La denuncia di Medici Senza Frontiere: la violenza ha raggiunto i suoi massimi livelli degli ultimi anni mentre è sempre più difficile portare assistenza alla popolazione civile...
del 31 ottobre 2008
Medici Senza Frontiere (MSF) ha convocato questa mattina [28 ottobre 2008] una conferenza stampa a Roma per denunciare il fallimento della comunità internazionale di fronte alla drammatica situazione umanitaria nella provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Alla conferenza stampa sono intervenuti Colette Gadenne, capo missione di MSF nel Nord Kivu, Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia, e Andrea Pontiroli, responsabile comunicazione di MSF nel Nord Kivu.
 
“Nelle zone più instabili della provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), la violenza ha raggiunto i suoi massimi livelli degli ultimi anni, mentre è sempre più difficile portare assistenza alla popolazione civile”, ha dichiarato Colette Gadenne, capo missione di MSF nel Nord Kivu, nel corso della conferenza stampa. “Centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, la popolazione vive nella paura, senza mezzi per soddisfare i bisogni più basilari. MSF ha denunciato il fallimento della missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (MONUC), che non sta assolvendo al suo mandato, che è quello di proteggere la popolazione civile dalla violenza. Nelle zone dove lavoriamo, assistiamo a una fuga continua delle persone dai propri villaggi. Le nostre equipe vedono i villaggi vicini alla linea del fronte completamente abbandonati”, ha continuato Colette Gadenne “È evidente che gli abitanti di questi luoghi non sono affatto protetti”.
 
MSF è spesso l’unica organizzazione umanitaria presente nelle zone più colpite dal conflitto nel Nord Kivu. “Denunciamo l’assoluta mancanza di organizzazioni umanitarie nelle zone più colpite dal conflitto. È vero che a Goma sono presenti moltissime agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative (ONG), ma quando si esce da Goma e ci si avvicina alle zone dove le persone in fuga dal conflitto sono radunate nei campi sfollati, MSF è spesso l’unica organizzazione presente”, ha proseguito Colette Gadenne. “Noi forniamo assistenza medica, ma c’è anche bisogno di aiuti alimentari, di generi di prima necessità, di interventi per garantire acqua potabile e igiene. E invece le centinaia di migliaia di sfollati del Nord Kivu, alcuni dei quali sono stati costretti a fuggire diverse volte nelle ultime settimane, sono abbandonati a sé stessi.”
 
La situazione nella Repubblica Democratica del Congo è una situazione di continua crisi umanitaria. Oltre alla crisi nel Nord Kivu, le violenze sono riprese anche nella regione dell’Ituri. La popolazione è poi regolarmente colpita da epidemie, catastrofi naturali e ha un accesso limitato alla salute. “MSF è presente nella Repubblica Democratica del Congo dal 1981, e da diversi anni denunciamo l’indifferenza dei media e della comunità internazionale nei confronti della popolazione congolese”, ha affermato Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. “Crediamo sia importante, se non essenziale, che il grande pubblico si renda conto delle tragedie che questo popolo vive, ultima in ordine di tempo la ripresa della guerra nel Nord Kivu”.
 
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