Il caso serio: la vocazione

Quello che saremo e dovremo essere nella vita si mostrerà al momento opportuno, e tuttavia quello che saremo è in qualche modo anticipato, nello Spirito, da ciascuna delle piccole scelte che oggi già facciamo.

Il caso serio: la vocazione

da Teologo Borèl

del 15 maggio 2007

Non c’è soltanto una voce dello Spirito che risuona all’interno d’ogni tempo singolare della nostra vita; ma c’è anche una voce più sintetica che da forma complessiva alla nostra vita nella sua interezza. Questa voce è quella che merita in particolare il nome di “vocazione”. Occorre per altro subito sottolineare come non si dia uno stacco netto e sicuro tra le molte piccole “vocazioni” annunciate a noi dalle singole circostanze della vita, e la grande “vocazione” che imprime una direzione più definitiva e stabile alla vita tutta intera.

 

Serviamoci anche a questo proposito di qualche esempio. Anzitutto di un esempio evangelico. La donna samaritana ha incontrato un personaggio straniero e strano al pozzo; comprensibilmente, ella all’inizio ne diffida e se ne difende. E tuttavia, quando quell’uomo comincia a parlare in maniera così penetrante e sorprendente della sua vita – pensiamo alla parola di Gesù circa i suoi cinque mariti – ella non prende a pretesto l’estraneità di quell’uomo, per impedirgli di proseguire il suo discorso. Al contrario, ella lo interroga a proposito delle massime questioni religiose che dividevano samaritani e giudei; certo, ella non immaginava ancora in quel momento dove l’avrebbe portata quel dialogo; addirittura, la sua domanda a Gesù era per molti aspetti generica ed evasiva, spostava infatti il discorso dal piano più concreto e scottante della sua vita personale al piano più generale e inoffensivo di una questione religiosa che riguardava tutti. E tuttavia, già in questo modo imperfetto e provvisorio, ella rispondeva in un certo senso alla piccola “vocazione” del momento. Alla fine la donna riconoscerà in Gesù il Messia, e nell’incontro con lui il punto di svolta della sua vita; ma tale grande “vocazione” non avrebbe potuto realizzarsi senza le piccole e provvisorie risposte che ella seppe dare ai segni preliminari che l’incontro con lo straniero le trasmetteva (Gv 4, 1-29).

 

Qualcosa di analogo accade nella vita di tutti noi. Magari oggi non siamo ancora riusciti a scorgere in forma sufficientemente concreta e persuasiva quale meta il vangelo di Gesù intende assegnare alla nostra vita. E tuttavia già disponiamo di tante piccole “vocazioni”, e cioè di tante singole occasioni di confronto con il suo vangelo che – senza trasmettere una vocazione unificante – pure ci chiamano a singole scelte parziali relativamente precise e moralmente impegnative. Qualora noi ci difendessimo dall’obbligo di operare tali scelte, adducendo la causa che esse non bastano a vedere chiaro fino in fondo sul cammino verso il quale il cristianesimo ci porta, ci priveremmo per ciò stesso d’ogni mezzo di approssimarci alla nostra definitiva e sintetica vocazione. Forse domani, quando avremo alla fine operato le scelte più decisive della nostra vita, guardandoci indietro scopriremo come esse fossero già abbozzate nel nocciolo in piccole scelte precedenti, le quali pure, considerate una per una, nel momento esatto in cui erano prese ci sembravano così poco decisive. Quello che saremo e dovremo essere nella vita si mostrerà al momento opportuno, e tuttavia quello che saremo è in qualche modo anticipato, nello Spirito, da ciascuna delle piccole scelte che oggi già facciamo.

 

Giuseppe Angelini, Le ragioni della scelta.

don Giuseppe Angelini

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