In una notte del luglio del 1884 a Don Bosco parve trovarsi dinanzi a uno sconfinato e dolce declivio, splendidamente illuminato da una luce più pura e più viva di quella del sole, tutto rivestito di erbe verdeggianti, smaltato di fiori svariatissimi e ombreggiato da gran numero di alberi, i cui rami, avviticchiandosi tra loro, si stendevano a forma di festoni. Un vero paradiso terrestre.
del 30 gennaio 2006
La stesura di questo sogno è di Don Lemoyne, che non ebbe l'opportunità di farlo rivedere da Don Bosco; noi quindi ci limitiamo a presentarlo in sintesi.
In una notte del luglio del 1884 a Don Bosco parve trovarsi dinanzi a uno sconfinato e dolce declivio, splendidamente illuminato da una luce pi√π pura e pi√π viva di quella del sole, tutto rivestito di erbe verdeggianti, smaltato di fiori svariatissimi e ombreggiato da gran numero di alberi, i cui rami, avviticchiandosi tra loro, si stendevano a forma di festoni. Un vero paradiso terrestre.
 
Ma più che quel giardino incantato, attirarono la sua attenzione due vaghe fanciulle sui 12 anni, sedute sui margini della riva presso la stradicciuola dov'egli stava. Una celestiale modestia spirava dai loro volti e da tutto il loro contegno. Dai loro occhi, sempre fissi in alto, traspariva una ingenua semplicità di colomba e una gioia di sovrumana felicità. La grazia delle movenze dava loro un'aria di nobiltà che faceva contrasto con la loro giovinezza. Una veste candidissima scendeva fino ai piedi. I fianchi erano cinti da una fascia purpurea con bordi d'oro, sulla quale spiccava un fregio a modo di nastro, intessuto di gigli, di violette e di rose. Un ornamento simile, a guisa di monile, portavano al collo. Due fascette di margheritine bianche ne cerchiavano i polsi come braccialetti. Candide le calzature e bordate di nastro filettato d'oro. Lunga la capigliatura e stretta da una corona che cingeva la fronte, lasciando ricadere, ondeggianti sulle spalle e inanellate a ricci, le chiome.
 
Esse tenevano insieme un dialogo parlando, interrogando, esclamando, ora sedute ambedue, ora seduta l'una e l'altra in piedi, ora movendosi in su e in gi√π a lenti passi.
 
Don Bosco, spettatore silenzioso, ne ascoltava i discorsi, continuati a lungo, senza che dimostrassero di accorgersi della sua presenza. Esse cantavano le lodi della purezza, i mezzi per custodirla, i premi riservati ad essa in questo mondo e nell'altro.
 
Alla fine si volsero e salirono la ripa camminando sui fiori senza curvarli e cantando un inno angelico, a cui risposero schiere di spiriti celesti scesi loro incontro. Ai primi se ne aggiungevano del continuo altri e poi altri, levando uniti un cantico immenso e armoniosissimo, finito il quale, tutti insieme a poco a poco si sollevarono in alto e disparvero con l'intera visione. Don Bosco in quel punto si svegliò.
 
 
 
È noto che Don Bosco è tra le figure di educatori santi più amate e che ha esercitato tra i giovani un fascino tutto suo di calda paternità conquistatrice.
 
Ma è anche noto che amava i giovani con un candore angelico. In questo sogno assiste ad ammalianti visioni di angeli e di vergini che esalano l'effluvio del loro candore e cantano le lodi della purezza.
san Giovanni Bosco
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