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Il martirio, una sfida per i giovani

Ragazzi vogliamo ricostruire amore alla vita partendo dalla grandezza dell'amore che Dio vi ha messo nel cuore, rifiutando tutte le contraffazioni che abbiamo inventato per ingannare, il tutto e subito che ci lascia più vuoti che felici?


Il martirio, una sfida per i giovani

da Teologo Borèl

del 23 agosto 2007

Mentre stiamo celebrando questa nostra bella festa volteggiano su di noi gli elicotteri che vanno a spegnere gli incendi. Non bolleremo mai abbastanza la stupidità di chi disprezza la natura, la vita degli altri, la serenità di un paesaggio che ci permette di godere delle nostre case. Che cattiveria hanno in corpo questi poveracci che trovano gusto a distruggere? Hanno deciso un piano e nessuno di noi si prende cura o ha la capacità di fermarlo. Ogni venerdì è la stessa cosa da mesi. Forse non siamo ancora degni del bel territorio che abbiamo. Oggi non ci viene più regalato niente, neanche la bellezza della natura, il paesaggio bello è frutto anche di un cuore pulito; dobbiamo conquistare alla bontà anche questi nostri fratelli che sbagliano. Quello che fate è un delitto, ma voi, se volete, potete diventare migliori e apprezzare con noi i doni che Dio ci ha fatto.

 

Nell’estate del 258 un gruppo di giovani che stavano attorno al papa furono assassinati sul posto solo perché partecipavano alla messa, 4 giorni dopo hanno bruciato vivo Lorenzo perché credevano avesse soldi per fare ricchi i delatori, invece i suoi soldi erano i poveri che bussavano alle porte della chiesa ogni giorno. Poco più tardi in settembre hanno preso Cipriano, il vescovo di Cartagine, e gli hanno tagliato la testa; i giovani che gli stavano accanto dicevano a Galerio Massimo, il proconsole, tagliatela anche a noi, siamo della stessa setta sacrilega, anche noi crediamo in Cristo.

Sedici anni dopo è stata la volta di Agapito. “Non vengo a patti con chi vuol farmi rinunciare alla fede. Credo in Cristo. Ho trovato in lui il senso della mia vita. Potete pure ammazzarmi, io non posso fare a meno di lui”. Ma che vuoi sapere tu della vita, che hai 15 anni, che giri tutto il giorno col motorino e che giochi fino a sera col cellulare a mandare messaggini ai tuoi amici e alle tue amiche?

Che aveva in cuore questa gioventù che non aveva paura di perdere la vita? Che pensava l’opinione pubblica di questa ecatombe di giovani?

Ci sono state altre epoche in cui venivano ammazzati giovani. I nostri nonni e bisnonni ricordano la famosa classe 1899, che fu mandata nella guerra del 15-18, a meno di vent’anni a dare ossigeno a una guerra assurda che si protraeva per troppi anni e di cui non si vedeva la fine. Li hanno chiamati e sono rimasti sempre i ragazzi del ‘99. Hanno dato con generosità il loro contributo a una politica dissennata che vedeva solo nella guerra la soluzione dei problemi.

Quanti giovani ancora vengono mandati a fare i kamikaze per sostenere, oggi come ieri, le politiche di ideali assurdi degli adulti, con la violenza sugli inermi.

A noi qui nella antica Preneste, oggi il martirio per la fede non lo chiede nessuno. La fede è passata di moda, sembra non dire niente, non ha nessun valore vero, decisivo, nella società di oggi, non c’è nessuno disposto a presentarla come qualcosa di bello, di affascinante. E’ vista come un insieme di riti, di obblighi, di pratiche, di processioni lontane dalla vita. E’ forse scambiata con il palio. Per fare una sfilata storica una volta o due all’anno non occorre impegnare la vita, bastano e avanzano alcuni ritagli di tempo.

La vostra è una battaglia persa, la gente, i giovani hanno voglia di vivere. Fosse vero che i giovani di oggi non credono più perché hanno una grande voglia di vivere! Sarei contento di una gioventù così, anche se mi toccherà ancora studiare di tutto per aiutarli a scoprire il vero senso della vita. Invece ho davanti una gioventù e un mondo non solo che lascia perdere la fede, ma che disprezza la vita se ogni fine settimana ne dobbiamo piangere più di quaranta per morte da incidenti stradali, dovuti spesso a sballo e mancanza di controllo.

Che società è la nostra se si lascia portare via la meglio gioventù nella droga e negli incidenti stradali. Che giovani siete se non mettete al primo posto la vita degli altri e la vostra? Che giovani siete se cominciate ad abbassare la guardia adattandovi allo spinello perché volete essere moderni, vi volete arrotondare quattro soldi, se vi fate di birra ogni fine settimana perché non avete altri modi di stare allegri in compagnia?

