Raccontano che un giorno i colori del mondo incominciarono a litigare: ognuno di loro pretendeva di essere il migliore, il più importante, il più utile, il favorito...
del 06 dicembre 2005
 
 
¬´Raccontano che un giorno i colori del mondo incominciarono a litigare: ognuno di loro pretendeva di essere il migliore, il pi√π importante, il pi√π utile, il favorito.
Il Verde disse:
– “Certamente il più importante sono io, segno di vita e di speranza. Sono stato scelto per l’erba, gli alberi, le foglie. Senza di me tutti gli animali morirebbero. Guardate la campagna: mi vedrete dappertutto”.
L’Azzurro l’interruppe:
– “Tu pensi soltanto alla terra, ma considera il cielo e il mare. L’acqua è il fondamento della vita, le nuvole la portano su dal mare profondo. Il firmamento offre spazio e pace e serenità. Senza la mia pace, tutti voi non sareste niente”.
Il Giallo ridacchiò:
– “Voi siete tutti troppo seri. Io porto la risata, l’allegria e il calore nel mondo. Il sole è giallo, la luna è gialla, le stelle sono gialle. Ogni volta che tu guardi un girasole, il mondo intero incomincia a sorridere. Senza di me non ci sarebbe la gioia”.
L’Arancione fece risuonare la sua tromba:
– “Io sono il colore della salute e della forza. Posso essere scarso, ma sono prezioso perché servo i bisogni della vita umana. Io porto le vitamine più importanti. Pensate alle carote, alle zucche, alle arance, ai manghi e alle papaie. Non sono continuamente in giro, ma quando riempio il firmamento all’aurora o al tramonto, la mia bellezza è così impressionante che nessuno fa più caso a voi”.
Il Rosso non poté trattenersi oltre e gridò:
– “Io sono il capo di tutti voi. Io sono sangue e la vita è sangue. Sono il colore del pericolo e del coraggio. Sono disposto a lottare per una causa. Io porto fuoco nel sangue. Senza di me la terra sarebbe vuota come la luna. Sono il colore della passione e dell’amore, della rosa rossa, della poinsezia (la stella di natale) e del papavero”.
Il Porpora si tirò su fino alla sua massima altezza. Era veramente alto e parlò con grande dignità:
– “Io sono il colore della sovranità e del potere. Re, capi e vescovi hanno scelto sempre me, perché sono segno di autorità e di sapienza. La gente non mi mette in discussione, si limita ad ascoltarmi e ad ubbidirmi”.
L’Indaco parlò, molto più tranquillamente di tutti gli altri, ma con maggior decisione:
– “Badate a me. Sono il colore del silenzio. Difficilmente avvertite la mia presenza, però senza di me voi tutti diventate superficiali. Io rappresento il pensiero e la riflessione, il crepuscolo e l’acqua profonda. Voi avete bisogno di me per l’equilibrio e il contrasto, per la preghiera e la pace profonda”.
E così i colori continuarono a vantarsi, ognuno convinto della propria superiorità. La discussione si andò facendo sempre più forte e aspra. All’improvviso ci fu un sorprendente flash di fulmine brillante e scoppiò un tuono. Poi incominciò a piovere a dirotto. I colori si accovacciarono pieni di timore, avvicinandosi l’un l’altro per conforto.
In mezzo al clamore, la Pioggia iniziò a parlare: “Colori insensati, state lì a lottare tra voi, ciascuno cercando di dominare sugli altri. Non sapete che ognuno è stato fatto per uno scopo speciale, unico e differente? Unite le mani e venite da me”.
Facendo come era stato detto loro, i colori si unirono e si presero per mano. La Pioggia continuò: “D’ora innanzi, quando piove, ognuno di voi si stenderà lungo il firmamento in un grande arco di colore come memoriale che tutti voi potete vivere in pace. L’arcobaleno è un segno di speranza per il domani”.
E così, ovunque la pioggia bagna il mondo e un arcobaleno appare nel firmamento, ricordiamoci di apprezzare gli altri, di darci la mano, di creare comunione e di essere un segno di speranza per l’umanità».
 
(All the Colors of the Rainbow, Basata su una originale Leggenda Americana, presentata da Leon Orb)
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