Avviene improvvisamente un incontro. Desiderato e inaspettato. Una miccia pronta da tempo viene finalmente accesa. La fiamma raggiunge in fretta il cuore del nostro cuore e lo fa esplodere come se fosse una polveriera. Si tratta di un'ancora piantata in Cielo, dove nessuna ruggine attacca. Si tratta di una casa sicura.
del 17 aprile 2012
 
          Avviene improvvisamente un incontro. Desiderato e inaspettato. Una miccia pronta da tempo viene finalmente accesa. La fiamma raggiunge in fretta il cuore del nostro cuore e lo fa esplodere come se fosse una polveriera. Tutto si rimescola, come in una partita di carte. Si rifà il mazzo e comincia un'altra mano.
          Scopriamo improvvisamente che siamo fatti per obbedire all’Amore, e che niente altro ci può soddisfare. Usando la parola “Amore” non inten­diamo il sentimento, che ci spinge a cercare un piacere sempre più intenso ed appagante. Si tratta piuttosto di una forza che ci afferra e ci costringe a dimenticare completamente noi stessi, a rischiare il tutto per tutto, a donare la vita. Una forza che non può essere arrestata, una speranza che ci fa restare saldi. Si tratta di un’ancora piantata in Cielo, dove nessuna ruggine attacca. Si tratta di una casa sicura, che nessuna crisi economica può far crollare, che l’incertezza del futuro non può minare, che neanche un uragano può spazzare via. 
          Cantava il Re Salomone: “l’Amore è 'forte' come la morte”. L’Amore non soccom­be nello scontro con la morte, neppure quando ad essa si arrende. Soltanto la attraversa per entrare in una Vita ancora più grande. Questo è il mistero grande che stiamo per celebrare: è la Pasqua del Signore. Stando ai piedi della croce di Gesù, anche noi, come l’apostolo Giovanni, possiamo scoprire che “Amore” non è altro che il nome proprio di Dio. Quelle braccia aperte, inchio­date ad un legno, si allargano per accogliere uno per uno tutti gli uomini, affinché essi possano scoprirsi figli amati dall’eternità e per l’eternità. Quelle braccia spalancate in un dono senza riserve, diventano il criterio di verifica dell’autenticità di ogni nostro amore. Il dono di Dio non annienta la nostra libertà, al contrario la ri-suscita, la coinvolge, la sprona. L’Amore è esigente, perchè vuole davvero il bene dell’amato.
          Dio è Amore, per questo chi-ama. Continuamente. Nelle piccole grandi vicen­de della vita. Mentre siamo soli nella nostra camera, come Maria a Nazareth. Mentre partiamo per combatterlo, come accadde a Paolo, sulla via di Dama­sco. Mentre ci sentiamo sopraffatti dalla nostra fragilità e vorremmo smet­tere di “credere ai sogni”, come capitò a Don Bosco prima di decidersi per l’ingresso in seminario. L’Amore chi-ama, non potrebbe essere diversamente. Vegliamo e preghiamo perché Egli, venendo, non ci trovi distratti o addor­mentati, ma pronti ad ascoltare la Sua Parola e a metterla in pratica.
Buona Pasqua e buona lettura!
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