Non sto a chiedervi di venire a messa, sono qui stasera nel nome di un ragazzo come voi, Agapito, a dirvi che la vita è un dono grande di Dio e a lui solo la dovete mettere a disposizione. Oggi non vi chiede il martirio, ma vi chiede di riempire la vita di senso, di buona volontà, di ideali alti, di passioni, di amore, di generosità. La felicità sta da questa parte, non dalla parte dello sballo. Chiedevo a dei liceali che avevano votato quasi all’unanimità questa frase: “Essere giovani è sballare e sapere di avere energie per uscirne sempre, anche se un po’ acciaccati.”, non vi pesa il fatto di dovervi risvegliare al mattino col mal di testa, rintronati, e con maggiori difficoltà per cominciare a carburare una nuova giornata difficile? perché vi comportate in questo modo se poi va a finire così male? Mi rispondevano: ne valeva la pena! Vuol dire allora che cercate qualcosa per cui valga la pena di vivere, di impegnarsi, di fare sacrifici.

Che cosa c’è nella vita che si può pagare a qualsiasi prezzo perché ne vale la pena?

Voi giovani quando siete lucidi avete ancora buone risposte; mi dite l’amore. E’ un insieme di emozioni, di sentimenti, di pensieri, di forze, di istinti, di slanci per cui val la pena di vivere. Noi adulti poi vi inquiniamo anche questo perché spesso l’amore che viviamo lo facciamo assomigliare a sopportazione, interesse, calcolo, vizio, opportunità. Voi siete capaci di innamorarvi. Avete ancora dei sogni, anche se quando vi accorgete che l’amore che vivete è lontano dai vostri sogni vi lasciate, non ci mettete molto ad andare dall’avvocato.

Ma l’amore è l’esperienza più bella che Dio ci dà. Dio aveva visto Adamo con la bocca aperta a guardare il creato, a meravigliarsi della natura, a fare il turista nei paradisi del mondo, ma ne avvertiva l’estrema scontentezza e povertà... Nel paradiso terrestre Adamo forse si dava a tutti gli sballi che voleva, si divertiva con tutte le moto e le macchine che voleva, forse si faceva di birra, ma Dio vedeva che era ancora triste, che non stava al massimo...Dio ha sognato con Lui e gli ha creato la donna

Ragazzi vogliamo ricostruire amore alla vita partendo da qui, partendo dalla grandezza dell’amore che Dio vi ha messo nel cuore, rifiutando tutte le contraffazioni che abbiamo inventato per ingannare, il tutto e subito che ci lascia più vuoti che felici?

Agapito è partito da qui per ridare alla sua vita la bellezza massima. Ha incontrato Gesù Cristo in una società che non lo apprezzava, anzi lo combatteva. Lo hanno portato qui per fargli vedere lucciole attraenti, ma lui aveva intuito la luce e non si adattava più a queste nebbie. S’è fatto ammazzare per Cristo, perché ne era perdutamente innamorato.

Carissimi prenestini, sto facendo visita a tutte le parrocchie della nostra chiesa, presto sarò anche qui in città. Quanta sete di vita vera scorgo, ma quanto adattamento si vede nelle nostre chiese, nelle nostre scuole, nei nostri spazi pubblici. Dio ci chiama a cose più grandi, a una vita più intensa, a un mondo più giusto, ma lo ha affidato a noi. Sono finiti i tempi in cui anche noi non sembravamo più convinti che la fede fosse la scommessa vera della vita. Oggi o si è cristiani veri, e Agapito ce ne indica la figura, o non vale al pena di esserlo.

Ma noi pur nella nostra debolezza lo vogliamo essere.

 

 

Dopo la processione ai moltissimi giovani che affollano la piazza in attesa delle gare del palio…

 

Carissimi giovani non mi dite che siete qui per la conclusione della processione, so che siete già pronti per le gare, ma vi voglio almeno riassumere quello che ho detto prima, quando voi ve ne stavate ben lontani dalla celebrazione della messa.

Ragazzi, avete in cuore energie fortissime per vivere bene la vostra vita, siete pi√π buoni di quanto voi stessi pensate di voi.

L’amore che avete in cuore tiratelo fuori e mettetelo a disposizione per un mondo più bello. Agapito alla vostra età ha fatto questo e ha dato tutto senza riserve, per amore di Cristo, proprio con l’entusiasmo dei suoi quindici anni. Posso sperare che vi buttiate in questa bella avventura di un amore pulito?

mons. Domenico Sigalini

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