Se uno ha una responsabilità non deve nascondersi dietro un dito, non deve sottrarsi ai suoi compiti con la scusa di essere umile, di non voler calcare la scena. Ci sono momenti in cui l'autorità deve essere presente, ma la cosa che deve essere assolutamente visibile è che il centro è Gesù.
del 14 novembre 2006
 
La nostra società è una società dell’immagine. Se non si appare non si esiste. E’ la Tv che decide se esistiamo o no per gli altri. Se appari lì vuol dire che ci sei. I fatti devono apparire lì, le idee si diffondono lì. Un fatto visto in TV è tutto un’altra cosa dall’averlo solo letto o sentito. E’ una realtà di cui non si può fare a meno, ma che può anche creare suggestioni incontrollabili, personalità distorte, dare più importanza all’apparire che all’essere.
Pur senza Tv, c’è sempre stato in noi uomini l’impulso a farsi vedere, l’assillo della prima fila, la voglia di scrivere i nostri nomi sulle lapidi, sedere nei primi posti, farsi vedere, mettersi in mostra. Tribune adatte a realizzare questi sogni ce ne sono molte, politiche, culturali, di piazza, di spettacolo. Purtroppo c’è anche nella religione, ma il vangelo a questo riguardo è molto preciso. Amano i primi posti nei conviti e le prime file nelle sinagoghe; amano essere salutati nelle piazze… ma voi non siate così. Chi è il maggiore tra voi sarà vostro servitore. Non è per falsa umiltà.
Se uno ha una responsabilità non deve nascondersi dietro un dito, non deve sottrarsi ai suoi compiti con la scusa di essere umile, di non voler calcare la scena. Ci sono momenti in cui l’autorità deve essere presente, ma la cosa che deve essere assolutamente visibile è che il centro è Gesù. E’ lui il maestro, è lui il salvatore, è la sua parola che conta, è la sua vita che va imitata, è il suo vangelo che deve stare al di sopra di ogni considerazione. Oggi anche nelle nostre messe si torna a dare al libro della Parola il suo posto dignitoso, la crocifisso il centro, al tabernacolo una posizione di assoluta luminosità. E stiamo parlando di semplici simboli.
Quello che è più importante però è il cuore che deve avere sempre un centro che è Lui. Purtroppo si comincia sempre bene e poi lentamente si va alla deriva come quando si è seduti in una ressa e lentamente qualcuno ti spinge, si appoggia e ti trovi seduto in terra, ti toglie il posto. Così anche noi lentamente togliamo il posto a Dio. Gesù è venuto a questo mondo proprio per rimettere Dio al centro, perché è solo lui la nostra speranza. Che dobbiamo sempre avere davanti.
mons. Domenico Sigalini
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