Intervista a Marco, animatore unico di un piccolo Gr.Est a Sappada.
del 17 aprile 2012
 
 Ciao Marco, raccontaci chi sei..
          Mi chiamo Marco Baù, ho ventun anni e vengo da S. Maria della Vittoria, un paesino in provincia di Treviso. Durante tutto il periodo delle superiori ho fatto l’animatore al Gr.Est. di Caonada, una parrocchia vicina dato che nella mia non si facevano attività estive. Grazie a questa esperienza ho conosciuto i Salesiani. Dopo aver finito il liceo mi sono iscritto alla triennale di Scienze dell’Educazione di Mestre allo IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia) che frequento ora al terzo anno.
Come mai sei finito per ben due estati consecutive a Sappada?
          Sono finito a Sappada per seguire un’esperienza, giunta ormai al secondo anno, di Gr.Est organizzata dal Comune di Sappada che aveva contattato i Salesiani.
Ma hai tenuto un Grest tutto da solo?
          Ehm… Sì! Il primo anno è stato davvero folgorante! Quando sono partito non sapevo ancora niente di quello che avrei incontrato, dei ragazzi, le gite, i giochi. Il primo giorno passato lì tre ragazzi delle medie mi hanno portato a fare il giro del paese. Poi abbiamo cominciato a trovarci in canonica in una bella sala con un calcetto, un ping-pong e due palloni. Da lì è partito tutto, poi il secondo anno ho condiviso quest’avventura con Martino Bonacina, un mio caro amico che frequenta con me lo IUSVE.
In quei giorni hai mai esclamato 'Fantastico! Che bel­lo!'?
          Molte volte davanti alla bellezza della natura. Ma ancora di più per la grazia con la quale il Signore ci ha accompagnato durante tutta la strada fatta assieme: i momenti di gioco, gli scherzi e le risate.
...e ti sei mai detto 'Ma chi me lo ha fatto fare?'
          In questi termini no, almeno non durante l’esperienza. Ma solo perché ci sono stati momenti nei quali non avevo le energie nemmeno per dormire. Data la lunga durata dell’esperienza (sei settimane) è stato molto difficile gestire da solo, nel primo anno, un po’ tutti gli aspetti del piccolo centro estivo. Soprattutto è stato pesante non avere nessuno con il quale condividere, verificare, riflettere ma anche staccare dall’impegno che rischiava veramente di assorbirmi in maniera eccessiva. Per questo il secondo anno ho voluto che venisse con me Martino.
Hai mai temuto di non essere all'altezza delle aspetta­tive?
          Forse l’incoscienza dei vent’anni (non che ora ne sia sprovvisto) e la schietta simpatia che la gente ha avuto per l’iniziativa mi hanno fatto pesare poco le aspettative delle famiglie, le quali sono state sempre molto disponibili e presenti. A ripensarci è chiaro che per alcuni versi non sono stato all’altezza, ma l’altitudine ha compensato il fatto. L’altitudine e Colui che la abita.
Don Lorenzo Teston
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