Esperienze di crescita, trasmissione di valori: il Servizio Civile è questo e molto di più. Sono tantissime le storie di giovani che attraverso questo percorso sono entrati in contatto con realtà di volontariato, di assistenza, di solidarietà che non conoscevano e a cui probabilmente non si sarebbero mai accostati senza una tale occasione. Un'occasione, ecco cos'è stata per tantissimi...
del 24 giugno 2008
Dove sta andando il servizio civile? È una domanda che ci poniamo da un po’ (e non è l’unica per la verità!). Dal 2001 il grafico che si potrebbe tracciare per rappresentarne l’andamento è uno di quelli con tanti sbalzi. Forse troppi. Una linea in decisa ascesa corrisponde all’entusiasmo iniziale e alla crescita esponenziale degli enti e delle richieste dei ragazzi a partire dal 2001. Si riconosce subito il valore di un sistema che lega i nostri giovani al Paese, trasmette senso civico, invoglia alla partecipazione.
Esperienze di crescita, trasmissione di valori: il Servizio Civile è questo e molto di più. Sono tantissime le storie di giovani che attraverso questo percorso sono entrati in contatto con realtà di volontariato, di assistenza, di solidarietà che non conoscevano e a cui probabilmente non si sarebbero mai accostati senza una tale occasione. Un’occasione, ecco cos’è stata per tantissimi. Molti i ragazzi dei nostri centri che hanno capito qual era la loro strada dopo quei 12 mesi, avendo sperimentato risorse di loro stessi che non sapevano di avere, avendo attivato capacità, acquisito competenze. Ma è stata ed è un’occasione anche per l’Italia. In un momento storico di grande confusione, di sfiducia diffusa nelle istituzioni, l’esempio, il buon esempio, di chi lavora e si spende per il bene di tutti: cosa educa di più? Cosa può maggiormente accrescere il senso di appartenenza, di impegno, la cittadinanza?
Eppure nel nostro bel grafico ad un certo punto iniziano le linee altalenanti.
Una creazione geniale, un’idea solo nostra, una buona prassi tutta italiana di cui c’è solo da essere orgogliosi… E invece… Fatta la legge trovato l’inganno, da noi funziona così! E anche una buona intuizione diventa farraginosa.
Una ricerca commissionata dall’UNSC (Ufficio Nazionale per il Servizio Civile) per analizzare la dimensione organizzativa e operativa all’interno degli enti per esempio, ha evidenziato che, a fronte di una sostanziale omogeneità nei valori di riferimento (solidarietà, pace, cittadinanza…), esiste un’ampia differenza nella gestione dei progetti di servizio civile, sia per quanto riguarda l’offerta di formazione (oltre il 20% dei responsabili di enti non sa quanto tempo viene dedicato alla formazione), sia per quanto riguarda i progetti (corrispondono realmente, nel 70% dei casi, all’obiettivo di impiegare volontari, costituendo un valore aggiunto rispetto alle attività dell’ente; rimane però un 30% di casi, soprattutto negli enti pubblici, in cui non c’è coerenza tra progetto e impiego dei giovani).
Una seconda ricerca è stata invece realizzata sul fenomeno degli abbandoni. Quasi 6 mila dei circa 41 mila giovani avviati al servizio civile nel primo bando 2006 (il 14,3%) ha sospeso la propria esperienza. Una percentuale rilevante che indica la necessità di modificare la percezione che spesso i ragazzi hanno di questa scelta. Che deve essere vissuta realmente e prevalentemente come un investimento per se stessi e un servizio personale per la collettività. Per ottenere un simile risultato dunque forse è necessario legare ancora di più il Servizio Civile Nazionale all'educazione alla pace, alla solidarietà e alla cittadinanza attiva. Si tratta infatti di una delle più importanti esperienze educative che si possano proporre ai ragazzi italiani. Sostenerla e incentivarla vuol dire contribuire allo sviluppo del sociale e all’aumento della partecipazione democratica dei giovani alle politiche territoriali e del Paese.
Come Salesiani siamo da anni impegnati su questo fronte. Ci abbiamo creduto sin dall’inizio, fin dall’epoca dell’obiezione di coscienza. Grazie all’investimento continuo di energie e risorse abbiamo ottenuto ottimi risultati (valutazioni sempre positive dei progetti, alto numero di ragazzi avviati in servizio, bassa percentuale di abbandoni). Come Salesiani, forti della lunga esperienza acquisita, oggi chiediamo:
- una revisione generale del sistema che porti ad una maggiore attenzione a quelle che dovrebbero essere le finalità educative dei progetti;
- il riconoscimento dell’investimento economico e organizzativo che gli enti fanno;
- una valutazione dei progetti che non badi solo alla correttezza formale ma al loro contenuto reale, in modo tale che essi siano anche sostanzialmente di valore;
- una programmazione di lungo periodo (triennale) per il settore, ferma e coerente con gli scopi, che dia agli enti maggiori certezze e migliori possibilità organizzative;
- una programmazione della tempistica dei bandi più attenta alle esigenze dei ragazzi; una maggiore promozione e sensibilizzazione e un apparato informativo più completo, esauriente e di facile accesso ai giovani, a livello istituzionale e nazionale, in modo da tener desta l’attenzione tutto l’anno e non solo prima dell’uscita del bando;
 - un maggiore investimento di risorse economiche.
 
Questi sono alcuni degli aspetti che a nostro parere sono indispensabili per rivitalizzare il Servizio Civile. Ciò che risulta però essere maggiormente pericoloso e paralizzante per il settore è proprio la mancanza di risorse. La prima conseguenza è che un’esperienza così bella e importante diventerà progressivamente un “privilegio” per pochi.
È vero di denaro in questo periodo forse non ce n’è per nessuno e ovviamente si vanno sempre a sacrificare gli ambiti “più deboli”. Il Servizio Civile è uno di questi. Il rischio maggiore che si corre così facendo è quello di soddisfare sì le urgenze e le necessità materiali, tralasciando però aspetti che sono degli investimenti etici per il futuro.
Bisognerebbe invece considerare che educare onesti cittadini non può che far bene all’Italia. Di oggi e soprattutto di domani.
don Domenico Ricca
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