresce e si rafforza nonostante la tragedia della guerra in Siria e particolarmente ad Aleppo.
La fede nella presenza del Signore sofferente e risorto cresce e si rafforza nonostante la tragedia della guerra in Siria e particolarmente ad Aleppo. L’amore per la vita è più forte della morte, e lo sguardo di speranza è più elevato e più profondo del senso di depressione. Per questo la gloriosa chiesa di Aleppo ha continuato il suo percorso nel pellegrinaggio della fede con i suoi fedeli e specialmente con la gioventù. Li incoraggia a camminare sulla strada del Regno al di là di ogni paura ed esitazione.
Tra le numerose iniziative che vive la chiesa di Aleppo sono da segnalare come fondamentali ed efficaci le iniziative giovanili nel cuore della chiesa madre. Durante l’anno della fede la Commissione della Gioventù, emanazione della Commissione per l’Anno della Fede, in cooperazione con tutte le Confraternite, gli Scout e le organizzazioni ecclesiastiche, hanno organizzato una serie di incontri per i giovani. Tra questi ricordiamo: l’incontro “CHIAMO TE ” e l’incontro “ANCHE TU”. svolti nella chiesa dei siri cattolici. Inoltre tre incontri di giovani tra i 18 e i 30 anni, dal titolo: “CON TE NON HO PAURA”, “IL SEGRETO DELLA MIA FERMEZZA”, “VOI SIETE LA SUA SPERANZA”. Questi incontri si sono svolti nel “Centro Georges e Matilde Salem” dei Padri Salesiani. Il patrono degli incontri dei giovani era San Domenico Savio, discepolo di San Giovanni Bosco, patrono della gioventù. I patroni degli altri incontri sono stati rispettivamente: per il primo, San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù; per il secondo, San Francesco d’Assisi, amico dei poveri; per il terzo e il maggiore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, amico della gioventù e fondatore delle Giornate Mondiali della Gioventù.
Tuffiamoci ora nel clima del grande incontro “VOI SIETE LA SUA SPERANZA”, contemporaneo dei giorni del raduno mondiale della gioventù a Rio de Janeiro in Brasile, per cui ci sentivamo uniti a Sua Santità papa Francesco la domenica 28 luglio 2013. La chiesa di Aleppo palpitava di gioia e di amore con la chiesa universale in Brasile. La gioventù di Aleppo con i suoi vescovi e sacerdoti nel suo incontro precedente, “IL SEGRETO DELLA MIA FERMEZZA”, aveva inviato una lettera d’amore e di gratitudine a Sua Santità il papa, accompagnandola con oltre 1000 firme, come espressione della loro unione con il Santo Padre nel suo ministero e nella sua missione.
La mattina di domenica, giorno del Signore, i giovani e le giovani hanno iniziato ad arrivare a gruppi al Centro dei Salesiani di Don Bosco per partecipare al grande raduno. Le difficoltà e le paure non li hanno impediti partecipare, anzi ne hanno accresciuto la decisione di vivere questa esperienza spirituale nel cuore della chiesa.
Il numero dei giovani partecipanti era di 850, tra ragazzi e ragazze, mentre la presenza dei vescovi, dei sacerdoti e dei religiosi e religiose era straordinaria e incoraggiante. I giovani sono anzitutto entrati in chiesa, mentre i canti elevavano gli animi al cielo, verso il Signore Gesù che li accoglieva a braccia aperte nel suo cuore, logo della Giornata Mondiale della Gioventù. Hanno aperto l’incontro il P. Tawfìq Abi Iskàndar e Sr. Anny con la preghiera del mattino, iniziando con le stesse parole della preghiera della Giornata Mondiale in Brasile. Poi si è letti il brano evangelico della chiamata di Pietro, cui sono seguite alcune meditazioni. Si è concluso con la preghiera del beato papa Giovanni Paolo II, patrono del nostro raduno, e con il canto “AMBASCIATORI DELL’AMORE”.
Quindi don Simon Zakarian, dopo aver dato il benvenuto ai giovani a nome di tutti i vescovi e i sacerdoti, ha focalizzato le dimensioni di questo incontro di fede e la portata della sua importanza nella situazione attuale, in cui, date le difficoltà, si fa più forte il bisogno di aggrapparsi sempre di più alla fede in Cristo Gesù. La chiesa crede nella sua gioventù, perché è la sua vera speranza. Poi ha informato l’uditorio che S.S. il papa Francesco donava ad ognuno di loro il libro del catechismo cattolico perla gioventù (YOUCAT). Con loro stessi ha esaminato i contenuti della borsetta che era stata data loro all’accoglienza e ha esposto le modalità d’uso: YOUCAT, quaderno dell’incontro, il foulard dell’animazione, la coroncina del rosario a dito, il portachiavi simbolo della Giornata Mondiale della Gioventù, la candela per la processione con la statua della Madonna.
E poiché la gioia è tra i segni della gioventù credente in Cristo (“Rallegratevi nel Signore, lo ripeto: rallegratevi!), il p. Fadi Najjàr (Naggiàr), con l’aiuto della corale di Santa Teresa, a insegnare il canto dell’incontro, e cioè: “Alleluia, resucitò”. Stupendo è stato l’entusiasmo e lo slancio dei giovani!
