Film che ha inaspettatamente sbancato al botteghino americano, è una commedia piacevole, semplice e divertente, con un buon cast di attori e una regia sicura. Tutto si muove attorno a una famiglia di immigrati greci secondo cui le donne, nella loro vita, devono fare tre cose:1. sposare un uomo greco2. avere figli greci3. cucinare per tutti
del 11 ottobre 2002
Questi sono i cardini attorno a cui dovrebbe ruotare la vita di Toula, figlia di immigrati, che per la Grecia hanno una vera fissazione (vivono in una casa che sembra un tempio, circondati con statue greche e il portellone del garage, con accanto la bandiera americana, ha disegnata la bandiera greca). Cresciuta nel culto della terra d'origine, circondata da una famiglia che comprende genitori, fratelli, nipoti, cognati, zii e più di 20 cugini è ormai considerata un caso perso perché a 30 anni non si è ancora sposata (suo fratello, invece, di un anno più giovane, ha tutto il tempo che vuole per accasarsi con una vergine greca). Decisa a rimette in sesto la propria vita, però, non solo riprende gli studi all'università, ma addirittura si innamora di un uomo non-greco. E qui cominciano i guai, perché per quanto Ian sia paziente, disponibile e comprensivo, l'inserimento è difficile.
Lo scontro tra due culture completamente diverse (Ian rappresenta l'uomo americano più classico, di buona famiglia, laureato, vegetariano e figlio unico, mentre il clan greco è chiassoso, carnivoro convinto, abituato a condividere tutto e sempre pronto ad immischiarsi nella vita altrui) è visto in chiave comica. Il film punta molto sulle manie nazionalistiche della famiglia, che sono qui esasperate, ma mai ridicolizzate. Non si vuole presentare un modello di vita migliore (anche se alla fine la sgangherata e turbolenta famiglia di lei è molto più apprezzabile della fredda e formale famiglia di lui), ma un mondo completamente diverso da quello che siamo solito vedere e che propone un concetto di famiglia che non esiste più. Infatti, per quanto oppressiva, è sempre e comunque presente e pronta a dare una mano.
La decisione e il coraggio di Toula di cambiare la propria vita, urtano con la mentalità di suo padre Costa, meno disponibile nei confronti delle novità, tanto da deprimere con la sua indifferenza anche le velleità artistiche del figlio Nico. Convinto, però, dalla moglie a cercare un punto d'incontro, alla fine comprende che, anche nella diversità degli stili di vita, le persone rimangono sempre tali e, quindi, tutte apprezzabili.
L' inserimento degli immigrati in una nuova società, che non è qui trattato dal punto di vista economico e lavorativo, ma culturale, è difficile. Il desiderio di mantenere vive le proprie tradizioni provoca uno scontro con la diversità della realtà quotidiana ed è grande il senso di colpa di Toula per il non comportarsi come la famiglia si aspetta. Questo circolo vizioso, però, è spezzato dal semplice, saggio e liberatorio consiglio del fratello: 'Ricorda che non puoi far condizionare quel che sei dal passato, ma devi lasciare che il passato sia parte di te'
Francesca Pascuttini
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