Fra impegno di animazione e impegno di evangelizzazione, da alcuni anni c'è come un equivoco che le priva di una naturale coincidenza. Tale coincidenza veramente c'è ancora, ma solo quando un cristiano si trova ad operare nei paesi missionari in via di sviluppo (o stabilmente o per un periodo estivo).E' in questi paesi che l'annuncio esplicito del cristianesimo e del giudizio sul mondo che da esso sorge, sembra essere ancora adeguato.(...)
del 01 gennaio 2002
Da noi pare non ci sia l’urgenza di portare Cristo ad ogni persona e il desiderio di costruire il cristiano. E’ un obiettivo che potrebbe imbarazzare, e un po’ insospettire! Probabilmente è bene che sia così. Non pare infatti esserci bisogno qui da noi, del primo annuncio cristiano, lo abbiamo già ricevuto al catechismo. Perciò è sufficiente animare quello che l’evangelizzazione per i Sacramenti ci ha già fatto conoscere.
Così capita che uno è evangelizzatore nei paesi missionari (missione “ad extra”, come spiega la chiesa), e fa l’animatore nel suo oratorio o parrocchia (missione “ad intra”).
Ne consegue che dai nostri tetti possiamo “gridare” qualsiasi argomento, non dobbiamo però esagerare nel dire che Dio in Gesù è dentro all’umano. Potrebbe risultare quasi indiscreto se affermassimo che senza di Lui non riusciamo a fare nulla, nemmeno umanizzare l’educazione, la pace, la società, i popoli!
Insomma nei paesi missionari “ad extra” gridatelo, (non sarà un caso che gli ultimi 2 successori di D. Bosco sono dell’America latina!), nel tuo paese “ad intra”, gridatelo si, ma con prudenza; meglio sussurratelo!
E’ così perché temiamo di dar fastidio al “politicamente corretto”, o perché è scomparso il desiderio di annunciarlo?
“Gridatelo dai tetti”, ci hanno proposto di cantare. “Gridate cosa?”, ha chiesto uno. Risposta: “Devi gridare, Gridatelo dai tetti!” Un’ espressione che rischia di celebrare se stessa, sia nella forma che nella sostanza.
“Predicate sui tetti quello che vi è stato sussurrato all’orecchio” (Mt 10, 27). Don Bosco lo ha predicato e “gridato”, fino a subire diversi attentati, perché non gli riusciva di smarrirsi nella generale confusione di idee e di comportamenti. E Dio si è reso presente con la sua provvidenza.
Sarebbe interessante aprire un confronto, per chiederci come possiamo anche noi evitare di smarrirci o addormentarci.
Una piccola storia per chiarire. Pensiamo a un oratorio dove un’estate arrivano in Italia 2 animatori rumeni. Sono venuti per imparare a fare animazione. Con tutta naturalezza alla sera invitano gli animatori italiani a recitare con loro il rosario, così come erano abituati ogni sera in Romania. Qualcuno accetta solo perchè è l’anno del rosario, qualcuno altro si fa meraviglia di una fede tanto antiquata e bigotta. Altri invece rimangono stupiti e si dicono fra loro: “Questi rumeni stanno tenendo lo stage più interessante del corso animatori per cristiani e non solo per intrattenitori sociali. Da quella sera si compresero di più, quasi parlassero la stessa lingua.
Quando hai familiarità con Dio, sei presenza. Gesù ce l’aveva pur detto: “voi siEte il sale della terra e la luce del mondo!” Ma noi lo abbiamo dimenticato, e scambiato per una esortazione: “SiAte il sale!” (cfr la canzone “Gridatelo”).
Sia che lo gridiamo, sia che lo sussurriamo, siamo comunque sale e luce. “Ma se il sale, accontentandosi di sussurrare, perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5, 13-15). E Gesù non intendeva solo le case dei paesi di missione, ma senz’altro che iniziassimo ad illuminare le nostre case!
NOTA DELLA REDAZIONE: E allora... siamo animatori o evangelizzatori?
don Duilio Peretti
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