Il Presepe siamo noi

Da bambini si guarda il presepe con stupore e si vorrebbe toccare ogni personaggio; da adolescenti si entra nella fase “non mi piace il presepe” o nell'indifferenza; di questo passo da adulti ci si ritroverà con il vecchio albero e uno pseudo presepe. Bella prospettiva! A meno che da giovani non si riscopra la meraviglia dei piccoli, il senso di una tradizione significativa, tanto che facendo il presepe ci si renda conto che è il presepe a “farci”! Come? La risposta sta nella vita di ogni giorno, nel nostro corpo e soprattutto nel nostro cuore. Insomma Gesù è nato duemila anni fa ed capitato ad altri il grande dono di trovarsi dalle parti di Betlemme, oggi Gesù si manifesta in chi ci circonda perché accada a tanti e a ciascuno di riconoscerlo in noi e negli altri.

Il Presepe siamo noi

da Attualità

del 21 dicembre 2006

Il nostro corpo sia il presepe vivente ogni giorno, nei luoghi dove siamo chiamati a vivere da veri cristiani.

Le nostre gambe siano quelle degli animali che passo passo hanno fatto visita alla grotta di Betlemme, poiché tutto il creato loda il suo Creatore.

Il nostro ventre sia come quello di Maria che ha accolto e fatto crescere Ges√π, mentre noi possiamo continuare ad accoglierLo nel Pane eucaristico.

Le nostre braccia siano quello forti di Giuseppe, che tanto hanno cullato Ges√π, l'hanno sollevato, abbracciato, hanno lavorato per Lui; anche noi possiamo farlo nell'abbraccio di ogni giorno ai fratelli, nel lavoro, nello studio, nel servizio quotidiano.

La nostra bocca e la nostra voce siano quelle degli Angeli per lodare sempre e con voce forte il Verbo che si è fatto carne e cantare: Gloria a Dio nell'alto dei cieli...

Le nostre orecchie e i nostri occhi siano quelle dei pastori che da ogni dove hanno udito il canto degli Angeli e visto il Bambino; con tutti i nostri sensi possiamo essere testimoni di questo Incontro anche a costo della vita.

La nostra intelligenza sia quella dei Magi che hanno visto la Stella, si sono affidati e messi in cammino; un'intelligenza che si lasci stupire da un Bimbo che è il Figlio di Dio, dal Dio che si è fatto come noi per farci come Lui.

Il nostro cuore sia la mangiatoia che ha accolto l'Eterno che si è fatto piccolo, perché la nostra povertà si facesse vera ricchezza e vera gioia.

Amen.

Marco Pappalardo

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