Il tema dell’incontro era su “La Chiesa nostra madre” e sul modo di vivere come discepoli di Cristo e di essere suoi testimoni in questo tempo di guerra, e come essere gioventù “speranza della chiesa”. Hanno presentato l’argomento il p. Paul Qass Daùd e sr. Guadalupe, dividendolo in tre punti: presentazione generale, dialogo con i gruppi, conclusione. Le esperienze dei giovani erano profonde e sofferte, a causa della difficile situazione che stanno vivendo, ma allo stesso tempo erano ferme, combattive e fiduciose nella presenza del Signore. Alla conclusione il p. Paul ha raccontato un caso doloroso avvenuto in un quartiere di Aleppo, e precisamente quello di “Al-Giadìdah”, oltre 150 anni fa. Alcuni bande estremiste erano entrate nel quartiere, danneggiando e profanando le chiese del luogo. Ma i cristiani rimasero fermi e fissi con la forza della preghiera e della fede, e scrissero delle frasi stupende in tutte le chiese sottoposte alla rovina: “Dio è fra noi e non vacilliamo”. Volevano così’ dire a tutto il mondo che custode e roccia delle chiese è il Signore. Con questo p. Paul voleva assicurare che senza la fede di coloro che ci hanno preceduto, non saremmo oggi presenti in questa città. Ha quindi incoraggiato i giovani a rivestirsi della fede dei padri e degli antenati e di rimanere fermi nell’amore di Cristo.
Alla conclusione, don Simon ha dato il benvenuto al vescovo Bùtros Marayàti, invitandolo a rivolgere una parola alla gioventù. Il prelato ha parlato della fede e di come i giovani sono davvero la speranza della chiesa, se camminano nella via dei comandamenti di Dio e dei suoi insegnamenti, incoraggiandoli ad andare avanti senza paura.
Dopo la pausa del pranzo e un incontro fraterno e spontaneo tra i giovani e i sacerdoti, tutti sono tornati in chiesa, ove hanno assistito ad una scena teatrale simpatica, intramezzata da una danza religiosa preparata dalla Gioventù Don Bosco. Il tema di fondo mostrava l’amore e la misericordia infinita di Gesù e come, nonostante tutto, il Signore non ci abbandona e assicura ai giovani che il peccato e il male non sono l’ultima parola, e che invece la sua misericordia e il suo amore vinceranno sempre. Alla fine della scena Gesù incoraggia la ragazza che aveva ceduto alla sua debolezza dandosi al peccato per istigazione del diavolo, e si rivolge ai giovani dicendo: “Voi siete la sua speranza”. Finale: scroscio di battimani e di grida di esultanza!
Il clou dell’incontro è stato la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta da S.E. Yuhanna Janbart, attorniati dai giovani sacerdoti. All’inizio del Santo Sacrificio, don Simon ha letto la lettera inviata dal Nunzio Apostolico Mons. Mario Zenari alla gioventù di Aleppo. Si dice dispiaciuto di non poter essere con noi, come desiderava, ma almeno trasmette il saluto e l’amore di Sua Santità. Di seguito ha letto il messaggio del patriarca Yunàn, il quale egualmente ha espresso ai partecipanti la vicinanza del Santo Padre per la gioventù di Aleppo. La predica fu tenuta da S.E. Mons. Antoine Audo, focalizzando l’insegnamento di papa Francesco, particolarmente quanto a fuggire dalla mentalità consumistica del mondo. Il papa ha fiducia nei giovani e chiede loro di giocare un ruolo efficace nella chiesa. Anche il vescovo Yuhanna ha rivolto una parola ai giovani, assicurando la vicinanza di papa Francesco ai giovani della Siria.
Conclusa la messa, tutti sono andati in cortile per partecipare ai giochi preparati dagli stessi giovani, perché non può esserci una giornata dei giovani senza bei giochi che elevano lo spirito e rendono l’incontro fraterno un campo di compartecipazione e di semplicità che ci ritempra nella bellezza dell’animo.
Il gioco non è stato però l’ultimo atto. La chiesa attendeva tutti e ognuno per partecipare al “Festival della Gioia” , con canti e inni della Corale Santa Teresa, animati dal p. Fadi. Si è quindi proceduto alla rinnovazione della promesse battesimali e la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, guidata da S.E. Mons. Antoine Shahda. Si è ascoltata anche una bella testimonianza di uno che era stato rapito e ha vissuto la sua relazione con Dio in modo meraviglioso, esortando così tutti a proseguire nella via del Signore nonostante la guerra, i rapimenti e le sofferenze. Mentre tutti tenevano in mano le candele, accompagnando con canti, don Simon ha espresso il suo grazie anzitutto a Dio amore che ha benedetto questo raduno con la sua presenza, e poi ha ringraziato i giovani per la loro presenza e partecipazione, e tutti coloro che hanno faticato nel preparare l’incontro: giovani, preti, e in particolare il p. Toni Freij coordinatore generale del comitato dei giovani, che ha dato tutto se stesso nel disporre ogni cosa insieme ai sacerdoti e ai giovani.
Dio vede come i frutti di questo raduno crescono nel cuore di ogni ragazzo e ragazza. Questi incontri diventano un luogo speciale per glorificare il Signore, vivere in fraternità e crescere nella fede. Infondono nella nostra cara gioventù uno slancio di speranza e li aiutano ad entrare nella battaglia dell’amore con infinita gioia pasquale. La loro presenza nelle parrocchie diventa una presenza efficace e importante, tanto emana dai loro occhi quel raggio di speranza che intacca tutti quelli che incontrano.
2 agosto 2013
D. Simon Zakarian SdB
(Traduzione dall’arabo di don Piergiorgio Gianazza)
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